BUTTANISSIMA SICILIA - “HA UNA LOVE STORY CON LA CATECHISTA”, CACCIATO IL PARROCO DI TAORMINA - TUTTE LE CHIESE RESTANO CHIUSE, IL PAESE PROTESTA: DA QUATTRO GIORNI NON SI CELEBRANO NÈ FUNERALI, NÈ MATRIMONI

Accusato di avere una liason con una giovanissima catechista, don Sinitò ha consegnato le chiavi e si è rifugiato a casa della madre: “Me ne vado a testa alta. Quella ragazza è la fidanzata di mio nipote e ha 25 anni. Io ne ho 60 ed è una cosa ridicola attribuirmela come amante” - Conto alla rovescia per l’arrivo del nuovo parroco: a rischio i matrimoni di sabato…

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Alessandra Ziniti per "la Repubblica"

 

ex parroco Don Salvatore Sinito ex parroco Don Salvatore Sinito

Il padre della sposa è allibito dietro il portone sbarrato della chiesa di San Nicolò. «Il matrimonio di mia figlia è sabato. Possibile che non ci sia nessuno?». La chiesa è chiusa da quattro giorni, così come tutte le altre undici di Taormina.

 

L’ormai ex parroco, don Salvatore Sinitò, costretto alle dimissioni dall’arcivescovo Calogero La Piana dopo un tam tam di voci che gli attribuivano una relazione con una giovanissima catechista, lunedì mattina ha consegnato le chiavi di tutte le chiese all’arcivescovado di Messina e si è ritirato in buon ordine a casa della madre. Non senza prima ribadire: «Me ne vado a testa alta, la comunità dei fedeli è spaccata per cui preferisco sacrificarmi io pur di tenerla unita. Quella ragazza è la fidanzata di mio nipote e ha 25 anni. Io ne ho 60 ed è una cosa ridicola attribuirmela come amante».

taormina taormina

 

Da lunedì, in una Taormina ancora affollata da turisti e villeggianti, non si dice Messa, non si celebrano funzioni, né matrimoni, né funerali. La comunità parrocchiale, già turbata dal trasferimento di don Sinitò, attende ancora che arrivi il suo sostituto.

 

E così nelle bacheca di qualcuna delle chiese chiuse, come in quella di Santa Domenica, è apparsa una lettera di scuse: «Cari taorminesi, gentili signori turisti. Ci scusiamo del fatto che in questi giorni non troverete le chiese aperte come sono solitamente privandovi così di ammirare le nostre bellezze artistiche e di poter vivere momenti di spiritualità. Ci auguriamo che questa forma di inospitalità nei vostri confronti possa avere termine al più presto».

 

sindaco Eligio Giardina sindaco Eligio Giardina

Inutile chiedere notizie a Messina in arcivescovado. Ai telefoni non risponde nessuno. Anche il sindaco di Taormina Eligio Giardina ieri ha provato inutilmente a mettersi in contatto con l’arcivescovo La Piana. «Siamo in un momento di transizione molto delicato che speriamo duri il meno possibile. Io non voglio entrare nel merito della questione e delle decisioni dell’arcivescovo dal quale non sono riuscito ad avere alcuna notizia in merito. L’ho cercato a lungo per sollecitare una soluzione di questa incresciosa situazione, a Taormina abbiamo un turismo anche molto legato alla sfera religiosa».

 

Ieri, sul sito dell’arcivescovado, è apparsa l’ufficializzazione di una notizia che, negli ambienti religiosi di Taormina, correva già prima del terremoto che ha portato alla rimozione di don Sinitò: e cioè la nomina di don Carmelo Lupò, vicario dell’arcivescovo La Piana, a nuovo arciprete di Taormina.

MONS. Carmelo Lupò MONS. Carmelo Lupò

 

Ma nessuno ha ancora dato notizie della data del suo insediamento che comunque, con tutta probabilità, avverrà tra domani e dopodomani. In tempo per non far saltare i matrimoni già prenotati per sabato (un business che ha assicurato quest’anno un bilancio in attivo di circa 200.000 euro) e per riaprire le chiese per le messe domenicali. Sperando che non si ripeta quanto accaduto lunedì scorso quando la comunità parrocchiale di Taormina è rimasta incredula a lungo dietro il portone chiuso del Duomo in attesa della celebrazione della messa solenne nella ricorrenza del ritrovamento dell’immagine di Santa Maria de’ Greci nel pozzo della Badia Vecchia.

 

«Increduli abbiamo aspettato per più di due ore che qualcuno aprisse citofonando anche al portone della canonica, ma nessuno ci ha risposto — racconta Paolo Restuccia, membro del consiglio pastorale parrocchiale — È la prima volta dal 1693 che la Chiesa di Taormina non tiene fede al suo voto ».

 

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