INGROIA QUESTO! IL TRIBUNALE DEL RIESAME RESPINGE L’ISTANZA DELL’EX PM: LA VILLA DI CALATAFIMI RESTA SOTTO SEQUESTRO – SECONDO L’ACCUSA GITE IN BARCA E SUITE DELUXE SONO STATE PAGATE DAI CONTRIBUENTI

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Riccardo Arena per la Stampa

 

Campeggia tra le spese pagate con la carta di credito American Express di Sicilia e-Servizi, con la dicitura «ricevuta solo per giro in barca», 520 euro che poi Antonio Ingroia rimborsò alla società di gestione informatica della Regione, di cui era amministratore unico. Ma c' è e tanto basta, alla Procura di Palermo, che ha messo quel documento agli atti dell' inchiesta sull' ex procuratore aggiunto che lavorò in quello stesso ufficio, per poi darsi alla politica e alla direzione di un' azienda interamente a capitale.

 

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Destinatario di un sequestro da 151.000 euro che ha colpito un suo antico casale di Calatafimi, l' attuale avvocato Ingroia si è visto respingere il ricorso e confermare il sequestro dal Riesame. C' è la gita in barca del 6 giugno 2015 e il protagonista di quella uscita in mare con la compagna parla di «un errore dell' albergo, che aveva già emesso la fattura». Lui sostiene cioè che non avrebbe voluto pagare con la carta aziendale. I pm Pierangelo Padova ed Enrico Bologna, che avevano lavorato con lui, non sono convinti e depositano anche altri conti e altre spese. Suite deluxe, in un caso Towersuite, in un altro la suite presidenziale.

 

Antonio Ingroia Antonio Ingroia

Sempre in compagnia della fidanzata, i cui soggiorni venivano pagati con lievi differenze o erano compresi nel prezzo complessivo, perché nelle suite conta poco se si pernotta da soli o con altri. La Procura sostiene che i viaggi (26 mila euro) sono rimborsabili, le spese di soggiorno no: Ingroia insiste nella sua tesi, anche se restituì 9.086,05 euro, definendo invece «ammessi» e tenendosi rimborsi per 55.449,31 euro.

Il peculato è reato istantaneo: si consuma nel momento dell' appropriazione. La restituzione, sostiene così la Procura, non esclude l' illiceità.

 

Una delle restituzioni è datata poi 6 marzo 2017, il giorno prima dell' interrogatorio dell' indagato in Procura, ma la Guardia di Finanza ha scoperto che fu protocollato nel sistema elettronico di Sicilia e-Servizi il 14 marzo, ben otto giorni dopo. I pm hanno sul tavolo un elenco dei soggiorni (38) a Villa Igiea e poi di una serie di altri alberghi a 5 stelle. La suite presidenziale ebbe un costo di 600 euro a notte. La Tower Suite 675 euro. In totale la spesa per Villa Igiea fu di 40.088,10 euro, di cui 5.474 poi restituiti da Ingroia. La Regione provò a saperne di più e a ispezionare i conti, ma l' amministratore (cioè Ingroia) protestò con Rosario Crocetta, il presidente che lo aveva nominato, rispondendo che le richieste di guardare i suoi conti apparivano «ultronee» (superflue) e collegate a «una condotta che appare arbitraria e vessatoria».

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