patrizia paterlini

IL CANCRO? TE LO SCOPRO CON L’ESAME DEL SANGUE. L’INVENZIONE DI PATRIZIA PATERLINI, CERVELLO IN FUGA IN FRANCIA, CHE HA MESSO A PUNTO UN TEST PER SCOPRIRE I TUMORI PRIMA CHE SI FORMANO – “VORREI DARE IL TEST GRATIS A TUTTI”

 

Stefano Montefiori per il Corriere della Sera

 

«Uccidere il cancro», più che sconfiggerlo. È un titolo appassionato. Non c' è il distacco che potremmo supporre in una scienziata che da anni vive in laboratorio tra provette e centrifughe, la questione è - anche - personale. «Uccidere il cancro» (Mondadori) è il libro della grande oncologa italiana trapiantata in Francia Patrizia Paterlini-Bréchot, docente di biologia cellulare e molecolare all' Università Paris-Descartes.

PATRIZIA PATERLINI2PATRIZIA PATERLINI2

 

La incontriamo nel suo ufficio, vicino alla «fotocopiatrice», come lei chiama scherzando il macchinario messo a punto dalla sua équipe. Una specie di scatolone viola che permette di individuare le primissime cellule tumorali nel sangue, quando ancora non hanno formato una massa riscontrabile dalle radiografie o dalla risonanza magnetica, e quando dunque non ci sono ancora metastasi.

 

Basta, basterebbe un normale prelievo del sangue per battere il cancro sul tempo. Nata a Reggio Emilia, Patrizia Paterlini si laurea a Modena. Segue i corsi dell'«Infallibile Maestro», come lei chiama nel libro il professor Mario Coppo, e un giorno in corsia incontra il suo «paziente zero».

 

Quanto ha contato per lei quel paziente?

PATRIZIA PATERLINI1PATRIZIA PATERLINI1

«È stato decisivo. Un uomo destinato a morire, in pochi giorni, di cancro al pancreas. Il suo ultimo sguardo è stato rivolto a me, occhi spalancati che mi accusavano: "Mi hai tradita!". In quel momento ho deciso che avrei dedicato la vita a combattere il cancro».

 

Poi è andata a Parigi per uno stage di biologia molecolare, è entrata nella squadra del professor Christian Bréchot e se ne è innamorata, ricambiata. Si è trasferita in Francia e dopo decenni di ricerche ha fatto una scoperta straordinaria, che potrebbe un giorno valerle il premio Nobel. Può parlarcene?

«Da circa un anno e mezzo è a disposizione il test Iset ( Isolation by Size of Tumor Cells ) per l' individuazione delle cellule tumorali nel sangue. Con questo sistema il professor Paul Hofman a Nizza ha scoperto cellule tumorali nel sangue di cinque pazienti a rischio, fumatori affetti da broncopatia, ben prima che il cancro al polmone fosse visibile. Il test è per ora disponibile per aiutare a prevenire le metastasi in pazienti con diagnosi di tumore, anche se non lo si può rifiutare ai soggetti senza tumore che firmano il consenso informato. Costa 486 euro, non ancora rimborsati dall' assistenza sanitaria (Isetbyrarecells.com )».

 

Con quale frequenza bisognerebbe ripetere il test?

«Io testo tutti quelli che posso ogni sei mesi. Anche me stessa, e mio marito. Per noi è più facile perché ce lo abbiamo in casa, è difficile dire al pubblico "bisogna ripeterlo ogni sei mesi" quando non è rimborsato».

patrizia paterlini3patrizia paterlini3

 

La sua scoperta incontra resistenze?

«Il problema è anche culturale, sta nella differenza tra quel che i medici sono pronti a fare su sé stessi e quello che fanno ai pazienti. Per i pazienti si seguono le linee guida, uguali per tutti. È giusto, e "seguire il protocollo" è un modo per mettersi al riparo da eventuali errori e critiche. Il futuro della medicina invece sono cure personalizzate, oltre alle terapie uguali per tutti. Testerei tutta la popolazione gratis ma non posso, è terribile».

 

Ci sono contestazioni?

