CALIFFATO TRICOLORE - FERMATO IN MAROCCO UN ITALIANO RESIDENTE IN BELGIO: “E’ UN FIANCHEGGIATORE DELL’ISIS, PROGETTAVA ATTENTATI A CASABLANCA” -L’UOMO E’ STATO BLOCCATO DALLA SICUREZZA MAROCCHINA ALL’AEROPORTO DI OUJDA-ANGAD. FARNESINA CAUTA

Secondo le autorità dell’Africa settentrionale, l’uomo fermato aveva aderito all’ideologia jihadista e nel 2014 aveva tentato, senza riuscirvi, di unirsi ai campi dell' organizzazione terroristica in Siria e in Iraq…

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Roberta Catania per “Libero Quotidiano

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In un 2016 martoriato dagli attentati terroristici, un italiano è finito in manette all' estero con l' accusa di essere un fiancheggiatore dell' Isis. Il «fermo» e non l' arresto, come ha puntualizzato la Farnesina a caccia di informazioni, è scattato mercoledì scorso, presso l' aeroporto di Oujda-Angad, nel nord del Marocco, al confine con l' Algeria.

 

Adesso il Ministero degli Esteri e i nostri servizi di Intelligence aspettano «risposte ufficiali» attraverso l' ambasciata italiana a Rabat. Il nostro connazionale è detenuto a Salè, nei pressi della capitale marocchina, in attesa capire il «peso» delle accuse che il governo straniero ha mosso nei suoi confronti.

 

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I servizi di sicurezza dello scalo aeroportuale dove è avvenuta la cattura, secondo il Ministero dell' Interno marocchino, avrebbero proceduto su input della Direzione generale per il monitoraggio del territorio nazionale di Rabat, al culmine di un' indagine che avrebbe permesso loro di individuare il presunto terrorista attraverso «notizie di Intelligence».

 

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Gli 007 marocchini sono infatti convinti che l' italiano avrebbe legami con un gruppo estremista e sarebbe coinvolto in un piano per attaccare obiettivi in Marocco», in particolare Casablanca. Secondo le autorità dell' Africa settentrionale, l' uomo fermato aveva aderito all' ideologia jihadista e nel 2014 aveva tentato, senza riuscirvi, di unirsi ai campi dell' organizzazione terroristica in Siria e in Iraq.

 

Residente in Belgio, questo cittadino italiano avrebbe quindi fatto rientro nel cuore dell' Europa, per poi ripartire un anno fa per il Marocco. Stando alla ricostruzione fatta a Rabat, ma che il nostro governo vuole verificare, nel giugno 2015 l' italiano era tornato in Africa su ordine del leader del Daesh (acronimo arabo dell' Is, lo stato islamico) per «eseguire il suo progetto terroristico», dopo aver messo in atto alcune «operazioni di sopralluogo e di osservazione» nei presso di Casablanca, dove sarebbe dovuto avvenire l' attacco terroristico.

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Il nostro governo è costantemente in contatto con l' ambasciata italiana, per capire le accuse precise e gli elementi che le supportano. Solo due mesi fa il nostro sistema antiterrorismo non era dovuto andare troppo lontano per incappare in una cellula islamica ben addestrata, pronta a colpire in Italia. I carabinieri del Ros e i poliziotti della Digos erano intervenuti in provincia di Lecco quando uno dei capi aveva fatto scattare l' ordine: «Vai e colpisci Roma».

 

Aspettare sarebbe stato troppo rischioso, perciò erano state arrestate sei persone. Alice Brignoli, 39enne svanita nel nulla da un anno, insieme al marito marocchino, Mohamed Koraichi e ai loro tre figli di 7, 6 e un anno e mezzo. Dal 2008 si erano convertiti all' Islam e dal maggio 2015 erano andati in Siria.

 

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Il messaggio di «colpire Roma» era indirizzato a Abderrahim Moutaharrik, kickboxer di grande fama, che voleva partire per la Siria con la compagna, Salma Bencharki, e i figli di 2 e 4 anni, ma il Califfato gli ha ordinato di distruggere la città sacra ai cristiani. Nell' ordinanza di arresto ci sono anche la sorella di Mohamed, Wafa Koraichi e il marito, Abderrahmane Khachia.

 

Le tre coppie comunicavano, tra loro e con il capo in Siria, attraverso messaggi vocali già registrati e poi scambiati attraverso Whatsapp. Agli atti ci sono le trascrizioni delle conversazioni che inchiodano i presunti terroristi. Che cosa abbia invece fatto finire nei guai l' italiano fermato l' 8 giugno in Marocco è ancora un mistero, che andrà chiarito nelle prossime ore.

 

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