IL CUORE È UNO ZINGARO - IL PARROCO CHE HA CELEBRATO IL FUNERALE DEI CASAMONICA DICE MESSA ALLE 11 E POI LASCIA LA CHIESA: 'È STATA UNA GIORNATACCIA' - AGGREDITA UNA TROUPE RAI CHE FACEVA UN SERVIZIO SUL CLAN, DUE ARRESTATI, OGGI IL PROCESSO PER DIRETTISSIMA

Ieri i parenti del boss erano in chiesa, mentre fuori sfilavano i cartelli 'Vergogna' - Per tanti fedeli Don Giancarlo ha fatto bene a celebrare la funzione, ma l'accusa del Vaticano ('scandaloso') pesa come un macigno. La frase che riassume tutto: 'Provate voi a far uscire dalla chiesa 600 Casamonica'...

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1. PROTESTE SUL SAGRATO, I CASAMONICA A MESSA E IL PRETE LASCIA LA CHIESA

Giacomo Galeazzi per http://www.lastampa.it/

 

CASAMONICA CASAMONICA

«Qui la gente mi conosce e vede le cose nel modo giusto». Don Giancarlo Manieri fa di tutto per renderla una domenica normale. Cerca in ogni modo di sottrarsi all’assedio in parrocchia di gruppi di manifestanti, televisioni, presidi e tazebao. Mix di tensioni, proteste,rancori. Tra urla e accuse.

 

In serata il salesiano, da giovedì nell’occhio del ciclone, scarica la tensione e ammette: «È stata una giornataccia, ho dovuto silenziare tutto». Celebra alle 11 e lascia la messa delle 18,30 al viceparroco. «Vado a Cenneto per prelevare un confratello - spiega. Torno domani pomeriggio». Il piazzale è transennato e blindato fino al sagrato. Agenti ovunque. Pesa come un macigno la definizione di «scandalo» con cui il Vaticano bolla il funerale-show del boss. A San Giovanni Bosco i fedeli si dividono: pro e contro il parroco della zona . 

 

LA PARROCCHIA SPACCATA 

GIOVANI CASAMONICA INTERVISTATI DA SKYTG24 DAVANTI ALLA CHIESA DON BOSCO GIOVANI CASAMONICA INTERVISTATI DA SKYTG24 DAVANTI ALLA CHIESA DON BOSCO

Scout e associazioni come «Libera» si mobilitano per la legalità, altri residenti difendono don Giancarlo. «La misericordia di Dio non si nega a nessuno», afferma un pensionato con il nipotino in braccio. Don Franco, il viceparroco, taglia corto: «Se le esequie sono state scandalose bisogna dirlo alla prefettura e al municipio, non a noi». 

 

Per tanti fedeli don Giancarlo ha fatto bene a celebrare il funerale. «A giudicare è solo Dio, non noi. Chi è senza peccato scagli la prima pietra», si ripete. Un ragazzo obietta: nella diocesi del Papa che ha scomunicato i mafiosi bastava dire no come fanno nel Mezzogiorno, ma molti argomentano che «dimostrarsi misericordiosi è l’indicazione di Bergoglio».

 

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Frasi forti rimbalzano da un crocicchio all’altro. Incide l’affetto popolare. Nella zona i salesiani sono presenza familiare da decenni. A difesa del parroco si mescolano slogan e indulgenza. «Ci dovevano pensare le istituzioni a fermare il funerale, il parroco non è un giudice». I salesiani lo difendono a colpi di comunicati, il Vicariato tace. Scaricabarile in corso.

 

I PARENTI DEL BOSS IN CHIESA

Ieri ancora tra i banchi il fratello e altri parenti di Vittorio Casamonica. Sfida aperta alle polemiche. Il parroco sotto assedio trova rifugio tra i confratelli. «Ha fatto il suo dovere, i morti vanno rispettati, Casamonica era battezzato», dicono i salesiani. E ancora: «Dio giudica, non noi: anche se era mafioso e criminale aveva diritto al funerale». Dentro, Domenico e Francesca festeggiano le nozze d’oro. Zero sfarzo, fedi portate all’altare dal nipotino e la benedizione di don Giancarlo. «Questa è la nostra chiesa, non potevamo rinviare la cerimonia- spiegano i coniugi -. Il parroco ha fatto il suo lavoro». Il figlio della coppia sbotta: «È uno schifo, lo scandalo è chi lo ha permesso». Qui è piena bufera.

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Fuori dalla funzione, una sfilata di cartelli : «Vergogna». Il parroco dice: «Non sapevo chi fosse». L’omelia non accenna alle esequie. Nel quartiere fa breccia la spiegazione di don Giancarlo. «Provateci voi a far uscire dalla chiesa 600 Camonica». Timore condiviso nella zona «vista la gente di cui si parla». In parrocchia i parenti del boss pregano e stringono mani. Come dire, è casa nostra.

 

 

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2. CASAMONICA, AGGREDITA A ROMA TROUPE RAI: DUE ARRESTI

Da www.ilsole24ore.com

 

Una troupe del programma di Rai 3 Agorà è stata aggredita nel pomeriggio a Roma mentre effettuava delle riprese a via del Quadraro, davanti ad alcune abitazioni delle famiglie (imparentate) Casamonica e Spinelli. Un cameraman è stato spintonato e lievemente ferito mel tentativo di sottrargli la telecamera. La polizia ha fermato due italiani appartenti alla famiglia Spinelli.

