i rattoppi sotto al viadotto morandi foto di tob waylan

AUTOSTRADE VERSO L'ABISSO - LA PROCURA MUOVE L’ACCUSA PIÙ GRAVE DAL CROLLO DEL PONTE MORANDI: AVER TRUCCATO I CONTROLLI SUL VIADOTTO PRIMA DELLA STRAGE, FACENDO RISULTARE UN QUADRO PIÙ RASSICURANTE E DEPISTANDO CHI AVREBBE POTUTO EVITARE IL MASSACRO, MAGARI FERMANDO IL TRAFFICO - SONO CINQUE INGEGNERI LEGATI A SPEA ENGINEERING, CONTROLLATA IN TOTO DA AUTOSTRADE PER L’ITALIA E DELEGATA A MONITORAGGI E MANUTENZIONI - LA REPLICA DELLA SOCIETA'

 

Matteo Indice per www.lastampa.it

 

ponte Morandi

È l’accusa più grave mossa dal 14 agosto scorso, quando il crollo del Ponte Morandi a Genova provocò 43 vittime: aver truccato i controlli sul viadotto «prima» della strage, facendo dolosamente risultare un quadro più rassicurante della realtà e depistando chi avrebbe potuto evitare il massacro in extremis, magari stoppando il traffico. La Procura contesta quest’addebito a 5 ingegneri legati a Spea Engineering, società controllata in toto da Autostrade per l’Italia e delegata a monitoraggi e manutenzioni.

 

«Come pubblici ufficiali» 

genova ponte morandi

Per focalizzare la svolta è necessario fissare alcuni paletti. Per il disastro sono stati finora iscritti sul registro degli indagati i nomi di 74 persone, appartenenti ad Autostrade/Spea o al ministero delle Infrastrutture, e settantuno rispondono di omicidio colposo plurimo e stradale e attentato alla sicurezza dei trasporti. Tutti reati colposi che certificano, agli occhi di chi indaga, una «sottovalutazione» del rischio per «negligenza». Altri tre sono nel mirino solo per favoreggiamento: secondo i magistrati hanno quindi sviato i rilievi «dopo» il crollo, ma non sono stati protagonisti di comportamenti che in qualche modo lo hanno cagionato.

CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA

 

A cinque dei 71 inquisiti per lo scempio vero e proprio, tuttavia, i pm hanno attribuito negli ultimi giorni pure il «falso commesso da pubblico ufficiale». A parere degli investigatori i presunti responsabili hanno cioè alterato l’esito delle ispezioni sul Morandi, o fatto risultare come avvenuti test in realtà mai condotti, e a distanza di qualche mese il ponte si è sbriciolato mentre lo stavano attraversando decine di mezzi. È un’ipotesi gravissima e sulla carta potrebbe profilare la contestazione di «dolo eventuale», una sorta di omicidio volontario, laddove fosse chiaro che il pool dei controllori modificava i dossier pur sapendo che il ponte poteva collassare.

 

Possibile assist per il ministero 

CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA

Di falso erano stati finora incolpati altri tecnici per i report manipolati su vari viadotti della rete italiana rimasti in piedi (tre in Liguria, uno in Abruzzo e uno in Puglia) in un filone d’accertamenti parallelo. Ed è chiaro che il comportamento doloso pre-crollo accollato ad esponenti di Autostrade e Spea può riverberarsi nella bagarre fra azienda e ministero. A questo punto i dirigenti pubblici potrebbero sostenere di non aver ricevuto dal concessionario privato informazioni corrispondenti al reale stato dell’infrastruttura, in particolare nei carteggi allegati al progetto di retrofitting, il restyling dei tiranti deciso nel 2015 e però fatalmente rinviato. Se l’esito dei monitoraggi sul Morandi era stato taroccato, quant’è stata distorta la percezione del rischio per i funzionari ministeriali, sia a Roma sia al Provveditorato alle opere pubbliche della Liguria?

i rattoppi sotto al viadotto morandi foto di tob waylan

 

Input dall’alto e interrogatori 

Altro nodo cruciale da sciogliere è quello sui possibili input superiori. È possibile che tecnici di medio livello abbiano deciso autonomamente di trasformare le check-list sul Morandi in una prassi da evadere solo a tavolino? Alcune intercettazioni lascerebbero intendere il contrario, così come una serie d’interrogatori condotti nei mesi scorsi dalle Fiamme Gialle. Ieri, sempre nell’ambito degli approfondimenti sulle presunte falsificazioni, i finanzieri del Primo gruppo (coordinati dai colonnelli Ivan Bixio e Giampaolo Lo Turco) hanno compiuto perquisizioni a Milano, a Bologna e a Firenze, in sedi sia di Spea sia di Autostrade, per acquisire documentazione.

crollo ponte morandi genova 30

 

 

Il procuratore: “Ipotesi gravi e la ricostruzione può slittare” 

Sull’ultimo rivolgimento delle indagini interviene il procuratore capo di Genova Franco Cozzi, e nel confermare la svolta spiega: «Le ipotesi accusatorie vanno formulate per essere verificate, a garanzia di chi è sospettato. È tuttavia evidente che l’inchiesta accelera e registrerà aggiornamenti significativi». Il numero uno dei pm rimarca poi come eventuali ritardi nella ricostruzione collegati alla garanzia di salute e sicurezza (in una delle parti da demolire sono emerse tracce di amianto, che impediscono l’impiego dell’esplosivo) non vadano drammatizzati:

 

autostrage per l italia

«La scadenza del 15 aprile 2020 per l’inaugurazione del nuovo viadotto? Non stiamo preparando lo sbarco in Normandia, non c’è un D-day prefissato il cui rinvio può alterare in maniera irreversibile l’esito d’una guerra. Io ribadisco che proprio salute, sicurezza e indagini per ristorare i familiari delle vittime, sono una priorità. E in nome di queste priorità, nel caso, si può accettare qualche slittamento dei tempi. È semplice buon senso».

 

campagna pubblicitaria autostrade per l italia

La replica di Spea: «Noi professionali, se qualcuno ha sbagliato pagherà»

Dopo le rivelazioni sull’indagine, oggi Spea ha deciso di prendere posizione con una nota, in cui la società «ribadisce la propria serenità circa il corretto operato dei suoi dipendenti rispetto alle attività d’ispezione e sorveglianza sul viadotto Morandi. E conferma con forza come la sicurezza di tutti gli utenti sia stata e sia garantita da controlli effettuati da professionisti qualificati sull’intera rete autostradale da oltre trent’anni, nel rispetto delle norme applicabili e delle obbligazioni assunte con la committente Autostrade per l’Italia».

 

Quindi la puntualizzazione sul prosieguo dell’inchiesta: «Spea ribadisce la massima disponibilità a collaborare con l’autorità giudiziaria. Alla società non risulta, allo stato, alcuna evidenza di comportamenti non regolari che, qualora venissero accertati, la vedrebbero come parte lesa. In tale denegata circostanza, la società non esiterebbe ad assumere tutti i provvedimenti e le azioni a tutela dell’interesse primario alla sicurezza della circolazione, di tutte le persone che quotidianamente svolgono il proprio lavoro con dedizione e professionalità, dei propri clienti e della propria reputazione».

Franco CozziGIOVANNI CASTELLUCCI E FABIO CERCHIAI

 

FABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCIGIOVANNI CASTELLUCCI

 

Ultimi Dagoreport

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UNA DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIASI SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”