CI VOLEVA LA STRAGE A BRUXELLES PER SVEGLIARE L’UE E AUMENTARE LA SICUREZZA NEGLI AEROPORTI - SOLO ADESSO L'EUROPA PENSA A NUOVI CONTROLLI SULLO STILE DELLO SCALO ISRAELIANO DI TEL AVIV, IL PIÙ SICURO AL MONDO

È possibile infatti che venga introdotto in Europa un primo controllo di sicurezza già all'ingresso dell'aeroporto con metal detector e controllo di biglietti e passaporti come già accade in alcuni scali realmente blindati come Tel Aviv, Beirut e Mosca… -

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Matteo Basile per “il Giornale”

 

Ci voleva un attentato per scoprire quello che, in fondo, già tutti sapevano. Allo stato attuale la sicurezza negli aeroporti è minima. Se un po' ovunque dal check in non passa uno spillo (o quasi), prima di arrivare ai controlli di rito è tutto lasciato al caso. Certo, può succedere che un folle si finga terrorista per parlare con la moglie che lo ha mollato, o che un pilota decida di suicidarsi portandosi dietro tutti i passeggeri, ma dopo l' 11 settembre a bordo degli aerei si può stare abbastanza tranquilli.

 

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Bruxelles ha però dimostrato che chiunque può fare ciò che vuole, anche nell' obiettivo sensibile numero uno nella città che sarebbe dovuta essere blindata e iper protetta. Dopo l' esplosione nella hall delle partenze di Zaventem qualcosa potrebbe cambiare. È possibile infatti che venga introdotto in Europa un primo controllo di sicurezza già all' ingresso dell' aeroporto con metal detector e controllo di biglietti e passaporti come già accade in alcuni scali realmente blindati come Tel Aviv, Beirut e Mosca.

 

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Non a caso, il «Ben Gurion International Airport» della capitale israeliana è considerato il più sicuro di tutto il mondo ed un modello da seguire. Qui nulla è lasciato al caso: il passeggero è sotto attenzione già prima del suo arrivo in aeroporto che deve essere almeno 3 ore prima della partenza del volo.

 

Si parte con un autentico interrogatorio cui segue l' assegnazione di un codice di pericolosità che va da 1 a 6 e quindi l' eventuale passaggio attraverso body scanner e metal detector, il tutto sotto l' occhio (molto) vigile, di cani addestrati nell' individuare esplosivi. Senza dimenticare che l' intera sicurezza è affidata a uomini dell' esercito israeliano, famosi per l' addestramento rigido, e che le misure non sono standard ma cambiano ciclicamente per «tenere alta» l' attenzione del personale.

 

AEROPORTO DI TEL AVIV AEROPORTO DI TEL AVIV

Standard di sicurezza elevati e tutti contenti? Non proprio. Migliorare i controlli significa infatti anche aumentare i costi che, ovviamente, ricadranno sugli utenti. Basti pensare che l' apparato di sicurezza del «Ben Gurion» costa in media 10 volte in più di quanto costano i controlli negli scali americani dove già non si va per il sottile. Il Comitato per la sicurezza aerea europea stima che gli aumenti saranno almeno del 10%, senza considerare, inevitabilmente, che lieviteranno anche i tempi di attesa.

 

AEROPORTO DI TEL AVIV AEROPORTO DI TEL AVIV

A decidere alla fine saranno i singoli aeroporti, fermo restando che se le misure di sicurezza saranno elevate, lo saranno solo negli scali più grandi e considerati maggiormente a rischio. E in ogni caso, fonti Ue precisano che «il rischio zero non esiste». Ma ridurlo al meno possibile, forse, si può e si dovrebbe fare.

 

 

 

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