1. PERCHÈ I BAMBOCCIONI DEL GIAPPONE AL SESSO REALE PREFERISCONO I CARTONI ANIMATI? 2. UNA DELLE RAGIONI DELLA PENURIA DI BAMBINI È PROPRIO L’ESPANDERSI A MACCHIA D’OLIO DELLA PASSIONE PER LE PUPATTOLE IPERSESSUATE DEI MANGA, IDOLI EROTICI DELLA GENERAZIONE OTAKU. LA PIÙ FAMOSA SI CHIAMA RINKO (E ABBIAMO DETTO TUTTO) 3. OVUNQUE NEL MONDO, ITALIA COMPRESA, TROVIAMO UN ESERCITO DI CULTORI DELL’EROTISMO CONTEMPLATIVO DEI MANGA. UNIVERSO EROTICO, UNICAMENTE ONIRICO, POPOLATO DI FIGURE IDEALI DI RAGAZZINE IN DIVISA DA MARINARETTA, O DI GUERRIERE FANTASY, O SUPER EROINE ARRAPATISSIME, MA SEMPRE CON LA FACCIA DA BAMBINE

Gianluca Nicoletti per LaStampa.it


In Giappone la popolazione si ridurrà di un terzo entro il 2060. I Giapponesi non fanno più figli perché gli uomini preferiscono donne artificiali, piuttosto che praticare il sesso con quelle in carne e ossa. Secondo un'inchiesta di Anita Rani, pubblicata su BBC NewsMagazine, una delle ragioni della penuria di bambini in Giappone è proprio l' espandersi a macchia d'olio della passione per le sexy pupattole dei manga, idoli erotici della generazione Otaku.

Di Otaku giapponesi si parla dagli anni ‘80. All'inizio erano un fenomeno abbastanza marginale e isolato, una generazione di geek appassionati di manga e anime, socialmente reietti e dediti a forme di feticismo, molto legate allo specifico immaginario nipponico e poco decifrabili alle nostre latitudini. Oggi il fenomeno si è globalizzato, soprattutto grazie alla colonizzazione culturale che opera il Giappone attraverso i più potenti trasportatori del suo immaginario pop, che sono i video games e naturalmente la rete.

Ovunque nel mondo, Italia compresa, troviamo un esercito di cultori del fanta nipponico. Il loro è un universo erotico, unicamente onirico, popolato di figure ideali di ragazzine in divisa da marinaretta, o di guerriere fantasy, o super eroine ipersessuate, ma sempre con la faccia da bambine. Secondo l'articolista è proprio l'esplosione dell'erotismo contemplativo a produrre la sempre minore attitudine, da parte dei maschi, a consumare rapporti sessuali concreti, di conseguenza al crollo verticale delle nascite.

Kunio Kitamara, dell'associazione giapponese di pianificazione familiare, descrive questa generazione di smanettoni, oramai belli che adulti, come privi di ogni desiderio carnale. Sono ex ragazzi cresciuti negli ultimi venti anni di stagnazione economica, hanno scelto di barattare una grigia realtà con i loro coloratissimi mondi di fantasia. Il Magazine della BBC riporta un sondaggio fatto dal Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare, che ha scoperto già dal 2010 che il 36% dei maschi giapponesi, di età compresa tra 16 e 19 anni, non aveva alcun interesse per il sesso.

La cifra però è raddoppiata nel giro di due anni. Due Otaku, intervistati da Anita Rani, considerano loro fidanzate ufficiali due pupe irreali: Rinko (fatalità?) e Ne-Ne, ovvero le protagoniste di Love Plus, un simulatore di fidanzatine della Nintendo. In pratica un video game che permette di "coltivare" storie d' amore con ragazzine virtuali attraverso una piccola console tascabile.

Con le due scolarette, generate dal computer, gli otaku si comportano come innamorati quindicenni. Le corteggiano, le portano a spasso per il parco, festeggiano i compleanni con la torta ecc.

Il problema è che gli Otaku intervistati di anni ne hanno in realtà trentotto! Uno dei due è persino sposato, ma vive il rapporto con la ragazzina fatta di pixel di nascosto alla moglie, come fosse un'amante segreta, dice di sperare di non dover mai essere costretto a scegliere tra le due...

Varie indagini, riportate dall'articolo, riferiscono di un atteggiamento di disinteresse diffuso di fronte alla sessualità reale. Anche quando gli uomini e le donne giapponesi hanno relazioni concrete, praticano il sesso al minimo sindacale. In un sondaggio solo il 27% ha dichiarato di avere rapporti sessuali ogni settimana.

Nel quartiere Akihabara di Tokyo è possibile osservare il laboratorio antropologico di un possibile futuro. E' il quartier generale degli Otaku, ma anche meta di pellegrinaggi da amatori del genere di tutto il mondo. Anche dall'Italia, soprattutto verso la fine del mese di marzo, per la ricorrenza della fioritura dei ciliegi, partono tour organizzati per ragazzi che vanno a Tokyo, unicamente per respirare due settimane tra la follia degli Otaku.

Sono moltissimi i tour operator specializzati, soprattutto a Roma e Milano, che offrono a prezzi abbordabili "un'avventura fra manga, anime e videogiochi nel quartiere elettronico di Tokyo". Nel programma sono previste anche visite ai maid cafè, bar in cui le cameriere sono ragazze in costume, generalmente vestite da governanti d'epoca vittoriana, oltre alla possibilità d'entrare in un' avventura a fumetti in 3d, solo passeggiando per strada, vestirsi e truccarsi come i propri eroi immaginari.

Le mamme comunque stiano tranquille: il massimo della trasgressione dei loro ragazzoni in trasferta Otaku sarà limitato allo shopping, soprattutto di statuette che rappresentano fanciulle iper poppute, spesso armate di spade laser, anche nude, ma ancor più vestite tra lo spaziale e il rinascimentale. L'importante è che, una volta tornati a casa, a nessuno venga in mente di presentarle come la nuova fidanzata.

 

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