«No, la sensibilità e specificità del test sono ormai convalidate da circa 60 pubblicazioni indipendenti. Non abbiamo milioni di dollari a disposizione per il marketing, avanziamo solo con i risultati scientifici e quindi ci vuole tempo».

 

Christian BrechotChristian Brechot

Avreste bisogno di molti finanziamenti per avanzare?

«Sì, ma io sono molto prudente nell' accettarli. Il rischio è che qualcuno arrivi mettendo i soldi, e a quel punto pretenda di predeterminare i risultati degli studi. Piuttosto smetto e mi dedico ad altro».

 

Le mancano i pazienti?

«Sì, ma sento che sto facendo qualcosa per salvare ognuno di loro. Dormo tre o quattro ore a notte, non di più. A fine giornata ci sono sempre cose che non sono riuscita a fare, non stacco mai».

 

Un capitolo del libro è dedicato a Giovanna, che lei definisce «la mia migliore collaboratrice».

«Il cancro l' ha fermata. Ha combattuto a lungo, poi ha accettato di addormentarsi progressivamente per calmare le sofferenze. Se ne è andata così, con dolcezza e discrezione. Io non potevo che continuare, anche per lei».

 

E le manca l' Italia?

«Molto. In Francia ho trovato occasioni che forse in Italia non avrei avuto, ma sono molto riconoscente all' università italiana per la formazione che mi ha dato, all' altezza delle migliori al mondo».

 

Qual è il prossimo passo?

sintomi cancrosintomi cancro

«Oggi il test indica se ci sono cellule tumorali nel sangue, e a quel punto bisogna poi cercare l' organo coinvolto con i soliti esami (radiografie, tac). Lavoriamo perché il test in futuro ci dica subito quale organo curare o sorvegliare, e risparmieremo altro tempo prezioso. Le prime cellule tumorali sono sentinelle: danno l' allarme quando la minaccia è lontana, e si fa in tempo a sventarla».

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

HA RAGIONE VANNACCI: È DAVVERO IL MONDO AL CONTRARIO – IL VERTICE DELLA CASA BIANCA, CON I LEADER EUROPEI E IL POVERO ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA, È STATO IL PIÙ SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE – LA REGIA TRUMPIANA HA MESSO GIORGIA MELONI, NEL RUOLO DI “RAGAZZA PON-PON” DEL “MAGA”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, RISPETTIVAMENTE ALLA SINISTRA E ALLA DESTRA DI “DON DONALD” CORLEONE. MERZ, STARMER. E LA POVERA URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL CULMINE SI È RAGGIUNTO QUANDO, IN BARBA A OGNI EDUCAZIONE DIPLOMATICA, TRUMP È SCOMPARSO PER 40 MINUTI 40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO – E QUANDO MERZ HA PROVATO TIMIDAMENTE A INSISTERE SULLA NECESSITÀ DELLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DI COMPLEMENTO GIORGIA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE DI CONTRADDIRE IL GREAT DONALD? POCO DOPO, È STATA PROPRIO LEI A SUGGERIRE A DONALD DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

C’È FRANCO E FRANCO(FORTE) - SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI IN ITALIA PESA COME UN MACIGNO L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - GIÀ OGGI, PUR AVENDO IL 30 PER CENTO DI MEDIOBANCA, I DUE RICCONI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE DELLA BANCA PERCHÉ NON SONO “HOLDING BANCARIE” REGOLATE DALLA BCE (E CE MANCHEREBBE CHE PER FARE OCCHIALI O CEMENTO UNO SI METTE IN CASA GLI ISPETTORI DI FRANCOFORTE) - DOMANI AVRANNO IL CONTROLLO DI MPS E SI TROVERANNO NELLE STESSE CONDIZIONI, CIOÈ SENZA POTER TOCCARE PALLA. COSA SUCCEDERÀ ALLORA IN MEDIOBANCA E GENERALI DOPO L’8 SETTEMBRE? SI PROCEDERÀ PER ACCORDI SOTTOBANCO TRA AZIONISTI E MANAGER CON LA BENEDIZIONE DEL GOVERNO, O SI PROCEDERÀ ALLA LUCE DEL SOLE SEGUENDO LE REGOLE EUROPEE? AH, SAPERLO…

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?