ECCO COSA FARE PER COMBATTERE L’ARTRITE REUMATOIDE - LA TERAPIA E’ SEMPRE PIÙ SU MISURA E IN ITALIA CI SONO CIRCA 250MILA PAZIENTI, SOPRATTUTTO DONNE - LA MALATTIA INIZIA IN GIOVANE ETÀ ED E’ NECESSARIO TROVARE SOLUZIONI CHE CONSENTANO DI CONTROLLARE AL MEGLIO L'INFIAMMAZIONE…

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Da “il Giorno”

 

ARTRITE REUMATOIDE ARTRITE REUMATOIDE

La cura su misura, con lo specialista che diventa una specie di 'sarto' e adatta il trattamento esattamente ai bisogni del paziente. Questa regola è oggi realtà anche per l' artrite reumatoide, che colpisce in Italia quasi 250.000 persone e che spesso inizia in giovane età, ponendo quindi la necessità di trovare soluzioni che consentano di controllare al meglio l' infiammazione che caratterizza la malattia e al contempo di assicurare la miglior qualità di vita a chi ne soffre. In questo caso, forse sarebbe più corretto declinare tutto al femminile visto che questa condizione interessa soprattutto il gentil sesso, molto più esposto al rischio di sviluppare la patologia. Ma l' importante, come sottolineano gli esperti, è arrivare presto.

 

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«La diagnosi precoce della malattia è fondamentale per intervenire tempestivamente dopo l' esordio dei sintomi - fa sapere Fabio Cacciapaglia, reumatologo presso il Policlinico di Bari -. Cominciare presto le cure significa riuscire a bloccare l' evoluzione del danno e a modificare la storia naturale della patologia. Grazie a questo approccio si arriva a tenere sotto controllo il quadro, a limitare il rischio di disabilità a lungo termine e soprattutto di riportare il paziente alla normalità, anche in senso lavorativo». Purtroppo questo obiettivo viene raggiunto ancora troppo poco. «In media solo un malato su cinque arriva all' osservazione dello specialista entro sei mesi dall' esordio dei sintomi», commenta Cacciapaglia.

 

Ciò che conta, in ogni caso, è sapere che oggi la scienza propone sempre nuove soluzioni terapeutiche, che il reumatologo può poi applicare caso per caso, anche nell' ambito dei cosiddetti farmaci che modificano la storia naturale della malattia (spesso definiti con l' acronimo anglosassone Dmards).

 

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«Avere delle opzioni terapeutiche in più significa poter adattare al meglio il trattamento al paziente ed in questo quadro si inserisce la disponibilità di sarilumab, un anticorpo monoclonale che contrasta l' azione dell' Interleuchina-6 in questa patologia, che colpisce le persone in età attiva - spiega Roberto Caporali, Professore associato di Reumatologia presso l' Università di Pavia e Responsabile della Early Arthritis Clinic presso la Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo di Pavia -. Questo farmaco, che si somministra sottocute ogni due settimane, può essere d' aiuto per migliorare potenzialmente l' aderenza alla terapia, uno degli aspetti fondamentali nel trattamento di malattie croniche.

 

L' interluchina-6 (IL-6) gioca un ruolo fondamentale in tutte le fasi della malattia, sia all' inizio che nel tempo, e il trattamento può essere effettuato anche da solo, senza l' associazione con metotrexate che rappresenta sempre la cura iniziale per i malati».

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INSOMMA, nella lotta all' artrite reumatoide la scienza avanza, anche perché si comprendono sempre meglio i meccanismi che portano a sviluppare il quadro.

 

Questa malattia autoimmune, cronica e progressiva, è caratterizzata da infiammazione, dolore, rigidità articolare e danni a cartilagine e osso, che comportano una disabilità progressiva. A questa si possono associare affaticamento e depressione, con importanti conseguenze sul benessere psicosociale del paziente, nonché problemi diversi, anche per cuore e arterie.

 

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