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ECCO IL SUPER-FARMACO PER SCONFIGGERE L'EPATITE C – MELANIA RIZZOLI: OLTRE 200MILA PERSONE NON SANNO DI AVERE IL VIRUS HCV E PER LIBERARSENE CI POSSONO VOLERE FINO A 24 SETTIMANE. MA È PARADOSSALE CHE IL “SUPER-FARMACO” FACCIA PIÙ NOTIZIA PER IL PREZZO PIUTTOSTO CHE PER LA SUA STRAORDINARIA EFFICACIA

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Melania Rizzoli per “Libero quotidiano”

 

È paradossale che un «super-farmaco» faccia più notizia per il suo prezzo piuttosto che per la sua straordinaria efficacia, e che per questo sia diventato oggetto dell' indagine di una Procura, quella di Torino, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo ed omissione di cure in relazione alle problematiche del costo della molecola, del suo commercio e del suo utilizzo sanitario, facendo saltare in Italia la trattativa per il suo acquisto.

 

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Sto parlando del Sovaldi (principio attivo sofosbuvir) una farmaco innovativo, un gioiello della ricerca e dell' industria farmaceutica statunitense Gilead, capace di scovare, attaccare, uccidere ed eradicare definitivamente il virus dell' epatite C dal sangue di chi ne è affetto in appena tre settimane, in soli 21 giorni, in oltre il 98% dei casi. Un successo impensabile da raggiungere fino a poco tempo fa, quando i farmaci a disposizione erano solo due, con una percentuale di efficacia inferiore al 50% e con pesanti effetti collaterali per l' uso combinato ed obbligato di interferone, e considerando che il tasso di mortalità per l' infezione epatica è ancora molto elevato.

 

L' epatite C è un' infezione del fegato causata dal Virus HCV, la quale, se non curata, dopo pochi anni produce la cirrosi epatica e il carcinoma del fegato, con esito infausto.

Oggi in Italia la quasi totalità dei trapianti epatici vengono effettuati su pazienti affetti da questa malattia, il cui contagio avviene tramite il contatto con il sangue infetto, poiché il virus, infatti, vive e vegeta solo nel sangue umano, disprezzando tutti gli altri liquidi biologici come la saliva, le lacrime, le urine, lo sperma e le secrezioni vaginali, che non sono mai veicoli della sua trasmissione.

 

FEGATO EPATITE CFEGATO EPATITE C

Prima degli anni '90 la principale via di contagio era rappresentata dalle trasfusioni di sangue e degli emoderivati, un rischio che oggi si è azzerato grazie ai test di screening efficaci ed imposti per legge, ma il virus continua a diffondersi nella popolazione attraverso l' uso di sostanze stupefacenti per via venosa, grazie allo scambio di siringhe, o a causa del ricorso a cure estetiche, tatuaggi, piercing, agopuntura e cure dentarie, nei casi in cui non venga utilizzato materiale sterile e monouso, oltre che nei rapporti etero ed omosessuali dove ci sia il contatto con il sanguinamento, anche minimo, delle mucose del partner affetto.

 

L' epatite C non è una malattia acuta come l' epatite A o B, ma è una patologia cronica, e per questo, una volta contratta, resta lungo asintomatica, il paziente ne è quindi inconsapevole, e i suoi sintomi restano silenti nei primi sei mesi, dopo i quali però l' infezione si cronicizza iniziando a diventare clinicamente manifesta, provocando astenia, spossatezza, febbre, nausea, inappetenza, prurito, dolori muscolari ed articolari, urine scure color marsala, fino ad arrivare all' ittero conclamato, prima delle sclere degli occhi e poi della pelle, nei casi più seri.

 

La sua diagnosi è possibile grazie ad una semplice analisi del sangue che accerti la presenza dell' HCV e dei suoi anticorpi nel circolo ematico, un virus che è accertato come unica causa della malattia cirrotica, un tempo erroneamente attribuita all' uso e all' abuso di alcool invece che all' infezione.

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TEMPI E COSTI Oggi non esiste un vaccino per l' epatite C (mentre ci sono vaccini per l' epatite A e B), ma per fortuna da due anni è stato commercializzato il farmaco rivoluzionario, capace di curare la virosi anche in presenza di cirrosi, e che distrugge la carica virale ed i suoi effetti velenosi sulle cellule epatiche, guarendo così completamente il paziente.

 

Il Sovaldi è prodotto in pillole, va assunto al dosaggio di una sola compressa al giorno per via orale per 4 settimane, ed è in grado di sconfiggere anche i ceppi più resistenti del virus, e se fosse somministrato alla totalità dei pazienti HCV positivi, in pochi anni l' epatite C sarebbe debellata in Italia, senza rischi di nuovi contagi, di trapianti e di morti evitabili.

