IL CUORE DI MAFIA CAPITALE? NON È ROMA, MA UN PAESINO DELLA SICILIA - A MINEO IL CENTRO PER IMMIGRATI CHE VALE DIECI VOLTE LE COOP DI BUZZI. E BUZZI CI HA MESSO LE MANI. GRAZIE A ODEVAINE E ALL’UOMO DI ALFANO

Claudio Gatti per “Il Sole 24 Ore

 

LUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMALUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMA

Migranti, soldi, corruzione e voti, questi gli ingredienti principali della brutta storia del “Mondo di mezzo”. Era un circolo vizioso in cui gli arrivi dalle coste libiche generavano business per i centri di accoglienza, e gli appalti per la loro gestione venivano aggiudicati a suon di mazzette a cooperative che davano lavoro a persone le quali poi garantivano il supporto politico. L’ingordigia clientelare andava di pari passo a quella elettorale.

 

Sebbene l’inchiesta sia nota ormai a tutti gli italiani come “Mafia Capitale”, non è però nella capitale che migranti, soldi, corruzione e voti hanno raggiunto l’apogeo. È a Mineo. Dal marzo del 2011 in quel paesino in provincia di Catania è infatti attivo il Centro di accoglienza richiedenti asilo, il Cara, che ha ricevuto di gran lunga più migranti di qualsiasi altro in Italia.

 

Non a caso Mineo suscita le brame del ras delle cooperative sociali romane Salvatore Buzzi. E il suo socio, l’ex terrorista dei Nar affiliato alla Banda della Magliana Massimo Carminati, lo definisce «il posto più grosso – gigantesco». Basti pensare che nel corso degli ultimi 20 anni, sotto le giunte Rutelli, Veltroni e Alemanno, dal Comune di Roma le cooperative di Buzzi avevano ottenuto appalti per un totale di 26 milioni e mezzo. Mentre dal 2011 a oggi a Mineo sono già stati spesi oltre 100 milioni e nel luglio scorso è stato aggiudicato – sempre allo stesso gruppo di imprese - un singolo appalto-record di altri 100 milioni circa.

odevaineodevaine

 

È a Mineo che operava in veste di presidente e membro della Commissione aggiudicatrice degli appalti Luca Odevaine, l’uomo di collegamento tra il “mondo di sotto” di Carminati e il “mondo di sopra” delle istituzioni. È a Mineo che è stato aggiudicato un appalto in base a un bando definito dalla Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici “manifestamente illegittimo”. E infine è a Mineo che il partito politico di chi ha sin dall’inizio gestito gli appalti del Cara ha battuto ogni record. E sì, perché alle europee di maggio nel Comune di Mineo il Nuovo centro destra ha ottenuto oltre il 39% delle preferenze, percentuale di quasi dieci volte superiore a quella raccolta nel resto d’Italia, dove l’Ncd si è attestato attorno al 4.

 

la cupola di mafia capitale carminatila cupola di mafia capitale carminati

A ricostruire la storia del Cara di Mineo è stato lo stesso Odevaine in una chiacchierata registrata dalle cimici dei Ros in cui spiega al suo commercialista di essere stato coinvolto nella gestione del centro siciliano su richiesta di Franco Gabrielli, il capo della Protezione civile che ne era stato nominato Commissario straordinario: «Venne nominato sub-commissario il presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione (…) C’è voluto un po’ di tempo, però abbiamo concordato un percorso. Gli ho detto: ‘Guarda io capisco che dobbiamo assolutamente valorizzare tutte le realtà locali, fare un consorzio di cooperative che gestisca, però 'sta roba qua non può essere affidata solo a piccole cooperative locali (…) ma se qui non se fa una roba che c'abbia una sua professionalità rischiamo un disastro'.

