ARMIAMOCI E STUDIAMO – TROPPI STUPRI NELLE UNIVERSITÀ AMERICANE? LA NATIONAL RIFLE ASSOCIATION HA LA RISPOSTA PRONTA: FUCILI E PISTOLE NEGLI ZAINETTI

Finora il possesso di armi è stato bandito nelle università, ma in dieci stati a guida repubblicana è iniziato l’iter legislativo per cambiare le leggi. Lo spunto è l’attenzione crescente per il problema delle violenze sessuali durante le feste degli studenti… -

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Federico Rampini per “la Repubblica

 

EMMA Sulkowicz è diventata una figura nota nel campus della Columbia University. Per mesi gli studenti l’hanno vista camminare con un materasso legato sulla schiena: una protesta, per denunciare uno stupro e l’omertà delle autorità accademiche. Il caso Sulkowicz ha ricevuto l’appoggio di associazioni femminili e della senatrice di New York, Kirsten Gillibrand. Ora la sua vicenda rischia di servire un’altra causa: la campagna per consentire di girare armati nelle università. E’ la nuova trovata della National Rifle Association (Nra), la potente lobby dei produttori e possessori di armi da fuoco.

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Gli scandali per le violenze sessuali nei campus di diverse università americane hanno regalato un’occasione alla Nra e ai suoi fiancheggiatori nel partito repubblicano. Ora abbracciano una causa progressista, la difesa delle donne.

 

I campus universitari restano, nella maggioranza degli Stati Usa, una delle poche “zone off-limits” dove è proibito avere armi: 41 Stati sui 50 dell’Unione, hanno delle leggi contro l’introduzione di armi nei campus; ivi compresi degli Stati con solide maggioranze di destra e quindi con governi locali fedeli alla lobby pro-armi. C’era stato un tentativo di sfruttare la tragedia di Virginia Tech (16 aprile 2007, 32 morti e 17 feriti in una sparatoria al Politecnico di Blacksburg), allora la Nra lanciò l’idea che «si sarebbero potuto salvare quelle vite, se gli studenti fossero stati armati». Non ebbe successo.

 

NRA congresso a Indianapolis NRA congresso a Indianapolis

Tuttora i sondaggi compiuti nella popolazione universitaria confermano che la stragrande maggioranza sta bene così, senza armi: il 67% dei ragazzi e l’86% delle ragazze non vuole andare in aula con una rivoltella nello zainetto. Chi vive nell’America liberal, per esempio a New York o in California, si trova in Stati con delle normative locali restrittive. E magari ogni settimana trova nella cassetta della posta una lettera della Brady Campaign to Prevent Gun Violence, o degli Americans for Responsible Solutions , due associazioni anti-armi fondate da due vittime di sparatorie (Jim Brady e Gabby Giffords). Ma l’aria che tira nel resto del paese è molto diversa.

 

La Nra è più forte che mai da quando i repubblicani hanno la maggioranza nei due rami del Congresso. Una delle strategie della Nra, punta a far riconoscere i “permessi di porto d’armi” al di là delle frontiere dei singoli Stati. Oggi, chi compra un fucile in Florida — dove è facile perfino per pregiudicati, criminali violenti — non può girare armato per le vie di Manhattan o di San Francisco. Ma la Nra punta a far approvare dal Congresso una legge che renderebbe il porto d’armi equivalente alla patente di guida: valida su tutto il territorio degli Stati Uniti, a prescindere da quale Stato l’abbia rilasciata.

 

nudi al college nudi al college

Sono 10 gli Stati a maggioranza repubblicana, dov’è già iniziato l’iter legislativo per consentire le armi nelle università. La campagna anti-stupro fa leva su un tema sensibile. Negli ultimi due anni sono aumentate le segnalazioni di molestie sessuali nei campus, insieme con le denunce contro la passività delle autorità accademiche (spesso preferiscono insabbiare gli scandali per non macchiare le reputazioni degli atenei, che sono dei business).

 

Una parlamentare repubblicana del Nevada, Michele Fiore, ha dichiarato al New York Times: «Se queste ragazze all’università avessero un’arma da fuoco, mi chiedo quanti uomini cercherebbero di violentarle. Le molestie scenderebbero, se questi predatori si beccassero una pallottola in testa». Un gruppo di studentesse e di studenti sono dello stesso parere e hanno creato un’associazione pro-armi, Studentes for Concealed Carry . “Concealed” sta per nascosto: un accorgimento della lobby delle armi, consiste nell’appoggiare leggi che liberalizzano il porto d’armi, purché la P38 o il kalashnikov non vengano esibiti alla vista di tutti, in un luogo pubblico.

 

join the nra join the nra

Tra i più critici contro questa nuova campagna, ci sono esperti che hanno studiato il fenomeno delle violenze sessuali. Molto spesso nei campus universitari hanno due caratteristiche: lo stupratore è un amico; e la violenza accade quando la vittima è in preda all’alcol o alla droga. Il caso di Emma Sulkowicz alla Columbia ricade nella prima fattispecie: lo studente che lei accusa di violenza era un suo intimo amico e il rapporto era iniziato consensualmente. In questi casi avere un’arma da fuoco nello zainetto non servirebbe a molto. In quanto a situazioni in cui la vittima è sotto l’influenza dell’alcol o di stupefacenti, meglio non pensare a cosa succederebbe se tutti i ragazzi girassero armati.

 

Tra i repubblicani si distingue una voce controcorrente: il presidente della Florida State University, l’ex senatore John Thrasher, è contrario alle armi; la figlia di un suo amico è stata uccisa da un colpo di fucile partito accidentalmente in una “fraternity” universitaria.

 

 

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