ELEZIONI NEL PALLONE! NAPOLI-LAZIO DI DOMENICA VALE LA CHAMPIONS E IL CENTRODESTRA VUOLE SPOSTARE LA PARTITA: TEME CHE I NAPOLETANI NON VADANO A VOTARE - I TIFOSI AZZURRI VOGLIONO LA SQUADRA IN RITIRO: TRA GNOCCHE E MOVIDA, HIGUAIN NON DA' GARANZIE...

Il Deputato di Fdi Taglialatela chiede lo spostamento a lunedì del match decisivo: il timore è che vadano a votare solo i salernitani pro-De Luca. Azzurri in ritiro: ci vuole la super-prestazione. La foto di Francesca Pascale con il figlio di Giggino ‘a Purpetta…

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Carlo Tarallo per Dagospia

 

1. IL NAPOLI SPERA E IL CENTRODESTRA ESA-SPERA

MARCELLO TAGLIALATELA MARCELLO TAGLIALATELA

La Roma regala al Napoli un’ultima insperata possibilità di agganciare i preliminari di Champions League battendo la Lazio e il centrodestra in Campania è nel panico totale. Il match dei match, Napoli-Lazio, è in programma domenica prossima alle 20 e 45 al San Paolo, il giorno delle elezioni. E questa mattina il deputato di Fratelli d’Italia, Marcello Taglialatela, ha chiesto al Prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, di spostarla a lunedì per motivi di ordine pubblico. Il terrore dei sostenitori di Stefano Caldoro? Che tutta Salerno corra in massa a votare per Vincenzo De Luca mentre i napoletani saranno allo stadio o chiusi in casa per assistere alla partita.

 

HIGUAIN TRA LE GNOCCHE HIGUAIN TRA LE GNOCCHE

2. TUTTI IN RITIRO!

A proposito di Napoli-Lazio: gli azzurri devono vincere per conquistare il preliminare di Champions (l’accesso all’Europa che conta vale più di 40 milioni di euro) e i tifosi da ieri lanciavano segnali inequivocabili: “Ci vuole il ritiro!”. Le voci sui bagordi serali di alcuni fuoriclasse dilagano, e la squadra, in sostanza, dopo la sconfitta di Torino era mentalmente già in ferie: nessuno sperava che Roma e Lazio si sarebbero fatte del male, si pensava a un “biscottone”. Ma è andata così: la Roma ha inguaiato la Lazio e ora bisogna recuperare concentrazione e energie in vista dell’ultima di campionato. Risultato: la squadra da venerdì sarà in ritiro. La birra servirà in corpo, non nei boccali da un litro.

HIGUAIN AL RISTORANTE HIGUAIN AL RISTORANTE

 

3. CAMORRISTA E LATITANTE: DA 27 ANNI

Claudio Pappaianni per l’Espresso.it

 

Circa un mese, un mese e mezzo fa, ricevetti un biglietto tramite l'avvocato Cesaro di Sant'Antimo, figlio del costruttore Francesco Cesaro, il quale a sua volta l'aveva ricevuto dalla suocera di Raffaele Cutolo". Comincia così uno dei pochi verbali di interrogatorio di Pasquale Scotti, il più longevo tra i criminali inseriti nel "Programma speciale di ricerca" del ministero degli Interni. A lui va il record della latitanza: è scomparso dal 1984 molto prima che le cronache si occupassero della fuga di boss del calibro di Matteo Messina Denaro e Pasquale Zagaria.

 

armando cesaro e francesca pascale armando cesaro e francesca pascale

Da quando, a un anno dal suo arresto dopo un violento conflitto a fuoco nelle campagne napoletane, riuscì facilmente ad evadere dall'ospedale di Caserta dove era piantonato. Era la vigilia di Natale del 1984: da allora, il capo militare della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, è praticamente svanito nel nulla. Eppure, è da sempre considerato il depositario di molti dei segreti di "don Raffaele": dai rapporti con il mondo della politica e dell'impresa, fino alle oscure trame legate al sequestro e al rilascio di Ciro Cirillo, l'assessore regionale dc rapito dalle Brigate Rosse e rilasciato dopo l'intervento del padrino sollecitato dai servizi segreti. Misteri che potrebbero aver rappresentato la sua assicurazione sulla vita.

Pasquale Scotti Pasquale Scotti

 

L'ultima traccia di Scotti è il manifesto funebre del fratello, affisso tre anni fa sui muri di Casoria, la sua città: a dare "il triste annuncio" della scomparsa c'era anche Pasquale. Così, dopo 27 anni, la Polizia scientifica di Napoli ha diramato nei giorni scorsi un nuovo identikit. Le sopracciglia folte, tanto da farle sembrare un'unica linea retta tra la fronte e gli occhi, sono sempre al loro posto.

 

Lo sguardo, invece, sembra meno profondo e minaccioso di quando il boss venticinquenne era già accusato di numerosi omicidi. Era il più spietato, quello a cui Cutolo affidò il compito di risollevare le sorti del clan, dando indicazioni attraverso donna Rosetta e la collaborazione di insospettabili che consegnavano i "pizzini" direttamente nelle sue mani.

 

Pasquale Scotti Pasquale Scotti

Uno di questi postini era proprio Luigi Cesaro, deputato e presidente della Provincia di Napoli, che di lì a poco, nel 1985, sarà condannato in primo grado a cinque anni per associazione mafiosa. Verrà assolto in appello, pur confermando quegli incontri con Scotti, allora latitante e considerato il numero uno della Nco. Del resto, quando decise di collaborare, Scotti parlò subito di Luigi Cesaro. Disse che era stato lui a consegnargli un biglietto di Rosetta Cutolo, che lo invitava a recarsi a Ottaviano in un luogo sicuro dove il boss Raffaele Cutolo gli "avrebbe telefonato avendo bisogno di una cosa importante".

Quando il 28 dicembre 1983 Scotti fa queste rivelazioni, gli agenti della Questura di Caserta sono increduli.

 

Pasquale Scotti Pasquale Scotti

Cutolo era rinchiuso nel supercarcere dell'Asinara per precisa volontà del presidente Sandro Pertini: come faceva a telefonare anche da lì? Il killer conferma e dice di avere parlato in quell'occasione con Cutolo e Marco Medda, un altro dei suoi luogotenenti detenuto nell'isola sarda. I due erano insieme anche quando Antonio Dignitoso, uomo di fiducia di Scotti, li incontrò in Sardegna pochi giorni dopo per organizzare la fuga di Medda. Possibile che persino nel supercarcere il padrino godesse di tanta libertà?

 

L'incontro fu confermato dall'allora capitano dei carabinieri Enrico Barisone, una figura leggendaria nell'Arma premiata con la medaglia d'oro al valor militare: "Ricordo che il Cutolo disse che occorreva prendere al più presto contatti con Pasquale Scotti che era il suo alter ego in libertà, al fine di impedire la commissione dei suddetti attentati...", dichiarò l'ufficiale un mese dopo. Sulla vicenda, tuttavia, restano ancora tante ombre. E mentre il professore di Ottaviano resta ancora oggi prigioniero nel rigore del 41bis, del suo vice si è persa ogni traccia.

 

 

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