CARROCCIO CATORCIO - NELL’INCHIESTA SUI 49 MILIONI DELLA LEGA NORD SPARITI, E’ STATO SCOPERTO UN CONTO CORRENTE DEL PARTITO CON SEI MILIONI DI EURO SVUOTATO IN SETTE MESI - TRA LE 120 MILA TELEFONATE INTERCETTATE CE N’E’ ANCHE UNA DI ROBERTO MARONI: "BISOGNA FARE LA "BAD COMPANY" DOVE RIMANE DENTRO UN C...” - I PM SONO CONVINTI CHE NON TUTTI I 49 MILIONI INCASSATI ILLECITAMENTE DA BOSSI E BELSITO SIANO STATI SPESI, MA CHE UNA PARTE SIA STATA RICICLATA E POI RECUPERATA…

Matteo Indici e Gianluca Paolucci per “la Stampa”

 

MARONI BOSSI

Un conto corrente della Lega con sei milioni di euro svuotato in sette mesi, a cavallo tra 2013 e 2014. E 120 mila telefonate intercettate nello stesso periodo in un' inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che i finanzieri, su mandato della Procura di Genova, stanno ascoltando per poi acquisire quelle più importanti.

L'indagine è quella sui 49 milioni della Lega Nord «spariti» dal 2013 in poi, con il partito in piena tempesta e il rischio concreto di avere i depositi bloccati a causa d' una faida interna.

 

bossi salvini maroni

Nei primi mesi del 2013 la Lega apre un conto nella filiale milanese della Sparkasse, la Cassa di risparmio di Bolzano, e vi trasferisce 6 milioni di liquidità e un deposito titoli con circa 4,5 milioni. Il conto resta aperto per un anno circa, ma l'operatività è concentrata in sette mesi, durante i quali con un flusso continuo escono quasi tutti i soldi. Quasi un milione al mese, in media circa 50 mila euro al giorno per ogni giornata di banca aperta.

«Spesi nell' attività del partito», è la versione ufficiale.

 

Quando il conto corrente viene chiuso, nel 2014, ci sono poco più di 150 mila euro.

È in quel periodo che i pm di Reggio, durante l' inchiesta denominata «Breakfast» su un' associazione per delinquere con interessi ramificati, intercettano Domenico Aiello, non indagato.

maroni al congresso della lega

 

Avvocato, in quel periodo è il legale di fiducia di Roberto Maroni, allora segretario della Lega (negli ultimi mesi sono tornati a lavorare insieme). Le date delle intercettazioni sono intrecciate con quelle della movimentazione dei conti del partito e una piccola parte è stata pubblicata sul Fatto quotidiano tre anni fa. Solo che adesso, alla luce del fascicolo genovese sul sospetto riciclaggio dei 49 milioni, assumono tutt' altra rilevanza per i pm del capoluogo ligure.

 

UMBERTO BOSSI E BELSITO

La protezione dei soldi, agli albori del 2013, è un tema di stringente attualità dentro il Carroccio per le cause mosse da Matteo Brigandì, pure lui avvocato leghista ma di fede bossiana, finito in rotta di collisione con i nuovi vertici, ai quali minaccia di bloccare l'operatività finanziaria per vari contenziosi. Il 22 luglio 2013 Maroni chiama Aiello. È preoccupato per le iniziative di Brigandì e di Bossi e i due cercano un modo per separare il patrimonio e la gestione del partito.

 

«Bisogna fare la "bad company" dove rimane dentro un c...», dice il segretario al suo consulente. Negli stessi mesi, mentre viene aperto il conto alla Sparkasse - che oggi sta cooperando con gli inquirenti per la ricostruzione dei movimenti -, di nuovo Maroni e Aiello si confrontano sull' ipotesi di creare un trust, una fondazione, qualcosa che consenta di mettere il denaro, una volta fatto uscire dal perimetro ufficiale, al riparo da eventuali sequestri: siano essi il frutto delle iniziative di Brigandì o delle più invasive indagini della Procura genovese, visto che lo scandalo dei rimborsi truffa è ormai deflagrato.

lega ladrona bossi belsito foto e baraldi

 

In un' intercettazione precedente fra Aiello e il notaio Angelo Busani, quest' ultimo davanti all' opzione di una creatura parallela che assorba i denari prelevati dai conti in chiaro esclama: «Vaffambagno, se fanno l' esecuzione non trovano nulla». C' è un collegamento fra quell' ansia di creare un rifugio sicuro per i fondi del partito e la spoliazione del conto Sparkasse? È quello vogliono capire a Genova, convinti che non tutti i 49 milioni incassati illecitamente da Bossi e dall' ex tesoriere Francesco Belsito siano stati spesi, ma che una parte sia stata riciclata in vari rivoli e poi recuperata tramite una galassia di società sparse fra il Lussemburgo e la provincia di Bergamo.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”