IL COMANDANTE DELLA NORMAN INTERROGATO PER CINQUE ORE E MEZZA - GIACOMAZZI È ACCUSATO DI NAUFRAGIO COLPOSO, OMICIDIO COLPOSO PLURIMO E LESIONI COLPOSE – IL COMANDANTE DELLA NORMAN INTERROGATO PER CINQUE ORE E MEZZA -

Sono ripresi intanto i tentativi di agganciare il relitto da parte del rimorchiatore che lo dovrà trainare a Brindisi, ma il maltempo rende difficili le operazioni. Molti dei naufraghi sono ancora a Brindisi, ospitati in quattro strutture alberghiere della zona, e molti di loro devono ancora essere ascoltati dagli investigatori….

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Corriere.it

 

argilio giacomazzi comandante della norman atlantic argilio giacomazzi comandante della norman atlantic

Ha risposto per cinque ore e mezza alle domande del pm Ettore Cardinali e degli ufficiali della Capitaneria di Porto di Bari, il comandante della Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi, giunto ieri sera a Brindisi a bordo di nave S.Giorgio. Giacomazzi è accusato di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. «Abbiamo chiarito ogni aspetto rispondendo a tutte le domande», ha detto l’avvocato Alfredo Delle Noci.

 

«Rispettate tutte le procedure»

A quanto si è appreso, le domande del pm si sono concentrate anche sulle procedure di sicurezza attivate dopo il rogo fino alle fasi di evacuazione. Il comandante ha spiegato di aver rispettato le procedure e di aver dato un primo allarme interno all’equipaggio perché verificasse l’entità dell’incendio e non creasse il panico tra i passeggeri, e solo in un secondo momento, come da procedure, l’allarme a tutta la nave.

 

argilio giacomazzi comandante della norman atlantic argilio giacomazzi comandante della norman atlantic

Il traino del relitto

Sono ripresi intanto i tentativi di agganciare il relitto da parte del rimorchiatore Marietta Barretta che lo dovrà trainare a Brindisi, ma il maltempo rende difficili le operazioni. Molti dei naufraghi sono ancora a Brindisi, ospitati in quattro strutture alberghiere della zona, e molti di loro devono ancora essere ascoltati dagli investigatori.

 

2. L'INCENDIO, I RITARDI, IL RECUPERO: UNA TRAGEDIA CON TRE MISTERI

Leonardo Marisol per "Libero Quotidiano"

 

Sarà certamente solo un caso. Però in Italia ogni volta che c’è un disastro saltano fuori ritardi, pasticci e misteri oscuri. Che presumibilmente anche nel caso dell’incendio del traghetto Norman Atlantic costringeranno magistrati e giornalisti ad occuparsi della vicenda per anni.

traghetto in fiamme norman atlantic 9 traghetto in fiamme norman atlantic 9

 

I magistrati pugliesi dovranno prima di tutto appurare perché - se è vero che il primo allarme incendio era stato lanciato alle 4.21 quando la posizione della nave era a circa 30 miglia dalla costa salentina - ci si è messo tanto ad intervenire, lasciando la nave per 37 ore in balia di una tempesta tra la Grecia, l’Albania e l’Italia. E poi bisognerà scoprire dove e come sia scoppiato l’incendio. Se nella stiva, nella sala macchine o nei garage che trasportavano auto e camion da Patrasso all’Italia tra sabato e domenica.

 

Solitamente le navi hanno porte tagliafuoco e compartimenti stagni. Sistemi automatici per isolare allagamenti e incendi. Gli armatori del nuovo traghetto (e così anche l’associazione di categoria Confitarma), sostengono che la Norman «era in ottime condizioni».

 

traghetto in fiamme norman atlantic 8 traghetto in fiamme norman atlantic 8

«La Norman Atlantic, una nave conforme a tutte le regolamentazioni internazionali», sottolinea una nota dell’associazione degli armatori, «costruita solo da 5 anni in uno dei migliori cantieri del mondo specializzato proprio nella costruzione di traghetti e da sempre di proprietà degli Armatori Visentini, era in ottime condizioni sotto il profilo della sicurezza, come comprovato proprio dalla recente visita tecnica che aveva messo in evidenza, in un quadro di eccellenza delle sue dotazioni, soltanto marginalissime misure da migliorare, nessuna delle quali ritenuta, anche lontanamente, un pericolo per la sicurezza della navigazione».

 

traghetto in fiamme norman atlantic 7 traghetto in fiamme norman atlantic 7

E allora viste le «eccellenze delle sue dotazioni» cosa è successo? La nave resa ingovernabile (senza propulsione e timone), l’impianto elettrico fuori servizio (anche quello di emergenza), i sistemi antincendio inutili (o inutilizzabili). Una catena di sfortunate coincidenze? A sole 30 miglia marine dalla costa italiana (meno di 55 chilometri terrestri), si è scatenato l’inferno. Certo far uscire per mare la San Giorgio - l’unità anfibia della Marina Militare - impiegata in tutte le missioni più delicate (dalla Somalia al terremoto in Turchia fino al salvataggio di oltre 16mila persone a largo della Sicilia) - non è cosa da poco. Però un rimorchiatore d’altura (ne sono stati inviati subito 2), solitamente riesce a tenere a bada una nave anche durante le tempeste peggiori. Questa volta no.

 

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Altro mistero da svelare l’effettiva presenza nelle stive di materiali altamente esplosivi e incendiabili. Per quasi 12 ore gli idranti delle navi accorse hanno sparato getti per contenere le fiamme e il calore. E senza considerare che l’equipaggio (oltre 50 persone) avrà provato senz’altro a domare inizialmente le fiamme.

 

traghetto in fiamme norman atlantic 5 traghetto in fiamme norman atlantic 5

Anche il recupero del relitto si è trasformato in un giallo tanto da costringere la compagnia armatrice a spiegare perché il salvataggio del traghetto sia stato affidato ad una compagnia privata: «In merito ai dubbi espressi circa la scelta operata nell’affidare le operazioni di recupero e salvataggio della nave ad una società privata, nonché circa la possibilità che tale scelta possa essere finalizzata a sottrarre la nave alle indagini da parte dell’autorità giudiziaria», spiega un piccato comunicato della Visemar di Navigazione, la scelta di chiedere l’intervento della Smit Salvage, compagnia specializzata nel soccorso delle navi in difficoltà «non ha altro interesse che l’accertamento della verità».

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La Norman dovrebbe rientrare in Italia oggi, mare permettendo. LA COSTRUZIONE La Norman Atlantic è stata costruita cinque anni fa, quindi molto recentemente, in un cantiere che Confitarma (l’associazione degli armatori) definisce uno dei migliori al mondo. LA REVISIONE Recentemente il traghetto era stato controllato da alcuni tecnici. Risultato: dotazioni eccellenti e «soltanto marginalissime misure da migliorare, nessuna delle quali ritenuta, anche lontanamente, un pericolo per la sicurezza della navigazione».

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