 

arresto carminati arresto carminati

Per cui alla fine lui capisce. Gli dico: ‘Noi dobbiamo creare un gruppo, poi facciamo la gara. Però certo favoriamo le condizioni per cui ci sia un gruppo forte, che (…) vince’. Per cui gli presento… già ne parlo con questi dell’Arciconfraternita a Roma, con cui ho sempre lavorato qui al Comune di Roma (...) che nel frattempo si erano fusi con la Cascina. Per cui li ho presentati a Castiglione (…) Si è strutturata questa roba, e dopodiché’ abbiamo fatto questa cosa… la prima gara. Io ho fatto il presidente della commissione. Poi c’è stata una seconda gara, e adesso questa è la terza gara che si fa. E in tutte e tre io so’ stato in commissione».

 

Dall’indagine è emerso che il compenso per Odevaine non arrivava solo dal gettone di circa duemila euro al mese che riceveva ufficialmente in quanto consulente della stazione appaltante di Mineo. In un’intercettazione lui stesso dice: «Su Mineo mi davano 10mila euro al mese, come - diciamo così - contributo». Mineo avrebbe reso a Odevaine il doppio di quello che secondo le intercettazioni dei Ros avrebbe ricevuto da Buzzi per orientare migranti e appalti sulle cooperative romane.

 

MASSIMO CARMINATI MASSIMO CARMINATI

La spiegazione/confessione di Odevaine potrebbe essere inquinata da millanterie. Per questo Il Sole 24 Ore ha voluto verificarla con i protagonisti della vicenda. La prima verifica ha riguardato il ruolo di Giuseppe Castiglione, l’ex presidente della Provincia di Catania. Eletto deputato nel 2013, nominato sottosegretario all’Agricoltura da Enrico Letta e confermato da Matteo Renzi, Castiglione è il luogotenente di Angelino Alfano in Sicilia, segretario regionale del Ncd, il partito che nelle europee a Mineo ha registrato quell’exploit quasi miracoloso.

 

In una conversazione registrata dai Ros, Buzzi lo identifica come «il vero responsabile» del centro di Mineo. E in un’altra Odevaine lo chiama «il principale referente» di Ncd in Sicilia, «quello che gli porta i voti». Nel luglio 2011, Castiglione, all’epoca presidente della Provincia di Catania, è nominato da Gabrielli «soggetto attuatore» del Cara. E per la gestione del centro si porta con sé un dirigente esterno della Provincia che lavorava nei servizi sociali, Giovanni Ferrera.

 

BUZZI CARMINATIBUZZI CARMINATI

A fianco a lui chiama anche Odevaine che, con Ferrera, prepara il primo bando. Il Governo aveva dichiarato lo stato d’emergenza. La gara è organizzata in tutta fretta. La prima richiesta di offerta è inviata per posta elettronica venerdì 5 agosto. La raccomandata alle ditte invitate a partecipare è spedita di corsa il giorno successivo da Bronte, paese natale di Castiglione amministrato dal di lui suocero e sponsor politico Giuseppe Firrarello. «Avevamo completato l’avviso la sera tardi e ho pregato un mio assistente che viveva a Bronte di spedirlo la mattina successiva da casa. Perché era l’ultimo giorno e c’erano termini di notifica da rispettare», ci ha spiegato Ferrera.

 

I termini, super-abbreviati dal regime di emergenza, scadevano dopo Ferragosto, il 17 agosto. Il giorno successivo, la commissione aggiudicatrice presieduta da Odevaine e composta da due soli altri membri, Ferrera ed Ettore De Salvo, ragioniere generale della Provincia di Catania, aggiudica l’appalto a un’Associazione temporanea di imprese.

SALVATORE BUZZI SALVATORE BUZZI

 

In veste di capofila c’era il consorzio di cooperative palermitane Sisifo (i cui uffici catanesi erano in un appartamento di proprietà di un altro alfaniano di ferro, l’eurodeputato Giovanni La Via, a suo dire affittato da un’agenzia immobiliare a sua insaputa). Con Sisifo l’Ati includeva anche La Cascina, il gruppo nazionale legato a Comunione e Liberazione, e la cooperativa romana Domus Caritatis il cui presidente, Tiziano Zuccolo, era anche stato presidente dell’Arciconfraternita del S. Sacramento e del S. Trifone, la cooperativa di cui parlava Odevaine nella sua ricostruzione.

