messina denaro

IL CERCHIO SI STRINGE - PERQUISIZIONI NEI CONFRONTI DI 25 INDAGATI RITENUTI, A VARIO TITOLO, FIANCHEGGIATORI E FAVOREGGIATORI DELLA LATITANZA DI MATTEO MESSINA DENARO - CONFISCATI BENI PER OLTRE 200 MILIONI DI EURO AGLI EREDI DELL'IMPRENDITORE VINCENZO RAPPA, DECEDUTO NEL 2009 ALL'ETÀ DI 87 ANNI…

1 - MAFIA: LATITANZA MESSINA DENARO, 25 PERQUISIZIONI

(ANSA) - Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani, coordinati dalla Dda di Palermo, stanno effettuando delle perquisizioni nei confronti di 25 indagati ritenuti, a vario titolo, fiancheggiatori e favoreggiatori della latitanza di Matteo Messina Denaro. Fermato un esponente di spicco di Cosa nostra di Mazara del Vallo, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale. L'attività è finalizzata alla cattura di Matteo Messina Denaro.

 

matteo messina denaro

L'attività, che vede l'impiego di circa 200 carabinieri, costituisce un'ulteriore fase delle indagini del Ros per la cattura del superlatitante attraverso il progressivo depotenziamento dei circuiti di riferimento e il depauperamento delle risorse economiche del gruppo criminale. Le perquisizioni dei numerosi obiettivi individuati, come abitazioni, proprietà rurali ed esercizi commerciali, hanno già permesso di arrestare in flagranza di reato due degli indagati, trovati rispettivamente in possesso di pistole illegalmente detenute, una Baby Browning cal. 635 munita di caricatore con 5 colpi e un revolver cal. 22 con 20 cartucce.

 

Sequestrate apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni e una copiosa documentazione, materiale questo che è già al vaglio dei tecnici e degli analisti del Rosa e che, ritengono i carabinieri, potrà fornire spunti utili per il proseguo delle investigazioni. Militari dell'Arma hanno anche fermato, su disposizione della Dda della Procura di Palermo, Matteo Tamburello, esponente di spicco della famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.

 

messina denaro

Al centro delle indagine ci sono i mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e di Castelvetrano nel cui alveo sono state documentate "qualificate interlocuzioni intrattenute da Tamburello con soggetti riconducibili al reggente del mandamento di Castelvetrano, Gaspare Como, cognato del latitante Matteo Messina Denaro", arrestato sempre dal Ros lo scorso aprile nell'ambito della indagine 'Anno zero'. Le investigazioni sul clan mafioso mazarese hanno permesso di "individuare la fase riorganizzativa degli assetti di vertice, fornendo importanti elementi sulla sua collocazione baricentrica nelle relazioni criminali nella Sicilia occidentale".

 

2 - MAFIA: DIA CONFISCA 200 MLN DI BENI A EREDI RAPPA

(ANSA) - Beni per oltre 200 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Palermo agli eredi dell'imprenditore Vincenzo Rappa, deceduto nel 2009 all'età di 87 anni. Secondo l'accusa, "pur non essendo organico a Cosa nostra le avrebbe fornito un contributo concreto, specifico e volontario che permetteva di consolidare l'apparato strutturale dell'associazione criminale". Tra gli immobili sequestrati anche Palazzo Benso, costruito nel '700, oggi sede del Tar, l'edificio che ospita il Cnr e una villa di 2.300 mq nel centro di Palermo.

messina denaro 7

 

Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo su proposta del direttore della Dia, che nel 2014 aveva portato al sequestro dei beni, nell'ambito di indagini coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Claudia Ferrari che hanno consentito di ricostruire la biografia e la parabola economica dell'imprenditore edile Vincenzo Rappa, condannato in via definitiva nel 2004 dalla Corte d'Appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio aggravato. Emersi legami con numerosi personaggi di spicco di Cosa nostra: Raffaele Ganci della famiglia della Noce, i Madonia di Resuttana, i Galatolo dell'Acquasanta e la 'famiglia' di Borgetto.

MATTEO MESSINA DENARO

 

Il Tribunale afferma che "le condotte poste in essere (da Vincenzo Rappa, ndr) di certo non si sono limitate alla mera contiguità o vicinanza a Cosa nostra, ma si sono sostanziate in azioni senz'altro funzionali agli scopi associativi". Nel processo erano emersi episodi di riciclaggio aggravato, dopo che importanti collaboratori di giustizia avevano dichiarato di essersi avvalsi di lui, all'epoca insospettabile imprenditore, per sottrarre da iniziative giudiziarie beni di loro proprietà.

 

Il provvedimento di confisca, eseguito dalla Dia di Palermo, riguarda l'intero capitale sociale e relativo compendio aziendale di 3 società di capitali attive nel comparto delle costruzioni edilizie e nel campo finanziario, una società di persone, quote in partecipazioni societarie di una società di capitali, 183 immobili, un intero edificio di otto piani, rapporti bancari e disponibilità finanziarie. Il Tribunale di Palermo ha anche disposto il dissequestro di altri beni e società intestati agli eredi di Rappa, che erano stati sequestrati nel 2004, che non sono stati riferibili o collegabili all'attività dell'imprenditore deceduto.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…