persone in coda

CON LA CODA TRA LE GAMBE - LONDRA DICE ADDIO AL TRADIZIONALE ORDINE BRITISH: LA FILA ALL’INGLESE NON SI FA PIU’, ORA VINCONO I FURBETTI - IL MOTIVO? SECONDO L’UNIVERSITÀ DI LONDRA IN MEDIA UN CITTADINO SPRECA QUATTRO ANNI DELLA SUA VITA IN CODA CON L’AUTO O ALL’AEROPORTO, SUL BUS O PER ENTRARE NEI PUB:

Fabio Cavalera per il “Corriere della Sera”

 

persone in codapersone in coda

Alla signora Amanda Van Mullingen un po' di tempo fa a Londra è capitato questo: «Stavo aspettando l' autobus. Ero la prima e l'unica. In cinque minuti si è formato un gruppo di una quindicina di persone, normalissimi lavoratori. Quando il mezzo finalmente si è fermato, la scena è cambiata. Tutti all'assalto, sembravamo un branco di bulldog inferociti».

 

Lo ha raccontato su un blog e magari ha esagerato. Ma il dato di fatto è che il mito degli inglesi che rispettano disciplinatamente il loro turno e che affrontano la pena di una lunga fila con aplomb, ebbene quel mito va dimenticato. Altri tempi. Gli inglesi sono cittadini del mondo, urlano, si spintonano, escono di testa, fanno i furbi.

 

persone in coda persone in coda

C' erano una volta due capisaldi delle consuetudini dei bravi sudditi di Sua maestà: il tè e il bon ton della coda. «Le regole delle code sono una bellissima manifestazione della nostra cultura. Imparatele e vi considereremo britannici a pieno titolo». Sei anni fa Dave Arquati, un comune londinese doc, si lanciava, su una pagina internet, nell'autocelebrazione della pazienza inglese. Il primo caposaldo, il tè, è rimasto. Quanto al secondo siamo alla rivoluzione o alla involuzione: vince il prepotente, con buona pace della mitologia nazionale.

 

La fenomenologia della coda è sotto osservazione perché rivela molto dell'inclinazione civica di una città e di un popolo. Nel Regno Unito lo psicologo Adrian Furnham, uscito da Oxford e docente all'Università di Londra ha messo assieme le ricerche degli ultimi dieci anni, le ha aggiornate e con il collega Luke Treglown è arrivato alla semplice conclusione: «La calma, le buone maniere, l'attesa ordinata, le norme sociali della coda sono virtù scomparse».

 

persone in coda   persone in coda

Spiega lo studio dell' Università di Londra che in media un cittadino spreca quattro anni della sua vita in fila: con l' auto o all' aeroporto, per salire sui mezzi pubblici o per iscriversi all' università, per entrare nei pub o negli uffici dell' amministrazione. Concerti, teatri, bar, ristoranti. Sempre e ovunque.

 

Il tempo è denaro, specie a Londra, dunque se una volta ci si poteva permettere di stare tranquilli al proprio posto, adesso è la legge della giungla con gli espedienti più diversi, ad esempio intrufolare il proprio bambino con la certezza che se ha solo cinque anni nessuno si arrabbierà (la ricerca dimostra che se l' età sale a dieci la rivolta è garantita).

 

persone in coda    persone in coda

L' uomo e la donna in coda (di più il primo) obbediscono alla regola del sei. Osservano gli psicologi comportamentisti che ci sono due limiti oltre i quali scattano la nevrosi e l' arrabbiatura: ovvero se si hanno sei persone davanti e se c' è una distanza minima fra gli uni e gli altri di almeno sei pollici, quindici centimetri. Oltre, scatta la reazione o la rappresaglia. O ci si ritira smoccolando (nel migliore dei casi) o si prova la «scorciatoia» con il pericolo della zuffa.

 

Pare che colori ed odori abbiano una qualche influenza. Il rosso, il giallo e l' arancione degli ambienti, colori caldi, stimolano lo stress da coda. Aromi alla vaniglia o alla lavanda hanno effetti benefici sull' aggressività. Qualche panchina alle fermate non guasta. Insomma, maledette code che stanno cambiando gli umori e i buoni sentimenti inglesi. La fila ordinata è un ricordo: «roba da film di propaganda», sentenzia il professor Furnham. Gli crediamo.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…