 

Zuccolo non è indagato , ma il suo nome ricorre spesso nei documenti depositati in Tribunale dalla Procura di Roma. In una discussione con Buzzi sulla “spartizione” di un gruppo di migranti siriani, Zuccolo viene registrato dicendo: «Salvato’… l’accordo è al 50 per cento. Dividiamo da buoni fratelli, ok?». Nella sua informativa il Secondo reparto del Servizio centrale dei Ros commenta: «Tale scambio di battute tra Buzzi e Zuccolo consentiva di acclarare l’esistenza di un accordo in ossequio del quale i richiedenti asilo e rifugiati assegnati al Comune di Roma andavano divisi ‘al 50 per cento', costituendo di fatto un vero e proprio cartello».

 

intercettazione buzziintercettazione buzzi

L’appalto dell’agosto 2011 scade dopo pochi mesi, e a fine dicembre 2012, in qualità di Soggetto attuatore, Castiglione ordina una nuova gara. A redigere il bando per la gestione dei servizi del Cara è ancora una volta il suo collaboratore Ferrera. Che assieme al solito Odevaine siede anche nella Commissione aggiudicatrice. Il 30 dicembre è pubblicato il bando. A parte quella capeggiata da Sisifo partecipa anche un’altra Ati composta dall’impresa palermitana Connecting People e dalla cooperativa Auxilium. Il 3 febbraio 2012 viene fatta l’assegnazione provvisoria a Sisifo nonostante la sua offerta economica fosse decisamente più alta di quella di Connecting.

 

Dieci giorni dopo Connecting e Auxilium inviano una lettera all’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici in cui segnalano «palesi violazioni contenute negli atti di gara». In particolare l’illegittimità della previsione dell’avviso di gara che assegnava sei punti a chi possedeva un centro cottura entro un raggio di 30 km dal Cara di Mineo e del requisito per le società partecipanti che prevedeva l’esperienza di gestione di un servizio pasti «per un numero non inferiore a 2.000 per pasto». Entrambi i requisiti erano a loro dire disegnati per far vincere chi già gestiva il centro (la Cascina aveva appena comprato un centro cottura entro i 30 km).

 

il senatore giuseppe castiglioneil senatore giuseppe castiglione

Il 15 maggio 2012 l’Autorità invia una lettera al “Soggetto attuatore del Cara di Mineo” e in copia a Connecting people in cui si legge: «L’inserimento tra i criteri di valutazione della distanza del centro di cottura non appare conforme alle prescrizione del Codice (…); la formula utilizzata per il punteggio economico, oltre che difforme rispetto a quelle indicate dal Dpr del 5 ottobre 2010, viola (…) le formule previste. (…) Infine, per quanto concerne i requisiti di partecipazione (…) nel caso di specie il servizio di ristorazione rappresenta solo uno degli elementi che concorrono a definire il servizio di gestione di un Cara e il requisito in oggetto potrebbe escludere imprese specializzate che non hanno finora gestito un servizio di ristorazione come quello indicato nel bando».

 

Il Sole 24 Ore ha voluto accertarsi del significato di quelle parole e ha contatto telefonicamente il dirigente dell’Autorità che ha firmato la lettera.

 

«La nostra conclusione è stata che il bando era manifestamente illegittimo. Non c’erano dubbi interpretativi: quelle norme erano illegittime, favorivano chiaramente qualcuno e quindi abbiamo inviato quella lettera per invitare il Cara di Mineo al rispetto delle disposizioni violate e a mettersi in regola con gli appalti».

