GIGLIO SENZA CONCORDIA - UN MESE E MEZZO DOPO IL TRASFERIMENTO DEL RELITTO TURISTI IN FUGA, ALBERGHI E NEGOZI VUOTI SULL’ISOLA – PRIMA GLI ISOLANI SI LAMENTAVANO DEI RISCHI DI INQUINAMENTO, ORA PIANGONO CHE NON INCASSANO UN EURO

Dal Giglio il relitto se n’è andato ma ha cambiato la vita di tutti - Accanto agli scogli sono rimaste le due piattaforme, un operaio inglese: “Avete visto il lavoro sopra il mare, ma quello sotto è molto più lungo e complicato. Ci vorranno almeno altri due anni per togliere tutto il materiale”...

Condividi questo articolo


Pierangelo Sapegno per “La Stampa

 

la concordia a genova 8 la concordia a genova 8

Accanto agli scogli delle Scole adesso sono rimaste le due piattaforme, dove prima c’era quell’enorme ammasso di ferro della Concordia che galleggiava come un mostro davanti al porto del Giglio, e le vedi ferme, così inchiodate sulla superficie del mare, una con le quattro ciminiere rivolte al cielo e l’altra con la gru sospesa nel vuoto. ?

 

la concordia a genova 6 la concordia a genova 6

Ma non vedi la sottile linea di confine che ha diviso la vita, dalle abitudini di un tempo a quello che è rimasto adesso, non puoi vedere, oltre quell’assenza, Fabio Meino quando si siede dietro la cassa del suo locale e dice che «la Concordia mi ha rovinato l’esistenza», e che ha deciso di vendere tutto, «perché fra un anno lascio, basta», mentre davanti a noi passano i suoi camerieri in maglietta nera, con la scritta «Ristorante dal 1956» esibita con una certa fierezza. ?

 

la concordia a genova 34 la concordia a genova 34

Non puoi vedere l’operaio inglese John F. K., con una sorta di tuta dal colore grigio, seduto nel patio dell’Hotel Demo’s che guarda le due piattaforme e dice che lui è arrivato qui da tre mesi, «e ci resterò non so ancora quanto, perché voi avete visto il lavoro sopra il mare, ma quello sotto è molto più lungo e complicato e ci vorranno almeno altri due anni per togliere tutto il materiale. Sarà anche bello qui, però non me ne accorgo». Non ci vogliono radici per amare un posto lontano.?

 

A un mese e poco più dal giorno in cui portarono via la Concordia dagli scogli delle scole, quella sottile linea di confine non la puoi vedere neanche da Castello, da quassù, fra i vicoli sbalzati, chiusi dentro le case medioevali, dove Andrea Serafini ti racconta la vita della famiglia, da quando suo nonno arrivò sull’isola come militare, nel 1918, da Castiglion de’ Pepoli, e non volle più andar via, perché queste terrazze di vigne affacciate sul mare e questo sole che ti guardava dietro la cresta, lo ammaliarono per sempre. Adesso c’è un senso di smarrimento, e chissà se bastano le radici. ?

SERGIO ORTELLI SERGIO ORTELLI

 

Il suo Tabacchi davanti alla fermata dei pullman vende di tutto, ma da due anni, da quando la Concordia ha cambiato il turismo del Giglio, non ha più i giornali, perché quasi tutti quelli che vengono l’hanno già preso prima di sbarcare e scappano la sera, come questa comitiva di signore bresciane che devono fare in fretta lungo le feritoie del Castello, fra le scale e i baschetti, per prendere in tempo il traghetto delle 18. ?Oggi che agosto ha regalato finalmente questo sole, sarebbe bello fermarsi a guardare dai tornanti anche questo cimitero appoggiato sul piano, prima della discesa di pini e cipressi, buttati verso le baie e Campese, là sotto.

 

la costa concordia lascia l'isola del giglio 8 la costa concordia lascia l'isola del giglio 8

Ma non c’è più, questo tempo, ed è come se l’avessero portato via gli anni venuti dopo quella notte, del 13 gennaio del 2012. Dentro questa sottile linea di confine che ha diviso le vite del Giglio, ci stanno anche i numeri, in fondo, perché da allora, nel periodo estivo, fanno sapere dalla Capitaneria di Porto, il calo delle presenze è stato inesorabile, arrivando, nel biennio, a far registrare un - 25%. ?

 

E quest’anno, dice la ragazza con la maglietta bianca del Punto Informazioni, «le presenze a giugno sono state duemila contro le quasi quattromila del 2013. A luglio, è andata ancora peggio: tremila contro cinquemila».

 

la costa concordia lascia l'isola del giglio 6 la costa concordia lascia l'isola del giglio 6

Alla fine, sono solo dati che confermano «quanto diciamo da tempo», come commenta il sindaco Sergio Ortelli: «La Concordia non ha portato niente di buono alla nostra isola. E stiamo pagando un prezzo fin troppo alto».?Agosto, in un certo senso, sembra raccontare tutto questo, come quando Fabio Meino ti parla di tutta la gente che veniva qui dai tempi di Nerone, seduto dietro quella sottile linea di confine a rammentare le terrazze di vigne piene che non ci sono quasi più, «perché oggi produciamo solo vino per 3.500 bottiglie», e questa conchiglia di porto, così intatta, prima che arrivasse la Concordia, «e noi perdessimo la testa e ci svendessimo». ?

la costa concordia lascia l'isola del giglio 3 la costa concordia lascia l'isola del giglio 3

 

O la signora Ilva, da Firenze, che ha una casa lassù, dice indicando quel crogiuolo di quinte strette sopra il mare, si mette a ricordare le stagioni felici, come in quella canzone di Giorgio Gaber, quando si prova a tornare nei luoghi «dove tu solo mi hai insegnato ad amare. Ma quasi sempre c’è un prato, che aveva un colore che adesso non ha».

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…