brasile prigione

BENVENUTI NELL’INFERNO DEL BRASILE, DOVE LE PRIGIONI SONO GESTITE DA GANG DI ASSASSINI E STUPRATORI E LE DROGHE SONO INTRODOTTE DAGLI AGENTI - LE CHIAVI DELLE CELLE SONO NELLE MANI DEI BOSS, CHE VIOLENTANO E UCCIDONO CHI NON RISPETTA LE REGOLE DELLA GIUNGLA

un barraco a recifeun barraco a recife

Jay Akbar per “Mail On Line”

 

Le galere dello stato di Pernambuco, in Brasile, sono covi iniqui e senza legge gestiti da detenuti che vendono crack e cocaina all’interno e uccidono chiunque non saldi i debiti. I capi delle prigioni sovraffollate temono i detenuti e cedono il controllo ai più pericolosi, chiamati “chaveiros”, che mantengono l’ordine nelle varie zone.

 

spari e stupri nelle prigioni di pernambucospari e stupri nelle prigioni di pernambuco

La autorità danno il lavoro ad assassini, stupratori e spacciatori perché sono quelli che ottengono il rispetto degli altri. Lo ha raccontato un recluso allo “Human Rights Watch” (HRW). Le quattro galere di Pernambuco hanno una sola guardia per ogni 31 prigionieri. Gli spazi gestiti dai “chaveiros” sono un ricettacolo di malattie, dove i più vulnerabili sono violentati da gang.

 

I loro parenti, fuori dalle mura, sono ricattati e devono pagare i debiti di droga di chi sta dentro. In ogni cella convivono una dozzina di uomini, mentre i “chaveiros” godono di stanze private spaziose e con tv, frigoriferi, bagni e servitù personale composta da quelli che chiamano “chegados”, addetti al bucato e alle pulizie.

vittima della milizia carcerariavittima della milizia carceraria

I detenuti devono racimolare nel cortile l’acqua per lavarsi, bere e pulire i water. L’acqua corrente arriva solo tre volte al giorno, per circa mezz’ora.

 

I prigionieri devono sborsare una tassa settimanale tra i 5 e i 15 reais - da uno a dieci euro circa - e se non lo fanno vengono uccisi. Questi signori della droga fanno soldi anche vendendo crack e cocaina introdotta dalle guardie e dagli agenti di polizia. Il debito lo pagano i parenti, che spesso sono costretti a vendersi tutto. Oppure i “chaveiros” vendono e affittano brande note come “barracos”, dai 140 ai 450 euro.

 

morti e feriti in cella a curadomorti e feriti in cella a curado

Regina, ha versato la cifra più alta per assicurare una sistemazione a suo figlio di 20 anni, finito in carcere per possesso di cannabis (del valore di 13 euro). Il figlio ha poi perso il privilegio perché il suo carnefice ha deciso di rinnovare la zona. Chi non si può permettere il “barraco”, dorme a terra nei corridoi. Quando i “chaveiros”, che possiedono le chiavi, rivogliono indietro una cella, sono soliti accusare gli altri prigionieri di qualche reato commesso, per farli sgomberare dagli agenti.

 

Un direttore del carcere ha dichiarato alla “HRW”: «Se uno dei capi viene in amministrazione e dice che una persona ha attaccato un’altra, portando testimoni, noi gli crediamo e puniamo chi ha sbagliato». Le zone interne alla prigione sono pattugliate da milizie, ovvero membri di gang che picchiano chiunque infranga le regole. E’ la legge della giungla che regna da quelle parti.

oltre trenta detenuti in cella a pjallboltre trenta detenuti in cella a pjallb

 

I nuovi arrivati o i prigionieri più deboli, spesso disabili, sono confinati nell’aria protetta, ma spesso qui vengono violentati. Jorge, 28 anni, stava in una cella di Cotel con altri dieci uomini: gli hanno infilato una busta in testa, gli hanno legato le mani, ed è stato stuprato. Poi lo hanno minacciato di morte con un coltello, per ottenere il suo silenzio. Quando ha raccontato tutto ad una guardia, si è sentito rispondere: «I detenuti devono soffrire».

i prigionieri hanno acqua solo tre volte al giornoi prigionieri hanno acqua solo tre volte al giorno

 

Paulo, 34 anni e gay, divideva la cella di PAMFA con 67 uomini, qui è stato violentato ripetutamente lo scorso novembre. Lo raccontò ad una guardia che non gli credette. Gli aggressori non indossano mai i profilattici, perciò il livello di HIV è altissimo, 42 volte maggiore rispetto al resto del Brasile.

i prigionieri pagano una tassa agli aguzzinii prigionieri pagano una tassa agli aguzzinii detenuti poveri dormono a terra in corridoioi detenuti poveri dormono a terra in corridoioi direttori del carcere cedono le chiavi alle gangi direttori del carcere cedono le chiavi alle gang

 

Le prigioni brasiliane ospitano 607.000 detenuti in spazi designati per 377.000. A Pernambuco vivono in 32.000, quando lo spazio è per meno di 10.000. Il 59% dei detenuti è in attesa di giudizio ma vive in celle con criminali già condannati, in violazione della legge brasiliana. Tutti i dati sono inclusi nel rapporto dello “Human Rights Watch” intitolato “The State Let Evil Take Over': The Prison Crisis in the Brazilian State of Pernambuco”.

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