Franco GabrielliFranco Gabrielli

 

Si potrebbe conseguentemente pensare che la gara sia stata annullata. Invece no. Quella dell’Autorità rimane lettera morta. «Non avevamo, né abbiamo, potere sanzionatorio», ci spiega il dirigente. «E non avendo poteri impositivi sulle stazioni appaltanti non possiamo revocare il bando. Possiamo solo richiamare la stazione appaltante al rispetto del codice». E la stazione appaltante può serenamente ignorare il richiamo.

 

ALFANO E LETTA S IG YO kCiC U b x LaStampa it Home Page ALFANO E LETTA S IG YO kCiC U b x LaStampa it Home Page

A dicembre del 2012 scade il regime di emergenza e il ministero dell’Interno, retto all'epoca da Annamaria Cancellieri, assume la responsabilità dei Cara. La gestione del centro di Mineo passa dal Soggetto attuatore – Giuseppe Castiglione – al Consorzio Calatino Terra di accoglienza, un altro consorzio appositamente creato dai Comuni della zona su iniziativa di Castiglione. Alla presidenza viene nominato… Giuseppe Castiglione. Occorre a quel punto fare una nuova gara.

 

IL CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIAIL CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIA

Ma per un motivo o per un altro passa quasi un anno e mezzo prima che si possa fare. Nel frattempo l’appalto all’Ati di Sisifo procede a suon di proroghe, cinque in tutto. E, essendo stato eletto deputato, il 30 giugno 2013 Castiglione decide di passare il testimone a una sua compagna di partito, la giovane avvocatessa Anna Aloisi, eletta venti giorni prima sindaco di Mineo. Con la sua benedizione, naturalmente. E qual è uno dei primi atti ufficiali della nuova presidente del Consorzio? Rinnovare il contratto di consulenza a Odevaine.

IL CENTRO IMMIGRATI  DI MINEO IN SICILIAIL CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIA

 

Dopo aver firmato una convenzione per la gestione del Cara, il 20 dicembre 2013, l’amministrazione del ministero dell’Interno, a guidare il quale era nel frattempo giunto Angelino Alfano, nomina il consorzio di Aloisi “stazione appaltante” del centro di Mineo. Con il supporto “tecnico” di Odevaine, Giovanni Ferrera (che sei mesi prima aveva vinto il concorso per il ruolo di direttore generale del Consorzio Calatino) può così impegnarsi nell’allestimento del più grande appalto della storia di tutti i Cara d’Italia: quasi 100 milioni per un contratto di ben tre anni.

 

IL CENTRO  IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIAIL CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIA

«Riceviamo due offerte solo. Ma una non è accettata perché i fogli erano in bianco. Non c’era offerta», ci spiega Ferrera. La commissione aggiudicatrice assegna l’appalto a una Ati composta dai soggetti di sempre. Con una sola novità: poiché la reputazione di Sisifo era stata scalfita dalla controversia sulla doccia anti-scabbia nel centro di Lampedusa, a fare da capofila della cordata questa volta è un nuovo soggetto, la cooperativa Casa della Solidarietà, cooperativa associata a La Cascina, il gruppo vicino a Comunione e Liberazione. Suo presidente: Tiziano Zuccolo, quello che si divideva i migranti con Buzzi e Carminati «50-50, da buoni fratelli”.

IL  CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIAIL CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIA

 

A Mineo la straordinaria serie ininterrotta di trionfi nelle committenze da parte del consorzio di Zuccolo è eguagliata solo dalla successione di vittorie politiche degli uomini e del partito di Alfano. A partire da Castiglione, che il 25 febbraio 2013 è eletto deputato e successivamente nominato sottosegretario all’Agricoltura. A seguire con Anna Aloisi, che il 10 giugno 2013 diventa sindaco di Mineo. Per finire con le europee di maggio che a Bruxelles portano Giovanni La Via e a Mineo fanno superare a Ncd il tetto del 39 per cento.

 

gradozeroblog.it

 

Ultimi Dagoreport

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...