L’ELEGANZA NON HA TEMPO – JACQUELINE KENNEDY ERA CONVINTA CHE SAREBBE RIMASTA SINGLE: AVEVA POCO SENO E LEGGEVA SEMPRE – INVECE HA AVUTO DUE MARITI FAMOSI ED È DIVENTATA UN SIMBOLO DI STILE E RAFFINATEZZA

JACQUELINE KENNEDY CON BORSA GUCCIJACQUELINE KENNEDY CON BORSA GUCCI

Antonella Amapane per “La Stampa

 

Da ragazza era convinta che sarebbe rimasta zitella, perchè in fondo a chi interessava una che leggeva e non aveva seno? Su queste sue caratteristiche Jackie Bouvier non faceva che prendersi in giro. Con leggerezza, ironia, cinico e salutare distacco. Tutte doti che invece l’hanno resa carismatica e fascinosa. Così tanto da far innamorare il più sexy e ambito degli uomini, il senatore John Kennedy, futuro presidente degli Stati Uniti.

 

A raccontare, - in una la biografia romanzata - la storia di questa regina dello chic capace di unire etichetta e spontaneità, rilanciando il suo stile inarrivabile nell’estetica come nella vita, esce in libreria il 10 giugno Jackie, scritto da Adriano Angelini Sut (ed. Gaffi, 18 euro).

 

E ancora una volta il guardaroba della prima first lady mediatica della storia torna alla ribalta. Fonte d’ispirazione per milioni di donne e centinaia di stilisti che non si stancano di citarla. D’altronde il suo look ha influenzato non poco il costume. L’autentica bostoniana dal cognome francese, non bella e neppure troppo simpatica (ma nel libro lo diventa, rivelandosi via via più umana e fragile) negli «Anni della Nuova Frontiera» dettò legge in fatto di moda.

 

adriano-angelini-sutadriano-angelini-sut

Tanto che si parlò di «jacquelinismo». I suoi tailleur a scatola in tinte pastello («Il taglio che più valorizza la figura di una donna», diceva), i guanti lunghi, i bottoni oversize, la toque inclinata e il caschetto di capelli lucidi la rendevano inconfondibile. Possedeva tre parrucche che portava in viaggio per essere sempre in ordine. Fu lei a diffondere la mania delle acconciature posticce. E in quel periodo cinque milioni di americane acquistarono parrucche simili alle sue.

 

Senza contare i mocassini piatti di Gucci. All’inizio degli Anni 60 lo stilista fiorentino ne vendeva 90 paia al giorno soltanto nel negozio di Manhattan. Imitatissimi anche i golfini a manica corta, le collane di perle (spesso false), le borse a mezzaluna (sempre di Gucci, ancora oggi il modello Jackie O è fra i più gettonati), i foulard di Hermès e i pantaloni Capri allacciati sul fianco. E poi gli occhialoni da sole neri e quel fazzoletto in testa annodato sotto il mento. Un mascheramento che solo qualche volta le consentiva di sfuggire ai paparazzi. ?

 

norman mailer e jacqueline kennedy onassisnorman mailer e jacqueline kennedy onassis

Lo shopping era il passatempo preferito dalla first lady (cosa che faceva infuriare il secondo marito, Ari Onassis). Viziata, ma anche generosa: quando entrava in un negozio e acquistava diversi abiti (tanti), ne regalava anche uno alla commessa. Se si stufava delle sue toilette le rivendeva al negozio «Encore» di Madison Avenue, dove le clienti si mettevano in coda per accaparrarsi un suo indumento usato. Lei e la sorella Lee Radzwill, fin da giovanissime facevano a gara a chi fosse la più francese nel vestire.

 

Fra i suoi marchi favoriti spiccava Chanel. Ma il tailleur rosa che indossò quel tragico 22 novembre 1963 a Dallas - quando spararono a suo marito - non era di Chanel come molti pensano, si trattava di una copia realizzata da Chez Ninon, sartoria ultra chic di New York.?Jackie adorava i capi di Hubert de Givenchy (indimenticabile la toilette candida con corpetto ricamato a fiocchi di seta esibita al ballo di Versailles per De Gaulle nel ’61. Il Generale la definì: «uscita da un dipinto di Watteau»).

 

Jacqueline Kennedy In Piazzetta Jacqueline Kennedy In Piazzetta

Ma dato che gli americani non amavano la sua esterofilia (tanto meno gli omaggi ai francesi) a lungo Jackie si affidò allo stilista americano d’adozione Oleg Cassini (di origine russe). Una, fra le tante mise passate alla storia: l’abito in shantung albicocca con fiocchetto in vita creato per la visita in India nel ’62.??

 

Jacqueline Kennedy e il fotografo Settimio Garritano Jacqueline Kennedy e il fotografo Settimio Garritano

La signora aveva un gusto cosmopolita, quello che le americane ai tempi chiamavano «continental look», cui ha potuto dare libero sfogo senza problemi durante il secondo matrimonio con Onassis. Tanto che alle nozze con l’armatore greco nel ’68 sfoggiò finalmente un sublime Valentino in seta avorio e pizzo chantilly. Lo stilista italiano era fra i suoi favoriti. Lo conobbe appena il sarto sbarcò a New York durante un party «Diana Vreeland (mitica direttora di Vogue America, ndr) diede un pranzo in mio onore e mi chiese chi volevo conoscere. Dissi: Sophia Loren.

 

“Bene, la invito”, rispose. Il giorno del pranzo però non c’era, era dovuta tornare in Italia. Al suo posto trovai Jackie Kennedy, all’epoca giovane vedova. Stava traslocando in Fifth Avenue e aveva una gran voglia di divertirsi. Diventammo subito amici», ricorda Valentino che a lungo la vestì e la frequentò.

Jacqueline Kennedy Al Bar Tiberio Jacqueline Kennedy Al Bar Tiberio

 

C’è una bellissima e arcinota foto scattata nel ’71 a Capri, dove Valentino e il suo braccio destro Giancarlo Giammetti passeggiano con lei: coda di cavallo, maglietta nera, pantaloni bianchi, occhialoni scuri e i piedi scalzi. Una tenuta semplicissima, fatta di niente, che la dice lunga sulla classe della signora: anche con capi anonimi era il massimo dello chic.

 

jackie kennedy e valentinojackie kennedy e valentinojackie kennedy a roma 1967jackie kennedy a roma 1967mike nichols jackie kennedy 12mike nichols jackie kennedy 12

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?