ABBIAMO SCHERZATO – AL PROCESSO ETERNIT IL PG DELLA CASSAZIONE CHIEDE DI ANNULLARE LA CONDANNA ALL’INDUSTRIALE SVIZZERO PERCHÉ IL REATO SAREBBE PRESCRITTO – LA RABBIA DEI FAMILIARI DELLE VITTIME

In appello il magnate svizzero Schmidheiny s’era beccato una condanna a 18 anni per disastro doloso ambientale. Per il pg “anche se oggi qui si viene a chiedere giustizia, un giudice tra giustizia e diritto deve scegliere il diritto”. La sentenza entro la prossima settimana.

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Silvana Mossano per “la Stampa

 

fabbrica eternit casale monferrato fabbrica eternit casale monferrato

Il procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacoviello, ha chiesto l’annullamento della sentenza d’Appello nel processo Eternit. Un colpo tremendo per le vittime. In breve, la traduzione della richiesta è che, secondo il magistrato che sostiene la pubblica accusa nel terzo e definitivo grado di giudizio, la condanna a 18 anni di reclusione emessa dalla Corte d’Appello contro Stephan Schmidheiny, accusato di disastro doloso ambientale permanente per la diffusione di fibra di amianto che ha causato migliaia di morti, non regge. E quindi equivale all’assoluzione. 

 

LA SVOLTA DELL’ACCUSA 

ETERNIT CASALE MONFERRATO ETERNIT CASALE MONFERRATO

Secondo il pg è stato un errore contestare il reato di disastro perché, a suo parere, questo tipo di accusa non è sostenuto dal diritto. Per spiegare le caratteristiche del reato di disastro ha fatto l’esempio del crollo di una casa, mentre nel caso del disastro che causa morti a distanza di decenni (per via della lunghissima latenza del mesotelioma maligno che si manifesta dopo parecchi anni dalla silente e subdola contaminazione) non si riesce a prevedere la permanenza. «Anche se oggi qui si viene a chiedere giustizia, un giudice - ha avvertito il pm Iacoviello rivolto alla Corte - tra diritto e giustizia deve scegliere il diritto». 

processo eternit casale monferrato 9 processo eternit casale monferrato 9

 

LA RABBIA DEI FAMILIARI DELLE VITTIME 

CASSAZIONE as x CASSAZIONE as x

Reazione di grande amarezza nelle centinaia di persone che hanno ascoltato la requisitoria. Il primo commento: «Con questa premessa, non si potrà mai incriminare nessuno per disastro per le morti di amianto, perché le malattie si manifestano a distanza di molto tempo. Ed è questa latenza che protegge chi ha commesso questo crimine di cui qui noi rappresentiamo il segno più evidente della sofferenza».

 

DELEGAZIONI DA MEZZO MONDO  

Ora la parola passa ai legali delle parti civili. Ad attere la pronuncia dell’ultimo verdetto in diretta, nell’aula magna della Cassazione, non ci sono soltanto le genti di Casale Monferrato, tra cui il neo commendatore Romana Blasotti Pavesi, presidente dell’Associazione famigliari e vittime dell’amianto (che ha perso marito, sorella, figlia e due nipoti per il mal d’amianto), ma anche delegazioni da tutta Italia e da molte parti del mondo (Brasile, Argentina, Usa, Giappone, Francia, Belgio, Spagna, Svizzera, Olanda, Inghilterra).  

STEPHAN Schmidheiny STEPHAN Schmidheiny

romana blasotti pavesi, presidente dell’associazione famigliari e vittime amianto di casale monferrato romana blasotti pavesi, presidente dell’associazione famigliari e vittime amianto di casale monferrato

 

 

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