mauro corona filippo facci

CORONA DI SPINE -  FACCI RANDELLA MAURO CORONA, CHE HA PROPOSTO UN “DASPO PER LA MONTAGNA” CONTRO I TURISTI CAFONI CHE INVADONO LE DOLOMITI: “IDEA CARUCCIA: MA A INTERDIRE LA PIÙ DANNOSA E CAFONA DELLE BESTIE – L’UOMO – C’È IL RISCHIO DI SPOPOLARE TUTTE LE MONTAGNE. SE IL RIFUGIO VICINO AL LAGO DI SORAPISS L’HAI TRASFORMATO IN HOTEL STELLATO NON PUOI PRETENDERE CHE..."

Filippo Facci per “Libero Quotidiano”

mauro corona

 

C' è lo scrittore, alpinista e apparente clochard Mauro Corona che ha simpaticamente proposto un "Daspo per la montagna", una cosa tipo quella che si fa allo stadio per la teppaglia: con tanto di multa, foglio di via e foto segnaletiche da appendere laddove il turista non sia più benvenuto.

 

Corona l' ha detto dopo aver visto il lago di Sorapis (Dolomiti, zona Cortina) invaso da migliaia di turisti agostani: «Se uno dimostra di non rispettare questi posti allora va allontanato, il nostro dovere è proteggere la natura, e se il pericolo sono questi cafoni, allora mandiamoli via e colpiamoli nel portafogli».

 

FILIPPO FACCI

Lo scenario è il consueto che vede associare qualsiasi anfratto della Terra al turismo di massa: mostri, cafoni da gara, sporcizia, urla, volgarità, bambiname invadente e insomma una deturpazione dei luoghi che ci sono cari, ciascuno ha il suo: non c' è libro di Reinhold Messner, per dirne uno famoso, che non infili dentro anche lo sprezzo per le sue Odle altoatesine rovinate dalla plebaglia.

 

MAURO CORONA

Naturalmente è tutto vero: il turismo tende a dimostrare che l' umanità fa mediamente schifo e ogni tanto qualcuno lo riscopre. E se un cittadino medio con infradito e zaino Decathlon spicca per contrasto cafone in ambiente montano, beh, è anche vero che un Mauro Corona a spasso per Milano - vestito come Jim Bridwell nella Yosemite degli anni Settanta - non è che sembri meno fuori posto: gli mancherebbero solo dei cani pulciosi e il cartello "Ho fame".

 

E siamo già al problema, all' obiezione più prevedibile: la fame, i soldi, ossia quel sistema turistico che prima prostituisce un meraviglioso territorio al contante del turista e poi, a granai pieni, comincia pure a lamentarsi se questo turista non è pure rispettoso, silente, abile sul sesto grado di roccia e possibilmente senza figli.

filippo facci l alpinista 5

 

IL PORTAFOGLI

«Colpiamoli nel portafogli», diceva Corona: ma è proprio dal portafogli che è cominciato tutto, quello appunto del turista. Se il rifugio vicino al lago di Sorapiss l' hai trasformato in un piccolo hotel stellato con cena alla carta e pasti senza glutine o per vegani (52 euro la mezza pensione) poi non è che Corona possa pretendere che vi passino solo gli scalatori della Punta Sorapiss o della Croda Marcora: quelli, ormai, vanno in tenda, nei bivacchi, e sono pure guardati con un certo sprezzo.

 

raganello 6

I gestori dei rifugi, che spesso sulle Dolomiti erano guide alpine e ora tendono a fare gli albergatori, non amano l' escursionismo o l' alpinismo "mordi e fuggi" di chi tende a fare tutto in una sola giornata.

 

Tecnicamente hanno ragione: c' è gente che arriva in parete o in escursione troppo tardi, e questo è pericoloso, ma è anche vero che le famigliole cafone rendono di più: il problema è che poi, invece dell' imbrago per il sesto grado, hanno portato il materassino gonfiabile per il laghetto.

MATTEO SALVINI MAURO CORONA

 

Insomma, per dire: se costruisci tre tronchi di funivia che portano in cima alla Marmolada, oppure l' avveniristica Skyway che porta sul ghiacciaio del Monte Bianco, o altri tronchi per il Passo dei Salati sul Rosa o per il Plateau Rosa al Cervino, ecco, non è che poi ti puoi lamentare se i turisti sbarcano in ciabatte e s' infilano in un crepaccio dieci minuti dopo.

