“CARA” VI COSTA L’ACCOGLIENZA DEGLI IMMIGRATI - LA GESTIONE DEL MAXICENTRO SICILIANO DI MINEO, UN AFFARE DA 100 MILIONI: A SPARTIRSI LA TORTA LE COOP BIANCHE AMICHE DI BUZZI - VALLINI SMENTISCE LEGAMI CON LA DIOCESI DI ROMA

La gestione del centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Mineo assegnata a un drappello di coop nel quale rientrano anche organismi legati all’Arciconfraternita del Santissimo sacramento e San Trifone - Il cardinale-vicario di Roma Vallini dice che ogni legame è reciso, ma se si telefona al numero dell’Arciconfraternita si scopre che la realtà è un’altra…

Condividi questo articolo


Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

SALVATORE BUZZI SALVATORE BUZZI

Un “business” siciliano che sfiora i 100 milioni di euro. E un drappello di cooperative, alcune delle quali legate ad enti ecclesiastici, pronte a spartirselo. Benvenuti nel cinico mondo degli affari costruiti sulla gestione degli immigrati. Un mondo sul quale l’inchiesta relativa a “Mafia Capitale” ha aperto  diversi squarci.

 

Ciò che finora è rimasto sullo sfondo è la dimensione economica della gestione del Cara (centro di accoglienza dei richiedenti asilo) di Mineo, in provincia di Catania, uno dei più grandi d’Europa. Mentre riemergono i contatti di alcune cooperative coinvolte nel Cara con la diocesi di Roma, che nei giorni scorsi ha reagito con non poco imbarazzo.

 

LE CARTE

La Notizia, documenti alla mano, è in grado di ricostruire i contorni di un “business”, cinicamente parlando, sul quale aveva messo gli occhi il ras delle cooperative rosse, Salvatore Buzzi, accusato di essere il braccio finanziario della presunta cupola guidata dall’ex Nar, Massimo Carminati. Ebbene, bisogna partire da una cifra: 96.907.500 euro.

 

Si tratta del valore dell’ultimissima gara assegnata nel giugno scorso per la gestione triennale del Cara di Mineo, una struttura che ospita circa 4 mila migranti di 48 nazionalità diverse. A gestire l’affidamento è stato il “Calatino terra d’accoglienza”, il consorzio di comuni siciliani che ha in mano la gestione amministrativa del centro. In realtà la gara non ha fatto altro che certificare l’assegnazione del servizio al gruppo di  società che dal 2012 sono sempre rimaste in campo di proroga in proroga.

BUZZI CARMINATI BUZZI CARMINATI

 

LE SOCIETA’

La decisione finale è caduta su un raggruppamento formato dal consorzio Casa della solidarietà (sede a Roma), dal consorzio Sol. Calatino (sede a Caltagirone), dal consorzio di cooperative Sisifo (sede a Palermo), dalla Cascina global service srl (società controllata dalla cooperativa romana La Cascina), dalla Pizzarotti & c. Spa (sede a Parma) e dal comitato provinciale della Croce rossa di Catania.

 

Nel gruppo a dare nell’occhio è soprattutto il consorzio Casa della Solidarietà, all’interno del quale rientra un’altra cooperativa romana piuttosto famosa che si chiama Domus Caritatis. Entrambi in passato sono stati spesso considerati come organismi dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, inserita all’interno della diocesi di Roma. Prendendo spunto da alcune intercettazioni dell’inchiesta romana, i magistrati hanno evocato una sorta di accordo tra le coop rosse di Buzzi e quelle dell’Arciconfraternita per spartirsi il business dell’accoglienza.

MASSIMO CARMINATI DA GIOVANE MASSIMO CARMINATI DA GIOVANE

 

Questo collegamento ha fatto andare su tutte le furie il cardinale vicario, Agostino Vallini, che due giorni fa ha chiarito di aver disposto già da tempo la chiusura dell’Arciconfraternita, “di cui è in corso la procedura di estinzione”. In più per Vallini “non risponde al vero che le attività svolte dalla cooperativa Domus caritatis e dal consorzio Casa della solidarietà siano riconducibili all’Arciconfraternita”. Il fatto è che qualche legame parrebbe persistere. L’Arciconfraternita, infatti, ancora oggi compare nell’elenco degli enti assistenziali riportato nel portale “Integrazione Migranti”, gestito dai ministeri del lavoro e dell’interno.

 

LA COINCIDENZA

cardinale vallini cardinale vallini

Ieri La Notizia ha composto il numero di telefono dell’Arciconfraternita riportato sul portale e a rispondere è stato lo sportello polifunzionale della Domus Caritatis e della Casa della libertà. L’unica spiegazione fornita di questa strana coincidenza è che “l’Arciconfraternita non è più qui”.

 

Sta di fatto che la Casa della libertà è rientrata nel raggruppamento che si è aggiudicato il servizio triennale di gestione del Cara di Mineo per circa 100 milioni di euro. E chi c’era nella commissione che ha disposto l’aggiudicazione? Tra gli altri spunta fuori Luca Odevaine, anche lui finito nell’inchiesta con l’accusa di appartenere alla cupola e già vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni.

 

LUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMA LUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMA

Odevaine, come ha ricordato La Notizia del 9 dicembre, risulta presidente della fondazione IntegrA/Azione, ente benefico fondato qualche anno fa da Legambiente (poi uscita in tutta fretta) e della cooperativa Abitus. Quest’ultima, come si apprende dal sito, svolge attività assistenziali dei centri di accoglienza gestiti dalla Domus Caritatis, cooperativa che rientra nella Casa della libertà. Una girandola di incroci che sembrerebbero dimostrare come uomini vicini al mondo delle coop rosse di Buzzi si muovessero in sintonia anche con consorzi e cooperative cattoliche.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…