Purtroppo questo farmaco ha soltanto una importante controindicazione: il costo delle sue pillole, che, pur superando i 1.000 dollari per la dose di un giorno, cioè oltre 1.000 dollari a compressa, sta stracciando, a due anni dalla sua commercializzazione, tutti i record di vendite, ricompensando così la società farmaceutica Gilead degli undici miliardi di dollari investiti nel progetto.

 

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Ieri Franco Bechis, su questo quotidiano, ha denunciato la vergognosa speculazione in atto sulla pelle dei malati, facendo i conti della serva e rivelando che per quattro settimane di cura oggi servono 28mila dollari, che diventano 84mila per i cicli consigliati di 12 settimame, e 168mila per le 24 settimane necessarie per azzerare le infezioni più avanzate e resistenti. Considerando che il costo di produzione di un trattamento completo varia da 68 a 1.400 dollari è evidente il ricavo economico della multinazionale e il prezzo folle imposto agli sfortunati pazienti di tutto il mondo, che In Italia sfiorano la cifra di un milione, escludendo coloro che sono ancora ignari di averla contratta (circa 200mila) per cui la cura completa costerebbe al nostro Sistema Sanitario Nazionale la bellezza di 41 miliardi di euro.

 

I VIAGGI Per tutti questi motivi da due anni, per il primo antivirale efficace di nuova generazione, in Europa e negli Stati Uniti è in atto una negoziazione sul prezzo inopportuno e poco etico della molecola brevettata da Gilead, introdotta sul mercato a prezzi più elevati rispetto ad altri Paesi occidentali, poiché, recita ancora Bechis, lo stesso farmaco, prodotto dalla stessa azienda è autorizzato dalla stessa ad essere venduto come generico solo in Egitto e in India al prezzo di 300 dollari a flacone, ovvero 900 dollari (700?) per l' intera cura, iniziativa questa concessa a quelle nazioni per non perdere il loro bacino importante di infezioni e sulla base della densità e delle possibilità economiche della sua popolazione.

melania rizzolimelania rizzoli

 

Il ministro Lorenzin, tramite l' AIFA, l' agenzia italiana del farmaco, ha portato avanti per mesi una trattativa estenuante, facendo appello sulla trasparenza e sulla responsabilità sociale, per strappare alla Gilead un prezzo giusto ed opportuno per l' acquisto della molecola, conoscendo il grande numero dei pazienti nel nostro Paese, e soprattutto perché oggi il Sovaldi è considerato alla stregua di un farmaco «salvavita». Ma in questo mese l' accordo è saltato ed è novità di questi giorni che il farmaco è stato messo in fascia C, quella cioè non rimborsabile, mentre si è iniziata una nuova contrattazione con l' azienda per un altro medicinale che la stessa sta per mettere sul mercato, e che sarebbe in grado di curare tutti i genotipi dell' infezione, e che permetterà di allargare i criteri di scelta dei pazienti ai quali sarà somministrato dal SSN, con una spesa prevista di circa 1 miliardo e mezzo di euro. Oggi infatti il farmaco salvavita veniva offerto gratuitamente solo ai pazienti più gravi, quelli con l' infezione complicata da fibrosi, cirrosi, cancro, a quelli in attesa di trapianto, oltre che agli operatori sanitari, pazienti che sono in tutto circa sessantacinquemila, mentre tutti gli altri sieropositivi italiani, cioè gli altri 850.000, tra coloro che non sono in grado di mettere mano al portafogli, quanto dovranno attendere e che fine faranno?

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La notizia è che oltre centomila di loro hanno già iniziato ad andare in India per comperare il loro salvavita a basso costo, molti altri si stanno organizzando con viaggi-pacchetti, il cui costo varia da 1.500 a 2.000?, comprensivi delle tre confezioni di pillole, e molti altri ancora stanno provando a farsele spedire, con l' intento comune di salvarsi dall' epatite che hanno contratto a loro insaputa nel loro Paese.

 

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Perché questi pazienti sanno bene che il virus HCV che si portano dentro, una volta entrato nel loro circolo sanguigno, con la sua replicazione all' interno delle loro cellule, la sua invasione e la distruzione che provoca del loro fegato, la ghiandola più vitale del loro organismo, non è in grado di rispettare ed attendere i tempi della politica, è insensibile alle questioni economiche e finanziarie dei bilanci di Stato, alle spese sanitarie ed alle trattative tra ministri e aziende farmaceutiche, è sordo agli accordi di mercato, alla sostenibilità e all' etica morale.

 

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Quei pazienti sanno bene soprattutto che senza ingoiare quel farmaco, o nell' attesa di una seconda o terza molecola da inserire nel «Piano di eradicazione dell' epatite C» annunciato con lettere maiuscole dall' AIFA, quello stesso virus che hanno in corpo non aspetterà, non arretrerà, ma continuerà a replicarsi, ad invaderli e ad infettarli per poi divorarli vivi fino a farli morire di insufficienza epatica irreversibile. Una condizione, questa, per la quale non ci sarà più nessuna molecola miracolosa a disposizione da trattare.

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