LA GUERRA DELL’ISIS AL CAZZEGGIO - DOPO AVER UCCISO DEI VIGNETTISTI, IL CALIFFO MINACCIA DI MORTE IL FONDATORE DI TWITTER, JACK DORSEY: “CONTINUATE A CHIUDERE I NOSTRI ACCOUNT. QUESTA NON E’ LA VOSTRA GUERRA”

La minaccia a Dorsey e Twitter andrebbe tuttavia collegata a #OpIceIsis, l’iniziativa voluta dagli Anonymous un mese fa per smantellare le difese informatiche dello Stato Islamico impegnato a reclutare sul web jihadisti votati alla guerra santa - In questa operazione gli Anon sono riusciti infatti a bloccare centinaia di account twitter…

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Arturo di Corinto per “la Repubblica”

jack dorsey twitter jack dorsey twitter

 

La propaganda del Califfato non conosce sosta. Dopo aver minacciato capi di Stato, generali e combattenti curdi, ha messo nel mirino anche Jack Dorsey, uno dei fondatori di Twitter. Un messaggio minaccioso, pubblicato in forma anonima su justapaste.it (http://justpaste. it/jot6), chiama alla guerra contro gli interessi e i lavoratori della famosa piattaforma di microblogging: «La vostra guerra virtuale contro di noi ora provocherà una guerra reale contro di voi».

 

dick costolo jack dorsey evan williams biz stone dick costolo jack dorsey evan williams biz stone

E in perfetto arabo afferma: «Avete iniziato una guerra destinata a fallire. Vi avevamo detto dall’inizio che questa non era la vostra guerra ma non ci avete ascoltato e avete continuato a chiudere i nostri account su Twitter». Il post prosegue: «Hey Jack (Dorsey), come proteggerai i tuoi dipendenti quando i loro colli diventeranno un obiettivo ufficiale per i soldati del Califfato? Cosa dirai alle loro famiglie?». Insomma il motivo è dichiarato: smettetela di bloccare i nostri account, altrimenti ne subirete le conseguenze.

 

IL BAMBINO DECAPITA LA BAMBOLA COME FOLEY DA TWITTER DI UN GRUPPO VICINO A ISIS IL BAMBINO DECAPITA LA BAMBOLA COME FOLEY DA TWITTER DI UN GRUPPO VICINO A ISIS

L’attendibilità delle minacce è in via di approfondimento da parte della polizia, subito contattata dagli stati maggiori di Twitter che hanno offerto la massima disponibilità a collaborare, e tuttavia non va sottovalutata, proprio perché attribuibili al CyberCaliffato, la struttura di coordinamento dello Stato Islamico su Internet.

 

La scelta di pubblicare su Justpaste è però la prima pista da seguire. Creato da un giovane polacco di 27 anni, è da alcuni mesi il luogo preferito per l’autopubblicazione da parte dei simpatizzanti dell’Is ed era stato negli ultimi mesi del 2014 il vettore privilegiato della propaganda pro-Is proveniente dall’Inghilterra.

 

La minaccia a Dorsey e Twitter andrebbe tuttavia collegata a #OpIceIsis, l’iniziativa voluta dagli Anonymous un mese fa per smantellare le difese informatiche dello Stato Islamico impegnato a reclutare sul web jihadisti votati alla guerra santa. In questa operazione gli Anon sono riusciti infatti a bloccare centinaia di account twitter, in parte ottenendone il controllo, in parte chiedendone la chiusura proprio a Twitter che, nonostante la sua politica aziendale improntata alla libertà d’espressione e alla difesa della privacy degli utenti, non ammette incitamenti espliciti alla violenza.

 

Nuove minacce Isis via Twitter, bandiera sul Colosseo Nuove minacce Isis via Twitter, bandiera sul Colosseo

Contattato da Repubblica, uno dei maggiori operatori dell’azione anti-Is che prosegue da oltre un mese proprio su Twitter, Kamikaze Ghost, ci ha detto che è «la solita propaganda terroristica». «Hanno paura di noi e se la prendono con Dorsey. Sono dei vigliacchi».

Il sito justpaste nei giorni scorsi era stato usato per “copiaincollare” numerosi messaggi di propaganda antioccidentale e diffondere i nickname degli Anonymous da attaccare per rappresaglia contro la loro efficace interruzione dei siti e degli account jihadisti e della denuncia di malware celati nelle immagini diffuse dal Califfato via Twitter.

TWITTER ISIS TWITTER ISIS

 

La minaccia insomma sembra essere la reazione alla perdita di terreno dello Stato Islamico sui social network dove alcuni hashtag come #NO2ISIS raccontano storie di normalità e resistenza pacifica dei cittadini iracheni, e «contestano la propaganda bugiarda» del Califfato, come dice Hayder Hamzoz, blogger e co-fondatore del Network iracheno per i social media.

 

 

 

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