DOVE E’ SCAPPATO CESARE BATTISTI? - IL PRESIDENTE USCENTE DEL BRASILE MICHEL TEMER HA DECISO DI ESTRADARE IL TERRORISTA IN ITALIA CHE, PER LA POLIZIA FEDERALE VERDEORO, È LATITANTE - È SCAPPATO IN BOLIVIA, IN VENEZUELA O ADDIRITTURA IN NICARAGUA? - DA PIETROSTEFANI ALLA GIORGIERI, SONO ALMENO 33 I PROTAGONISTI DEGLI ANNI DI PIOMBO CHE SONO FUGGITI PER EVITARE LA CONDANNA…

1 - FIRMATA L' ESTRADIZIONE LA POLIZIA CERCA BATTISTI MA LUI È GIÀ LATITANTE

CESARE BATTISTI

Paolo Manzo per “il Giornale”

 

Il presidente uscente del Brasile Michel Temer ha deciso di estradare Cesare Battisti in Italia ma il terrorista italiano è per la polizia federale verdeoro latitante. Eravamo stati i primi a denunciarlo a fine ottobre quando avevamo scritto che Cesare Battisti era misteriosamente scomparso da almeno una settimana da Cananeia, da tempo eletta a suo domicilio, sulla costa dello stato di San Paolo. E una donna - ci aveva riferito in esclusiva la polizia in loco - lo aveva visto imbarcarsi in fretta e furia qualche giorno prima. Poco più di un mese dopo il nostro scoop è stato confermato dai fatti.

 

Il terrorista dei Proletari armati per il comunismo, condannato in contumacia in Italia all' ergastolo per 4 omicidi è di nuovo in fuga dalla giustizia, insomma, e in Brasile se ne sono accorti solo adesso perché giovedì sera la Corte Suprema (Stf) ne ha disposto l' arresto - così riportava il testo della decisione - «per un concreto pericolo di fuga».

CESARE BATTISTI A RIO DE JANEIRO

 

Arresto richiesto dall' Interpol in relazione al suo precedente tentativo di fuga, nell' ottobre del 2017, quando era finito in manette a Corumbá, alla frontiera con la Bolivia perché trovato in possesso dell' equivalente di oltre i 10mila reais consentiti dalla legislazione brasiliana.

 

Battisti era stato poi liberato con obbligo, però, di braccialetto elettronico, ma nell' aprile di quest' anno la misura era stata revocata. La decisione della Corte Suprema, nell' aria da tempo, avvenuta per mano del giudice Luiz Fux ha stabilito che il nuovo presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, favorevole all' estradizione, ha il potere di rivedere l' atto di Lula, che a fine 2010 gliela aveva invece negata e decidere che Battisti sia rispedito in Italia. Fux ha ribaltato così la sua decisione dello scorso anno che, invece, ne impediva l' estradizione.

CESARE BATTISTI

 

Ma mentre già si stava scatenando un complesso dibattito giuridico e ci si chiedeva se i suoi avvocati avrebbero fatto appello alla corte (e lo hanno poi fatto), il terrorista di Cisterna di Latina ha ancora una volta dribblato tutti per tempo. E così i reporter accorsi nel cuore della notte davanti alla sua villetta di Cananeia, alle prime luci dell' alba - la legge brasiliana prevede che la polizia federale non possa compiere arresti prima delle 6 - hanno visto la loro attesa infrangersi nel nulla.

 

CESARE BATTISTI CHE BRINDA PRIMA DI TORNARE A SAN PAOLO 2

Nessuna traccia di Battisti: finestre sprangate, nel giardino di casa la stessa auto parcheggiata nella stessa posizione in cui anche chi scrive l' aveva vista a fine di ottobre e soprattutto la testimonianza preziosa della vicina di fronte. «Non lo vediamo dal weekend dei morti» ha dichiarato alla tv Globo. Persino il suo avvocato, Igor Tamasauskas, ignora dove il suo cliente si trovi e ammette di non essere riuscito a parlargli dopo la decisione del giudice Fux. Un vero rompicapo, insomma. È scappato nella vicina Bolivia oppure in Venezuela o addirittura in Nicaragua? Tutti Paesi, questi, in cui può godere di appoggi e coperture e di un occhio benevolo dei governi.

