Eva Cantarella per www.corriere.it
socrate istruisce alcibiade nella casa di aspasia di jean leon gerome
La prima cosa che dobbiamo sapere, quando parliamo della sessualità degli antichi , e in particolare dei greci, è che i nostri più lontani antenati europei non capirebbero quello che stiamo dicendo. Non capirebbero, più precisamente, parole come etero-, omo- o bi-sessualità, perché allora non esistevano i concetti che queste parole esprimono.
Distinzione sessuale tra «attivi» e «passivi»
L’etica sessuale degli antichi, infatti, era molto diversa dalla nostra, per una ragione tanto semplice quanto fondamentale: gli antichi (greci e romani) erano pagani. Fu il cristianesimo infatti a introdurre concetti e precetti sessuali che noi, intendo noi moderni, siamo (più o meno) abituati a considerare universali. E fatta questa premessa eccoci ai greci: per loro la bipartizione fondamentale tra comportamenti sessuali non era etero- e omo-sessualità. Era attività e passività.
La virilità infatti, per loro, significava ( e imponeva) “attività” . Un uomo doveva essere attivo in tutti i campi, dalla guerra, in cui doveva vincere, alla politica, in cui doveva imporre le proprie idee, all’amore, in cui doveva sottomettere: non solo le donne ma anche alcuni uomini.
Ma a una condizione: che il sottomesso (detto eromenos, “l’amato”) fosse un pais, vale adire un ragazzo, destinato a diventare un uomo ma non ancora tale, perché ancora debole, intellettualmente e sessualmente incerto, e quindi equiparato alle donne. Quando il pais diventava un uomo , infine, (attorno ai vent’anni) non poteva e non doveva più essere un “amato”. Doveva diventare un erastes (“amante”), vale a dire il partner attivo non solo di una donna (la moglie o le amanti che gli erano ampiamente consentite) ma anche di un pais, che diventava il suo “amato”.
Comportamenti regolati ma solo «per uomini»
l uomo maturo e l uomo giovane
Nulla di più falso, dunque, del mito una volta diffuso della libertà sessuale dei greci: la vita sessuale dei greci era regolata da norme precise e cogenti, la cui violazione era sanzionata sia giuridicamente sia socialmente. Tornando per concludere al problema della terminologia: parlare di bisessualità dei greci si può certo fare, ma bisogna sapere che, riferita a loro, la parola non descrive l’ orientamento sessuale che oggi definiamo con questo termine.
I greci erano bisessuali nel senso che nel corso della loro vita avevano rapporti sia con donne sia con altri uomini: ma nel senso e secondo le regole sopra indicate. Infine, tutto quanto sopra detto vale esclusivamente per gli uomini. Alle donne non era consentito avere rapporti che con gli uomini, e secondo la legge solo con i propri mariti.
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