 

Già che ci siamo: se nella calabrese Civita scrivi "Raganello tour" e poi non metti un cartello o un cancello o un essere umano a impedire che i turisti si avventurino da soli, non è che eccetera.

dolomiti

 

DEGRADO IN AUMENTO

O per fare un esempio strettamente legato a Mauro Corona, che è di Erto e Casso, paesini coinvolti nella tragedia del Vajont del 1963: se sopra la diga ci costruisci una via ferrata peraltro rudimentale (l' han fatta nel 2015, e la possono fare anche i bambini), non è che puoi invocare il Daspo se poi c' è casino e non tutti si soffermano a riflettere sui morti della valle del Piave.

 

Il discorso è infinito e potrebbe riguardare anche località marine o lacustri, in teoria: ma il caso dei cafoni di montagna è diverso in una cosa, e cioè che in montagna i cafoni ce li devi portare; devi costruir loro appoggi e strutture, salvo accorgerti che chiunque, alla fine, risulta comunque un cafone a parere di qualcun altro.

 

mauro corona

A tutti i livelli: qualche giorno fa abbiamo scritto dei tentativi di bloccare l' accesso sul Monte Bianco a chi non abbia l' attrezzatura necessaria, con la gendarmeria piazzata a sorvegliare; ci sono state semi-risse di alpinisti senza prenotazione ai rifugi (a quasi 4000 metri) con una guida colpita da un pugno perché una cordata di otto alpinisti dell' Est pretendeva la precedenza nonostante fosse in discesa; c' è stato un gruppo di lettoni che pretendeva di piazzare in cima al Bianco una bandiera larga dieci metri, il tentativo di piantare una tenda in vetta e infine l' incredibile tentativo di portare in cima un cane.

 

Nel senso di animale, che di cani umani se ne vedono già da anni anche a 4810 metri. Insomma, caruccia l' idea del Daspo: ma a interdire la più dannosa e cafona delle bestie - l' essere umano - c' è il rischio di spopolare tutte le montagne in attesa di farlo con l' intero Pianeta.

 

raganello 3

A meno di dar retta a quelli di "Mountain Wilderness", che è un po' la Rifondazione Comunista degli alpinisti: è un' associazione internazionale che vuole combattere la progressiva degradazione delle montagne e che dal 1987 propone l' istituzione di parchi immacolati, aree protette (che in Italia sono già tantissime), boicottaggio di funivie e simili, limiti per rifugi e vie ferrate, chiusura di un sacco di strade di montagna, abolizione dell' eliscì (quando ti portano in cima a una montagna per poi scendere sci ai piedi) e bando alle motoslitte, ai fuoristrada, ovviamente a cafoni e maleducati. I quali, ovviamente, figurano anche tra le fila di Mountain Wilderness: chi scrive ve lo garantisce di persona.

 

RISCHI PER TUTTI

filippo facci

E figurano tra gli alpinisti bravi e preparati che calcolano ogni rischio e tuttavia muoiono lo stesso, talvolta: esattamente come le più formidabili guide alpine; figurano tra gli escursionisti di città o indigeni che siano, tra gli sciatori, i base-jumper (quelli che salgono le cime e si buttano col paracadute) e tra coloro che dimenticano semplicemente di guardare le previsioni meteo dell' ultimo minuto; figurano ovviamente tra i tantissimi che hanno scambiato il soccorso alpino per un taxi volante che ti venga a prendere quando ti fa male la caviglietta (o sei solo stanco) e figurano i già citati e celebri turisti "in infradito" che salgono sulla fiammante Skyway del Monte Bianco che si avventurano sul ghiacciaio e valicano i cancelli e portano i bambini a caso nella neve: ignorando, colpevolmente, che la morte in un improvviso crepaccio è tra le più orribili. E che dire dei giornalisti che scrivono di montagna, peraltro regolarmente "assassina"?

raganello 4

Ha ragione Mauro Corona, serve un Daspo. Per chi va in montagna. Per chi va in collina. E per chi va in pianura.

 

raganello 5raganello 7raganello 2

 

la piena del torrente raganello 7la piena del torrente raganello 9

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...