ECCO I PROSSIMI OBIETTIVI DI AL QAEDA: IL PASTORE TERRY JONES, SALMAN RUSHDIE, IL VIGNETTISTA DANESE KURT WESTERGAARD E ALTRI TRE AUTORI SATIRICI - AMEDY COULIBALY E’ STATO CONTROLLATO DALLA POLIZIA OTTO GIORNI PRIMA DELLA STRAGE MA NON FU FERMATO

1 - COULIBALY ERA STATO FERMATO 8 GIORNI PRIMA DELLA STRAGE

Riccardo Pelliccetti per “il Giornale”

ostaggi uccisi da amedy coulibaly nel supermercato kosher di parigiostaggi uccisi da amedy coulibaly nel supermercato kosher di parigi

 

Inquietante, non si potrebbe definire altrimenti la condotta delle forze dell'ordine francesi alla vigilia della strage di Parigi. Ogni giorno emergono nuovi particolari e retroscena che portano a galla l'inefficienza e la poca attenzione contro la minaccia terroristica. L'ultima chicca ce la offre il settimanale francese Le Canard Enchainè, il quale rivela che il 30 dicembre i poliziotti fermarono per un controllo una Seat Ibiza con a bordo Amedy Coulibaly e la sua compagna Hayat Boumeddiene.

 

I due agenti decisero di fare una verifica sulla banca dati delle persone ricercate e scoprirono che Coulibaly era considerato pericoloso e vicino agli ambienti dell'estremismo islamico. A questo punto, come documenta il settimanale che si è procurato il verbale degli agenti, i poliziotti informarono i superiori e i servizi antiterrorismo, ma non ci fu alcuna reazione. «Nessuna sorveglianza, nessun pedinamento», scrive Le Canard Enchainè, secondo il quale la procedura adottata apre ora diversi interrogativi.

 

lo staff  del supermercato  kosher costretto da amedy coulibaly a distruggere le telecamere di sicurezzalo staff del supermercato kosher costretto da amedy coulibaly a distruggere le telecamere di sicurezza

Gli agenti lasciarono allora ripartire Coulibaly, che qualche ora dopo si diresse verso la Spagna. Il 2 gennaio, il jihadista lasciò all'aeroporto di Madrid la compagna, che s'imbarcò su un aereo diretto a Istanbul. Hayat abbandonò poi la Turchia per la Siria l'otto gennaio, lo stesso giorno in cui Coulibaly ammazzò una poliziotta a Parigi. Il jihadista è stato poi ucciso dalle forze speciali il 9 gennaio, dopo il sequestro e l'assassinio di quattro persone nel supermercato ebraico Hyper Cacher.
 

Dopo quei due giorni di fuoco, magistratura e polizia si sono date da fare, anche se con colpevole ritardo. Il procuratore di Parigi, Francois Molins, ieri mattina ha spiegato che quattro dei dodici fermati, nella banlieue di Parigi la scorsa settimana, sono stati incriminati per «associazione per delinquere collegata a un'impresa terroristica»: avrebbero acquistato materiali in diverse armerie della capitale per sostenere gli attacchi di Coulibaly.
 

amedy coulibalyamedy coulibaly

Per fronteggiare l'emergenza terroristica, il governo francese ha annunciato nuove misure, come il potenziamento degli organici dei servizi di sicurezza. Il piano di 735 milioni di euro prevede l'assunzione di 2.700 persone nei prossimi tre anni, distribuiti tra ministero degli Interni, Giustizia e Difesa, e l'acquisto di nuovi equipaggiamenti per polizia e gendarmeria. Saranno inoltre dispiegati sul territorio anche 10.500 militari.
 

Il premier Manuel Valls, nel presentare le nuove misure, ha affermato che c'è un boom di militanti radicali «pronti a passare all'azione in Francia». Alle 1.300 persone legate al mondo jihadista, ha spiegato il premier, si aggiungono i combattenti «implicati nelle filiere più anziane», come quella afghano-pakistana, e numerose altre cellule. Insomma, almeno 3mila militanti pronti a colpire. 
 

amedy coulibaly  nel supermercato kosher di parigiamedy coulibaly nel supermercato kosher di parigi

Ma non basta. Nei ranghi del terrore ci sarebbero anche ex militari francesi, partiti per fare la «guerra santa» arruolandosi nelle milizie del Califfato. Sono oltre una decina, come ha confermato il ministro della Difesa Jean Yves Le Drian, il quale però ha minimizzato, dicendo che si tratta di casi «estremamente rari».

