1. LANCIATO DA DAGOSPIA, IL PROFESSOR RUGGERO FREDDI VIENE SCOPERTO DAI GIORNALONI
2. L’EX PORNODIVO GAY CON IL NOME DI CARLO MASI, OGGI DOCENTE A INGEGNERIA A ROMA “LA SAPIENZA”, RACCONTA VITA E STUDI: “DA RAGAZZO ERO UN GIOVANE OMOSESSUALE IRRISOLTO E NON CAPIVO NIENTE. MOMENTI IMBARAZZANTI IN FACOLTÀ? NE RICORDO UNO. ALLA MIA PRIMA LEZIONE. FACEVA CALDO, MI SONO TOLTO IL MAGLIONE E HO SENTITO UN CORO DI "OHHHH"…”
3. “IN AMERICA HANNO FATTO UN VIBRATORE COL CALCO DEL MIO PENE, LA SALSICCIA ITALIANA TIRA MOLTO. IL LAVORO NEL PORNO? HO MESSO DA PARTE QUANTO BASTA PER POTER VIVERE OGGI CON LA BORSA DI STUDIO DA 1016 EURO. IO E IL MIO COMPAGNO SIAMO ATTIVI E PASSIVI

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Da “la Zanzara - Radio 24”

 

“Ho fatto il pornostar gay negli Usa per sei anni, fino al 2011. Da quando avevo 28 anni. Ho anche riprodotto il mio pene con un calco, ne hanno fatto un dildo, un vibratore. Come funziona? Inserisci il pene in un tubo, lo ricoprono di lattice, lo tiri fuori, ed è fatta. Lo abbiamo fatto solo io e Rocco. La salsiccia italiana vende molto”. Ruggero Freddi, culturista, ex attore porno gay e attualmente insegnante alla facoltà di Matematica della Sapienza di Roma, alla Zanzara su Radio 24 parla della sua vita dopo il clamore suscitato dal suo caso.

 

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Confessa che voterà per Matteo Renzi: “Voto Renzi, ci ha regalato le unioni civili. Mi sposerò col mio fidanzato argentino, anche lui ex attore nel porno. Io non voglio figli, lui sì. Vedremo. Ma meglio l’adozione della fecondazione assistita”. Poi attacca il quotidiano La Verità, diretto da Maurizio Belpietro, che sta attaccando l’Università per aver reclutato Freddi col suo passato: “Sono volgarissimi, è un giornale volgare, delle persone volgari. Cosa vogliono? Io sono laureato in ingegneria nel 2003, laureato in matematica nel 2013, laureato in specialistica matematica nel 2016, vincitore del concorso in dottorato nel 2016.

 

Sono come un cervello che è rimpatriato. Diciamo che all’estero hanno apprezzato la mia fisicità, in Italia il mio cervello”. “Io ho un pisello normale – dice – non so nemmeno quanto è lungo. Credo di essere nella media, forse qualcosa di più. Per quello che vedo io, e ne ho visti, non sono superdotato. 21 centimetri? Forse, non so. Ma sono contento perché ero noto più per il mio fisico che per avere un grosso pisello”.

 

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Quanto guadagni adesso?: “La mia borsa di studio da ricercatore è di 1016,00 euro al mese. Più 100, 150 euro per le lezioni. Riesco a campare coi soldi che ho guadagnato prima? Col porno ho guadagnato tanto da essere tranquillo”. “Col mio fidanzato – dice Ruggero Freddi - ci siamo conosciuti sul set del suo primo film. Eravamo gelosi l’uno dell’altro, anche sul set. Nessuno me lo deve toccare. Gli ho dato il tormento. Una volta stavo facendo un servizio fotografico davanti a una villa in California, mentre lui faceva il film dentro la villa.

 

Li ho costretti a chiudere tutte le finestre, a mettere addirittura lo scotch per coprire ogni buco. Perché se avessi visto qualcosa, mi sarei incazzato e sarei andato in escandescenze. Non volevo vedere nulla. Poi siamo arrivati in albergo e ho spaccato tutta la camera perché ero incazzato nero che lui avesse fatto sesso con un altro. Stiamo insieme da undici anni. E non ci siamo mai traditi. Siamo stati sempre leali l’uno con l’altro. Io sono più dominante, ma siamo entrambi attivi e passivi”. Tornerà a fare il porno?: “No, ‘ndo vado? Quando giravo ero una star, facevo due tre film l’anno al massimo. Usavo il viagra, certo. Adesso col mio fidanzato no. Prolasso anale? Mai avuto”.  

 

1 - DA STAR DEL PORNO A DOCENTE IN ATENEO «GLI STUDENTI? INCURIOSITI MA RISPETTOSI»

Giovanna Cava per il “Corriere della Sera”

