foresta amazzonica

INTO THE WILD - VIAGGIO IN AMAZZONIA SULLE TRACCE DEGLI INDIGENI: AL PARCO NAZIONALE DI MANU’, IN PERU’, NIENTE TELEFONI ED ELETTRICITÀ MA BIODIVERSITÀ PIÙ RICCA DEL MONDO - PER RAGGIUNGERE IL CUORE DELLA FORESTA ALMENO 10 ORE DI TRAGITTO 

Alberto Abburrà per la Repubblica

 

indios amazzonia 4

La prima cosa da sapere quando si arriva in Amazzonia è che qui nulla è come sembra. A cominciare dalla sensazione di quiete assoluta che ti circonda. Un silenzio e una pace irreali che si rivelano presto apparenza. Chi ci vive o conosce la zona lo ripete come un mantra: la foresta e l' acqua dei fiumi nascondono una lotta per la sopravvivenza che non risparmia nessuno.

 

Insetti, pesci, uccelli, mammiferi e persino gli alberi. Si fa in fretta a capire perché: il versante peruviano dell' Amazzonia (oltre il 60% del Paese) è uno scrigno che custodisce la più grande biodiversità del mondo insieme alla Colombia.

 

piante misteriose

Oltre 1000 specie di volatili (sono 1800 in tutto il Perù), 400 specie tra pesci e mammiferi, addirittura 3500 di farfalle. Ma il record spetta alle piante, più di 20 mila. Un paradiso e in quanto tale non proprio a portata di mano. Chi decide di farci visita può arrivare via terra dalle Ande o sfruttare l' aeroporto di Puerto Maldonado, nell' estremità meridionale del Paese, al confine con la Bolivia.

 

Ufficialmente è già Amazzonia ma per raggiungere il cuore autentico della selva, dove la mano dell' uomo ancora non si vede, la strada è lunga, almeno 10 ore tra auto e barchette, l' unico mezzo di trasporto possibile nella giungla.

la sua grandezza

 

Un viaggio a due colori (il verde della foresta, l' ocra dei fiumi) e un unico suono: il motore fuoribordo delle imbarcazioni. Un incedere lento, a zig zag tra i tronchi che la corrente ha strappato alla foresta, un percorso suggestivo e un po' alienante che fa perdere in fretta la percezione del tempo.

 

Alla partenza si dice addio al telefono: niente chiamate, niente Internet, niente elettricità. Qui si vive come i nativi che non hanno mai abbandonato la zona e, in molti casi, rifiutano i contatti col mondo. La stima parla di 400 famiglie ferme all' Età della pietra, ma è un calcolo difficile perché queste popolazioni non sono avvicinabili.

 

Il parco nazionale di Manu (dal 1980 patrimonio Unesco) occupa oltre 17 mila kmq (poco meno della metà della Svizzera) e al suo interno ospita appena 4 lodge. Il 18% dell' area è accessibile ai visitatori, il resto è riservato a progetti di ricerca e soprattutto agli indigeni. Le attività economiche sono vietate e ci sono permessi molto restrittivi anche per chi lavora col turismo.

 

indigeni

Il territorio è ancora in mano ai veri padroni della natura: giaguari, anaconde, caimani, aquile, falchi, lontre, tapiri, nutrie, capibara, armadilli, formichieri, scimmie e bradipi. Una moltitudine di animali tra cui spiccano i predatori. I nativi non li cacciano, i turisti li inseguono per le foto, tutti li temono e li rispettano.

 

Sarà anche per questo che si viaggia soli e in mezzo al nulla per ore e ore, ma si finisce per parlare sempre sottovoce. Certo, i racconti dei bambini rapiti dalle aquile, quelli delle formiche giganti capaci di uccidere un uomo con tre morsi o la storia del cittadino americano ammazzato da un caimano mentre faceva il bagno e divorato dai piranha, non aiutano a vivere la giungla a cuor leggero.

 

PARCO NAZIONALE DI MANU

Ma con le dovute accortezze (non si può girare senza una guida autorizzata) i pericoli lasciano spazio alle leggende. La più famosa è quella di ciulianciaki , il folletto della foresta. Secondo la credenza popolare uno spirito con una gamba di maiale e l' altra di giaguaro che compare ogni volta che qualcuno pronuncia il suo nome per due volte.

 

Gentile d' aspetto, assumerebbe le sembianze di una persona famigliare accompagnando il malcapitato nella foresta per farlo perdere. Non è una leggenda invece il morso del serpente. Le specie più velenose sono sei. E sei, in media, le ore a disposizione per evitare il peggio. Ma l' ospedale più vicino è a circa 10 ore dal parco di Manu. Per i turisti è attivo un servizio radio attraverso cui è possibile far arrivare un elicottero.

 

PARCO NAZIONALE DI MANU 2

Per tutto il resto viene in soccorso la natura perché, come si dice da queste parti, «l' Amazzonia è saggia e ha un rimedio per tutto». I poteri della foresta La corteccia del garlic tree , per esempio, viene usata come repellente per gli insetti. Il tree of life serve per curare l' asma.

 

Poi c' è il naked tree , utile per controllare il diabete, ci sono foglie di palma perfette per pulire i denti e ancora piante per curare i reumatisti, il mal di stomaco, il mal di testa, la leishmaniosi e persino l' inappetenza dei bambini.

 

PARCO NAZIONALE DI MANU 3

Tante proprietà e qualche rischio. Si dice che i cacciatori avessero l' abitudine di ripararsi alle pendici degli iron tree , piante con proprietà allucinogene che finivano per farli smarrire. Di sicuro non si perde l' orientamento se si segue la chioma dei silk cotton tree.

 

I nativi bruciano i defunti alla base dei tronchi con la speranza che, essendo molto alti (fino a 60 metri), conducano le anime in cielo. Per questo motivo li venerano e non li tagliano. Un' attenzione alla natura che purtroppo non esiste appena si esce dalle aree protette. Qui la presenza dell' uomo si vede in tutta la sua brutalità.

 

PARCO NAZIONALE DI MANU 4

La ricerca illegale dell' oro ha devastato vastissime aree di foresta pluviale, in particolare sulle sponde dei fiumi dove operano indisturbate migliaia di persone. La sabbia viene lavata con il mercurio che poi finisce in acqua, un danno enorme come la contaminazione dovuta all' estrazione (anche questa quasi sempre illegale) di petrolio.

 

Pratiche che alimentano il disboscamento incontrollato e fanno di questa area una terra di nessuno: il governo si è arreso e la polizia neanche ci viene. Negli ultimi anni sono cresciute le associazioni di nativi che si battono per la salvaguardia ambientale e lavorano a progetti di riforestazione. Un primo passo, anche se la strada da fare è lunga e piena di insidie, molto più che un viaggio alla scoperta dell' Amazzonia.

PARCO NAZIONALE DI MANU 5nella foresta amazzonica

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?