CESARE BATTISTI A CORUMBA'

 

Del resto, le fughe sono un leitmotiv della biografia del terrorista. Evaso dal carcere nel 1981 Battisti si rifugiò prima in Messico, poi in Francia dove beneficiò per anni della dottrina Mitterand fino a che con Chirac eccolo di nuovo in fuga nel 2004 in Brasile, dove viene arrestato a Copacabana nel 2007, alla luce della richiesta di estradizione dell' Italia. E adesso ecco una nuova pagina della sua vita, che è di certo più originale dei suoi romanzi. Immaginiamo solo il suo ghigno leggendo i tweet ieri mattina tra Salvini e Bolsonaro. «Contate su di noi» ha scritto il presidente verdeoro al nostro ministro dell' Interno. Peccato che lui, Battisti, era già altrove.

 

Giorgio Pietrostefani - Omicidio Luigi Calabresi

2 - TUTTE LE PRIMULE ROSSE DEL TERRORISMO CHE HANNO TROVATO RIFUGIO ALL' ESTERO

Fausto Biloslavo per “il Giornale”

 

Cesare Battisti non è l' unico latitante eccellente degli anni di piombo, che fino ad oggi l' ha fatta franca. Altri 33 terroristi hanno trovato rifugio all' estero scampando alla condanna che pesa sulle loro spalle in Italia.

Molto meno sotto i riflettori sono in gran parte rossi, ma anche neri.

La Francia è sempre stata tra le mete preferite dei terroristi nostrani per evitare la galera. Uno dei più noti, che continua a dichiararsi innocente, è Giorgio Pietrostefani, latitante a Parigi.

 

Dirigente di Lotta continua è stato condannato a 22 anni di carcere assieme ad Adriano Sofri per l' omicidio del commissario Luigi Calabresi. La pena si avvia verso la prescrizione nel 2027, ma Pietrostefani ha già 75 anni.

 

Marina Petrella

Anche Sergio Tornaghi, terrorista della colonna Walter Alasia attiva a Milano negli anni settanta, è riparato in Francia. Oltralpe c' è pure una pattuglia di donne degli anni di piombo come la «primula rossa» Simonetta Giorgieri, del Comitato rivoluzionario toscano e Carla Vendetti che faceva parte delle Brigate rosse per la costruzione del Partito comunista combattente. Esponenti delle nuove Br sono state accusate degli omicidi di Marco Biagi e Massimo D' Antona. Il caso più controverso riguarda Marina Petrella condannata all' ergastolo in Italia per l' omicidio di un poliziotto.

 

Vittorio Spadavecchia

Nel 2008 l' allora presidente francese Nicolas Sarkozy ha negato l' estradizione per motivi umanitari. Sua moglie, Carla Bruni, è sempre stata sospettata di essere coinvolta nelle coperture che hanno garantito a Battisti di lasciare la Francia per il Brasile senza scontare un solo giorno di cella in Italia. Claudio Lavazza, suo compagno di lotta e terrore nei Proletari armati per il comunismo è riparato in Spagna finendo in carcere per altri reati commessi nella nuova patria e non per le condanne a suo carico in Italia.

 

A Londra ha trovato rifugio Vittorio Spadavecchia, che ha fatto parte dei Nuclei armati rivoluzionari. Il terrorista di destra era fuggito dopo l' assalto alla sede dell' Olp di Roma.

Mauro Lojacono e Alessio Casimirri sono due brigatisti condannati in contumacia per il sequestro Moro, che l' hanno fatta franca grazie alla nuova cittadinanza. Il primo è diventato cittadino svizzero e il secondo nicaraguense aprendo un ristorante a Managua.

 

Maurizio Baldasseroni

Incredibile la vicenda di Maurizio Baldasseroni, di San Donato Milanese, che nel 1978 uccise tre persone. Il terrorista di Prima linea fa perdere le sua tracce dopo una fuga in Sud America. Nel 2013 il nipote, che vive negli Stati Uniti, inoltra al tribunale di Milano una richiesta di morte presunta per poter vendere una casa intestata con lo zio. L' anno dopo la domanda viene respinta, ma il terrorista rimane un fantasma.

Franco Coda, uno dei fondatori di Prima Linea, ha ucciso l' agente di polizia Fausto Dionisi, ma avrebbe trovato rifugio fra il Brasile, Venezuela e Cuba.

 

L' avvocato di famiglia sostiene che ricomparve a Milano per «affidare ai due fratelli una procura relativa all' eredità di un appartamento». Poi è stato dichiarato morto presunto. Mariella Magi, vedova del poliziotto ucciso, e presidente dell' Associazione Memoria dei caduti forze dell' ordine, non ci crede e attende giustizia. «Il caso Battisti è uno, ma ce ne sono tanti altri di assassini ancora in giro all' estero - spiega la vedova - Lo stesso assassino di mio marito è tuttora latitante e nonostante sia stato condannato all' ergastolo non ha scontato nemmeno un giorno in carcere».

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...