 

L’episodio è avvenuto a pochi giorni di distanza delle sfarzose esequie con elicottero, carrozza trainata da sei cavalli e Rolls Royce di Vittorio Casamonica, patriarca del clan specializzato a Roma in racket, usura e traffico di droga. Un funerale che ha suscitato indignazione a livello planetario e definito «uno scandalo» dal Vaticano.

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GIORNALISTA: AGGREDITO, MINACCIATO DI MORTE

«Un uomo mi ha minacciato di morte dicendomi ripetutamente 'ti ammazzo se non mi dai la telecamera'». Questo il racconto di Alfonso Iuliano, l'inviato di Agorà aggredito insieme con la sua troupe mentre stava realizzando oggi pomeriggio un servizio sul clan Casamonica nel quartiere romano del Quadraro. «Siamo stati circondati da una decina di persone - ha spiega il giornalista che ha già presentato denuncia -. Il cameraman è stato strattonato e graffiato sul braccio, quindi gli hanno tolto la telecamera e la scheda video, restituita solo dopo che tutto il materiale girato era stato cancellato. Solo l'intervento della polizia ha evitato il peggio».

 

FERMATI SONO PARENTI CLAN

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Sono due coniugi appartenenti alla famiglia Spinelli, imparentata con il clan dei Casamonica, i due fermati dalla polizia per l'aggressione e la rapina ad una troupe televisiva. Secondo quanto si è apprende da fonti di polizia, si tratta di una coppia di trentenni con precedenti penali.

 

VICESINDACO CAUSI: SOLIDARIETÀ A TROUPE AGGREDITA

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Solidarietà alla troupe Rai è stata espressa a nome del Comune di Roma dal vice sindaco di Roma Marco Causi. «Il dato più importante di quanto accade a Roma in questi giorni - ha dichiarato Causi - è l'indignazione generale e diffusa contro l'arroganza dei poteri criminali che si sono radicati nella nostra città». E ha aggiunto: «Lancio un appello all'unità di tutte le forze civiche, politiche e sociali della città: ci aspetta una battaglia difficile e di lungo respiro, da affrontare con coraggio, ma anche con intelligenza. E soprattutto con la massima unità delle istituzioni e della società civile».

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Solidarietà anche dall'assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Stefano Esposito, per il quale l’aggressione «conferma che i Casamonica e i criminali di stampo mafioso a loro associati si ritengono padroni del territorio». E ha spiegato: «Per questo continuo a dire che vanno messi nel centro del mirino della legge. Ognuno faccia la propria parte, il Comune e le forze dell'ordine. Dobbiamo smetterla di trattarli come dei delinquentelli di strada. Sono delle persone pericolose. Servono risposte immediate da affiancarsi al lavoro strutturale».

 

MESSA IN CHIESA DON BOSCO PRESIDIATA DA FORZE ORDINE

Oggi nella chiesa San Giovanni Bosco la messa della 11 di don Giancarlo Manieri (il parracco che ha celebrato giovedì i funerali di Vittorio Casamonica) si è svolta in un clima reso surreale dal fatto che la piazza davanti la Basilica era presidiata dalle forze dell'ordine.

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«Non è tollerabile quello che è successo - ha commentato una residente - Il parroco? Capisco la sua posizione, il timore visto la gente di cui si parla, i Casamonica. Quello che chiedo di più è la protezione delle istituzioni che non ci sono state. Sono state assenti. Non si può addossare le colpe solo al parroco». In piazza è continuato anche oggi il presidio del Partito democratico, che ha annunciato una manifestazione per il 3 settembre.

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LUNEDÌ IL COMITATO SICUREZZA PER L’ORDINE PUBBLICO

Il prefetto Franco Gabrielli, che ha presentato la sua relazione al ministro dell'Interno Angelino Alfano sugli eventi fuori della Basilica di Don Bosco al Tuscolano (dove giovedì scorso si sono tenuti i funerali “in stile Padrino” del capo clan) ha parlato di «errori» e ha ammesso le «mancanze dell'apparato di sicurezza».

 

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Lunedì è stato convocato il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica appositamente dedicato alla vicenda, che sarà utilizzato «per prendere decisioni». E il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha sollecitato l'organismo a prendere le «decisioni necessarie per governare al meglio situazioni di questo genere, potenziando la circolarità dei flussi di comunicazione a livello locale, perché quanto avvenuto non accada mai più».

 

SABELLA: CASE COMUNE AI CASAMONICA? MONITORAGGIO GIÀ PARTITO

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Intanto, rilanciata da alcuni quotidiani, monta la polemica sui circa 40 immobili del Comune che sarebbero in mano ai Casamonica. «Il monitoraggio sulle case assegnate dal Comune è partito già un pezzo e stiamo lavorando per individuare con il supporto della polizia locale chi ci sta dentro, se ha titolo per rimanerci e se ci sono state delle cessioni di fatto, non autorizzate», ha dichiarato l’assessore alla legalità del Campidoglio Alfonso Sabella. E ha aggiunto: «Non è una cosa tanto facile perché il patrimonio di Roma è immenso e per troppi anni nessuno si è curato di fare le dovute verifiche. Come abbiamo sempre fatto, chi risulta senza titolo verrà mandato via».

 

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