GIUSTIZIA È FATTA - LA CASSAZIONE CONFERMA I VENTI ANNI DI CARCERE PER L’EX FIDANZATO DI LUCIA ANNIBALI, COLPEVOLE DI STALKING, LESIONI E TENTATO OMICIDIO - DODICI ANNI A TESTA PER I DUE ALBANESI CHE FURONO ASSOLDATI PER SFREGIARE CON L’ACIDO LA RAGAZZA

Lucia Annibali: “Voglio dedicare un pensiero va anche ai ragazzi di Milano sfigurati come me. Vorrei essere per loro e per chi subisce ingiustizie un esempio di speranza. Adesso quello che voglio è riprendere in mano la mia vita completamente, senza più il pensiero di dover sostenere altri passaggi giudiziari”… -

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Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”

 

VARANI ANNIBALI VARANI ANNIBALI

Sono le dieci di sera quando i giudici riemergono dalla camera di consiglio. Lucia ascolta la sentenza e poi cominciano gli abbracci: «Finalmente siamo arrivati a fine corsa». Aveva aspettato tutto il giorno seduta in fondo, nello spazio riservato al pubblico, anche se lei è un avvocatessa e anche se, più di ogni altra cosa, qui dentro, lei era la vittima.

 

ANNIBALI ANNIBALI

Qui dentro, cioè in Cassazione. E «a fine corsa» perché siamo alla sentenza definitiva per Luca Varani, pure lui avvocato e suo ex fidanzato, l' uomo che nell' aprile del 2013 assoldò due albanesi perché la sfigurassero con l' acido. Era la punizione che secondo lui Lucia meritava per aver continuamente rifiutato di voler riallacciare la loro relazione ormai lacerata. E le due condanne precedenti avevano stabilito vent' anni di carcere per i reati di stalking, lesioni gravissime (l' acido in volto) e tentato omicidio (per aver manomesso le manopole del gas dell' appartamento di Lucia che, se lei non fosse intervenuta in tempo, avrebbe potuto esplodere).

 

lucia annibali lucia annibali

«Un quadro indiziario preciso e coerente, di assoluta gravità» lo ha definito il procuratore generale Paolo Canevelli. Che ha ottenuto anche la conferma della condanna a 12 anni ciascuno dei due albanesi autori materiali dell' agguato. «La giustizia nel mio caso è stata perfetta» ha commentato Lucia uscendo dal Palazzaccio.

 

lucia annibali lucia annibali

«Voglio dedicare questa giornata a chi con le indagini ha reso possibile questo risultato. E un pensiero va anche ai ragazzi di Milano sfigurati come me. Vorrei essere per loro e per chi subisce ingiustizie un esempio di speranza. Adesso quello che voglio è riprendere in mano la mia vita completamente, senza più il pensiero di dover sostenere altri passaggi giudiziari, altre cose da mettere in discussione, prove da superare. Per me questo capitolo è chiuso per sempre. Sono la donna nuova che è nata dopo l' acido e voglio essere Lucia e basta, non Lucia la sfregiata. Io di mestiere non voglio fare la sfigurata».

lucia annibali lucia annibali

 

Ad ascoltarla non c' erano più le signore dell' Unione donne italiane di Pesaro, un gruppetto di attiviste tenaci che non sono mai mancate a nessuna delle udienze né in primo né in secondo grado e che ormai Lucia conosce ad una ad una. Anche ieri, per qualche ora, si sono presentate prima che cominciasse l' udienza, con le loro spille sulla giacca («Io sto con Lucia») e con lo striscione («Stop femminicidio») piegato nello zaino dopo averlo mostrato a lei e alle telecamere davanti all' ingresso del Palazzaccio.

 

Lucia è arrivata in piazza Cavour poco prima delle dieci, accanto al suo avvocato Francesco Coli. E per entrare ha mostrato un tesserino che non usa più dalla sera dell' agguato: quello da avvocatessa, con la fotografia del giorno in cui si iscrisse all' albo, il 24 settembre del 2005. Un altro volto, un' altra ragazza, un' altra vita.

 

LUCA VARANI EX DI LUCIA ANNIBALI LUCA VARANI EX DI LUCIA ANNIBALI

Un tempo che appartiene al «prima», cioè prima di quella sera di aprile di tre anni fa. Lei tornò a casa sua, a Pesaro, e fece appena in tempo ad aprire la porta di pochi centimetri. Si accorse che qualcosa non andava, sul tavolo c' era una sedia, le mandate della chiave erano due e non quattro. Fece per richiudere la porta e tornare indietro a chiedere aiuto, ma dall' interno un uomo incappucciato la spalancò di colpo e le lanciò in viso un barattolo di acido. Il buio, il dolore, i mesi d' ospedale, diciassette interventi chirurgici.

 

«Mi dispiace, è stato un dolore per tutti» le ha detto ieri la sorella di Luca, Francesca, avvicinandola per la prima volta a fine udienza. Per Lucia di più, ma non era il momento di replicare. Ieri era la giornata giusta per guardare avanti. Senza aggiungere altro .

 

 

LUCIA ANNIBALI INCONTRA GLI STUDENTI LUCIA ANNIBALI INCONTRA GLI STUDENTI

 

 

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