DIRITTI CIVILI? NO, BUSINESS! L’ECONOMIA USA TRARRÀ VANTAGGIO DALLA LEGALIZZAZIONE DEI MATRIMONI GAY CON BENEFICI CHE POTREBBERO RAGGIUNGERE I 2,6 MILIARDI DI DOLLARI - CI SARANNO 6 MILA POSTI DI LAVORO IN PIÙ E MAGGIORI ENTRATE FISCALI

Eugenio Facci per “Libero Quotidiano”

 

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La decisione di venerdì della Corte Suprema degli Stati Uniti di legalizzare i matrimoni gay in tutti gli Stati americani avrà conseguenze ben oltre i limiti della legge: sarà anche l’economia americana a trarne vantaggio, con benefici che secondo i dati dovrebbero raggiungere i 2,6 miliardi di dollari solo nei prossimi tre anni. Un Natale anticipato quanto a incassi, e non sembra casuale quindi che le più grandi aziende americane abbiano subito mostrato enorme supporto per la decisione della corte, con le bandiere dell’arcobaleno mostrate sui siti aziendali e profili twitter.

 

A calcolare i benefici che derivano dalla legalizzazione dei matrimoni omosessuali era stata l’anno scorso l’Università della California, che aveva stimato che il business dei matrimoni gay creerà a livello nazionale circa seimila posti di lavoro, oltre a produrre maggiori entrate fiscali per oltre 40 milioni di dollari.

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Anche se inizialmente si avrà probabilmente un picco di matrimoni che erano in attesa della decisione della corte, i benefici economici secondo i dati dovrebbero invece essere permanenti e di lungo termine, semplicemente perché la decisione della corte permetterà matrimoni che altrimenti non sarebbero stati celebrati. L’industria dei matrimoni statunitense vale circa 51 miliardi di dollari l’anno e nei prossimi tre anni questa cifra potrebbe ricevere una iniezione di 2,6 miliardi extra proprio dai matrimoni gay.

 

matrimonio gay matrimonio gay

Nei 13 stati americani che prima di venerdì ancora proibivano i matrimoni gay i benefici dovrebbero essere di circa 500 milioni di dollari solo nel primo anno. La decisione della corte suprema porta ossigeno a un settore, quello dell’organizzazione matrimoni, che è da anni in difficoltà a causa del calo negli Usa dei matrimoni, che sono passati dagli 8,2 all’anno (ogni mille abitanti) nel 2000 ai 6,8 nel 2010.

 

Il settore, oltre a essere il business principale per i cosidetti wedding planners, alimenta un vasto indotto che include ad esempio fioristi, pasticcerie, fotografi, videomakers, alberghi e agenzie turistiche. Sorprendente al riguardo è stata la reazione delle grandi aziende americane, che hanno risposto in massa e con entusiasmo alla decisione della Corte Suprema.

 

Delta Airlines, la seconda linea aerea Usa per dimensione, ha messo sul proprio sito una bandiera con l’arcobaleno e la scritta «Il matrimonio prende il volo», mentre Visa, il gigante delle carte di credito, ha twittato una immagine di una bandiera con l’arcobaleno accompagnata dalla scritta «Amore accettato ovunque», frase che ricalca il suo slogan istituzionale.

matrimonio gaymatrimonio gay

 

Una risposta addirittura più esplicita e istituzionale è arrivata da Goldman Sachs, che ha emesso una nota stampa in cui l’amministratore delegato Lloyd Blankefein «applaude la decisione della Corte Suprema sull’eguaglianza tra matrimoni». Il produttore di gelati Ben & Jerry’s, addirittura, ha prodotto una linea di gelati per l’occasione il cui nome gioca con le parole «I do, I dough» usate nella celebrazione del matrimonio (equivalente al nostro «Sì, lo voglio»).

 

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E molte altre aziende Usa hanno mostrato supporto per i matrimoni gay, incluse Gap, Starbucks, Target e Southwest Airlines. Mentre l’analisi dell’università della California si concentra solo sui matrimoni, vari studi in passato avevano tentato di studiare il rapporto tra comunità gay e numeri dell’economia. Secondo lo studioso Richard Florida, ad esempio, le comunità gay sarebbero però spesso associate a tipi di lavori creativi e ad alcuni centri metropolitani (come San Francisco o New York) ad «alto valore aggiunto».

 

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In pratica, secondo Florida, le comunità gay tenderebbero ad influenzare l’economia di una regione creando molti lavori a stipendio alto, ma anche spendendo molto in consumi pro-capite (anche perché di solito non ci sono spese relative ai figli). E sempre le stesse regioni economiche tenderebbero ad avere un alto tasso di imprenditorialità, che di solito significa numeri migliori per l’economia. Quello che è certo però è che da venerdì l’economia Usa ha iniziato a fare festa.

 

 

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