1. TIMES SQUARE, NEL CUORE DI NEW YORK, CON GLI OCCHI ALL’INSÙ PUNTATI VERSO I GRANDI TABELLONI LUMINOSI DELLA PUBBLICITÀ. E COME UN SEGNO SOPRANNATURALE APPARE LA SCRITTA: “CHI HA BISOGNO DI GESÙ NEL NATALE? NESSUNO”, URLA E APPLAUSI 2. AL DIAVOLO "BUON NATALE", MEGLIO "BUONE VACANZE: LO SPOT È UN’INIZIATIVA DI UNA DELLE MAGGIORI ASSOCIAZIONI DI ATEI CHE IN QUESTI GIORNI SPOPOLA NEI TALK SHOW DELLE TELEVISIONI: “CI SONO MILIONI DI NON CREDENTI NEL PAESE, DOBBIAMO DIFENDERE I NOSTRI DIRITTI” 3. IL VIDEO È SOLO L’ULTIMO CAPITOLO DELLA BATTAGLIA CHE ANIMA GLI STATI UNITI DA COSTA A COSTA: LA CHIAMANO “THE WAR ON CHRISTMAS” E NEI DUE SCHIERAMENTI SI SFIDANO LAICI E CRISTIANI CHE RESPINGONO I TENTATIVI DI LAICIZZARE IL RITO DI NATALE

Massimo Vincenzi per ‘La Repubblica'

Il vento gelido pieno di acqua e neve li inzuppa e scoraggia i meno temerari, ma una ventina di persone resiste a Times Square, nel cuore di New York, con gli occhi all'insù puntati verso i grandi tabelloni luminosi della pubblicità. Qualche minuto e come un segno soprannaturale appare la scritta: «Chi ha bisogno di Gesù nel Natale? Nessuno», urla e applausi.

Lo spot è un'iniziativa di una delle maggiori associazioni di atei, guidata da David Silverman, che in questi giorni spopola nei talk show delle televisioni: «Ci sono milioni di non credenti nel Paese, dobbiamo difendere i nostri diritti» è il suo ritornello. Il video è solo l'ultimo capitolo della battaglia che anima gli Stati Uniti da costa a costa: la chiamano
The War on Christmas e nei due schieramenti si sfidano novelli Scrooge e ultraconservatori cristiani che respingono colpo su colpo i tentativi si laicizzare il loro rito.

Uno dei paladini è l'opinionista della Fox Bill o'Reilly, che secondo un commento ironico della rivista The Atlantic, segue il conflitto con «dispacci che ricordano le diretta dal fronte iracheno». Al suo fianco arriva subito Sarah Palin che attinge al consueto vocabolario da crociata permanente: «Vogliono abortire Gesù dal Natale».

Ma in una nazione dove uno su cinque dichiara di non appartenere ad alcuna religione e se si scende sotto i trent'anni anni la percentuale passa al 33%, i non credenti non restano a guardare. A Sacramento un gruppo di "agnostici" si autofinanzia e tappezza le strade con una sessantina di manifesti che inneggiano ad una festa senza religione: «Molti di noi in questo periodo dell'anno si sentono soli, esclusi da una dittatura culturale. Non vogliamo combattere la Chiesa, ma aiutare questa gente ad uscire allo scoperto, a sentirsi parte di una comunità».

È l'orgoglio laico, che nei biglietti di auguri scrive "buone feste", che appende agli angoli delle strade cartelli a metà tra il rito pagano e l'ironia: "Buon Solstizio", la notte più lunga dell'anno che cade appunto tra il 22 e il 24 dicembre.

Il New York Times racconta il fenomeno come una sorta di movida: «Non vogliamo essere tristi, non vogliamo sentirci emarginati. Come a tutti anche a noi piacciono le feste, soltanto le vogliamo celebrare a modo nostro», spiega Michael Dorian uno dei leader del movimento. E così ecco spettacoli, convegni, proiezioni di documentari, ma soprattutto feste nei bar di Manhattan con concerti dal vivo e karaoke: «Sì, ci vogliamo divertire. Alziamo la testa fieri delle nostre convinzioni », ripetono i partecipanti, un variegato spaccato sociale di laici, agnostici, atei, anti clericali.

Ma la religione è materia delicata da maneggiare e così la guerra sul Natale vive anche momenti meno scherzosi. A Chicago le opposte fazioni vengono alle mani davanti ad un mercatino affollato di famiglie ed è dovuta intervenire la polizia. In una piccola cittadina del New Jersey il comitato locale dei non credenti ha messo un taglia di duemila dollari per individuare i responsabili del rogo che ha bruciato il loro cartellone con la scritta: "Teniamo Saturno dentro i Saturnali" con riferimento alla festa pagana e in risposta allo slogan dei rivali: "Teniamo Cristo dentro il Natale".

In California un uomo, offeso dal grande presepe allestito nel suo paese ha denunciato il sindaco: «Offende la mia libertà». A Long Island, in una scuola, il coro della consueta recita di fine anno è stato epurato dai riferimenti religiosi facendo infuriare un papà per niente contento della novità. «Stiamo sconfinando nel ridicolo », scrive un blogger sull'Huffington Post.

Tanto, alla fine, questa notte quando scende il buio e si accendono le luci dell'albero tutti gli Scrooge del mondo tornano bambini e aspettano fiduciosi lo Spirito del Natale, laico o cristiano che sia.

 

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