 

Questi ex militari hanno offerto le proprie competenze per addestrare i giovani jihadisti. Alcuni sono convertiti, altri di cultura arabo-musulmana e tra di essi vi sono ex Legionari ed ex paracadutisti. Sono considerati particolarmente pericolosi, non solo perché si sono formati in Francia, ma soprattutto perché conoscono i segreti delle forze armate transalpine.

 

2. CHE FLOP SULLA SICUREZZA E I FRANCESI NON SI ARRABBIANO

Giuseppe Marino per “il Giornale”

 

Salman RushdieSalman Rushdie

Dopo Charlie Hebdo, i terroristi islamici cercheranno di colpire il pastore americano Terry Jones, quello che bruciava il Corano, Salman Rushdie e l'autore delle prime vignette di satira su Maometto, il danese Kurt Westegaard e altri autori satirici, due danesi e una americana. Non serve la palla di vetro per dirlo: Al Qaida l'ha dichiarato nero su bianco sul numero dieci di Inspire, la rivista ufficiale del movimento terroristico che ha stilato un elenco dei dieci principali nemici da abbattere.

 

La lista ovviamente non esaurisce gli obiettivi sensibili, ma certamente stila una specie di graduatoria di priorità. Dieci soli obiettivi dichiarati nel mondo, di cui uno solo Oltralpe: Charlie Hebdo. Eppure la Francia di Hollande non è riuscita a proteggerlo. 
 

Il pastore anti-Corano Terry JonesIl pastore anti-Corano Terry Jones

Emerge oggi che Amedy Coulibaly, il terrorista del market ebraico, era stato fermato pochi giorni prima dell'attentato e rilasciato. Ma si sapeva già che anche i fratelli Kouachi erano nel mirino dell'antiterrorismo, ma la sorveglianza era stata allentata perché considerati «non pericolosi». Eppure la Francia di Hollande non li ha saputi fermare.
 

Dopo l'attentato i tre terroristi hanno potuto girare liberi per altre 48 ore, colpire altri obiettivi e sequestrare delle persone, nonostante gli 88.000 poliziotti sguinzagliati. La Francia di Hollande non ha nemmeno l'alibi che l'America dell'11 settembre 2001 ha potuto legittimamente invocare, quello di essere stata colta di sorpresa.

 

IL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN IL MAXI RADUNO DI AL QAEDA NELLO YEMEN IL VIDEO DELLA CNN

C'erano già stati attacchi, dalla scuola ebraica di Tolosa all'attentato della Defense. E ieri il premier Valls ha parlato di 1.300 jihadisti pronti a colpire la Francia. Difficile che l'abbia scoperto dopo la tragedia del 7 gennaio. Questi frammenti, a due settimane «dall'11 settembre d'Europa», compongono il mosaico di uno dei più clamorosi fallimenti di intelligence della storia. In qualunque altro Paese, forse perfino nel nostro, il leader politico sarebbe sotto accusa e come minimo sarebbe costretto a cacciare il ministro degli Interni.

 

Manuale esercitazione al Qaeda Manuale esercitazione al Qaeda

Come reagiscono i francesi? La popolarità dell'impacciato uomo dell'Eliseo ha registrato un picco senza precedenti, schizzando in alto di 21 punti percentuali e risollevando l'immagine del capo politico meno amato in Francia dai tempi di Luigi XVI. Il re Capeto perse la testa, François mantiene la poltrona.
 

Vengono in mente i celebri versi di Paolo Conte: «E i francesi che si incazzano». Ecco, i francesi non si incazzano più, a quanto pare. Hanno digerito l'arroganza di Nicolas Sarkozy, che ora sembra perfino possibile torni in sella nonostante la scarsa efficacia politica e l'ombra dei grandi scandali di corruzione internazionale, dal caso Bettencourt all'affaire di Karachi. Hanno sottaciuto ossequiosi i vizietti di Dsk, l'uomo che sarebbe diventato presidente dei francesi se non fosse rimasto impelagato in un tentativo di stupro al Sofitel di New York.
 

Non possiamo consolarci, ma almeno d'ora in poi sarà dura per i «cugini» farci la morale di fronte alle figuracce e all'impunità fissa dei nostri politici.

 

 

 

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