 

ruggero freddi sul sito de la sapienza ruggero freddi sul sito de la sapienza

«Proprio stamattina ero in aula davanti a ottanta studenti che parlavo di derivata seconda, concavità e convessità», spiega. Facoltà di Ingegneria clinica, università La Sapienza di Roma, corso di Analisi I, matematica pura, non staremmo qui a parlarne se davanti alla lavagna, a scrivere formule astruse ai più, non ci fosse Ruggero Freddi, 41 anni, romano di Ponte Lungo, 1 metro e 76 per 95 kg di muscoli da culturista, doppio orecchino e anelli in scala fino al mignolo, che in curriculum, dopo il diploma all' istituto tecnico («Preso con un 3 in matematica: non voglio fare Pasolini, però a quell' età, padre gelataio, mamma stagionale, ero povero, omosessuale irrisolto e non ci capivo niente»), ha una laurea in Ingegneria informatica presa nel 2013 con 106 («Mi sono rovinato la media con i primi esami e qualche 20 sul libretto»), altre due in Matematica, conseguite nel 2013 e nel 2016, la triennale e la magistrale, entrambe con 110 e lode, e nel mezzo una fortunata e fruttuosa carriera a San Francisco come pornodivo in pellicole gay, nome d' arte Carlo Masi, per sette anni una vera star del settore. «Ho smesso quando ero all' apice, di più non avrei potuto fare».

ruggero freddi al gaypride ruggero freddi al gaypride

 

Ed è tornato sui libri a 34 anni.

«Credevo di essere vecchio e arrugginito, invece ci ho ripreso gusto. Ed essendo molto competitivo anche un ventinove l'ho vissuto come un affronto».

 

Non è (ancora) un vero professore, ma un dottorando però.

«Nel triennio di specializzazione si ha la possibilità di partecipare a bandi per l'insegnamento e li ho vinti. L'anno scorso ero tutor, quest'anno sono co-docente di Analisi I con la professoressa Angela Pistoia. Non ho il titolo accademico né la cattedra, ma un ufficio alla Sapienza e una mail istituzionale. Ricevo gli studenti e soprattutto faccio lezione».

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In classe come viene accolto? Perché suppongo che i suoi studenti sappiano.

«Nessuno mi ha mai fatto domande che non fossero scientifiche. Mi prendono tutti sul serio, com'è giusto, perché sono molto preparato. Mi danno del lei. Di solito mi presento così: "Voi non conoscete la matematica, io nemmeno, ragioniamoci insieme". I ragazzi sono gentili, aperti e curiosi di un professore così strano».

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Momenti imbarazzanti?

«Ne ricordo solo uno. Ero alla mia prima lezione, mi ero messo un pullover, e sotto una t-shirt aderente. Faceva caldo, mi sono tolto il maglione e ho sentito un coro di "ohh". Ho un corpo massiccio, impossibile nasconderlo. Sul momento ne sono rimasto lusingato, poi ho capito che ci perdevo in rispettabilità e da allora metto giacca e camicia».

 

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La titolare della cattedra che ne dice di questo co-docente particolare?

«È molto carina e gentile, certamente sa del mio passato ma non ne parliamo. Quando mi prende lo sconforto e mi sento meno bravo degli altri, è la prima che mi incoraggia».

 

Di certo guadagnava di più sul set.

«Ho messo da parte quanto basta per poter vivere oggi con la borsa di studio da 1.016 euro più gli extra per le lezioni. Credo nella cultura anche se lo studio ti rende migliore, di certo non più ricco: ho compagni di corso cervelloni che ancora vivono con gli stessi coinquilini di allora».

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2 - MINISTRO E UNIVERSITÀ AMMUTOLITI, IL PORNODIVO GAY RESTA IN CATTEDRA

Alessia Pedrielli per “La Verità”

 

Dai set hard dedicati ai gay, alla cattedra di analisi dell' Università La Sapienza di Roma. Ma, questa volta, nessuno commenta. È sceso un imbarazzato silenzio sulla vicenda di Ruggero Freddi, alias Carlo Masi, ex pornoattore che ha all' attivo parecchie pellicole a luce rossa, nonché un dildo che riproduce le sue misure anatomiche, commercializzato con successo, e che, da plurilaureato, dopo aver lasciato il mondo del cinema omosex, si è dedicato all' insegnamento.

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Nessun commento ufficiale dall' ateneo capitolino e silenzio anche dal ministro dell' Istruzione, Valeria Fedeli, ai cui uffici La Verità ha chiesto, inutilmente, un commento. Silenzio, nonostante la legge 240 del 2010 preveda che ogni ateneo si doti di un regolamento interno da far sottoscrivere e rispettare ai professori relativamente al comportamento da tenere fuori e dentro l' aula. Nonostante i precedenti simili che si sono quasi sempre conclusi con l' allontanamento dall' insegnamento dei professori mediaticamente esposti per comportamenti - anche privati - legati alla sfera sessuale.

 

E, ancora, nonostante sia proprio lo stesso Freddi, a più riprese, tramite i social network ma anche direttamente nel rapportarsi con i suoi studenti, a insistere sul doppio ruolo di rappresentante del mondo lgbt e di professore, che la sua figura impersona. Sostiene che preparare una lezione di ingegneria o recitare in un porno gay per lui non faccia differenza: «Mi vengono naturali entrambe le cose».

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Di Freddi non sono certo in discussione i titoli: armato di due lauree, una in ingegneria conseguita nel 2013 e l' altra, più recente, in matematica, si è avventurato nel malpagato mondo universitario «per passione», aggiudicandosi una borsa di studio per un dottorato in analisi matematica, grazie al quale tiene le sue lezioni. È il suo passato di attore porno, letteralmente sotto i riflettori, invece, a sollevare qualche dubbio di opportunità. Così come è sempre stato fino ad oggi.

 

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Nel 2007 Anna Ciriani, professoressa alle scuole serali per adulti di Pordenone, venne esonerata dal suo incarico per 6 mesi per aver partecipato in topless alla Fiera dell' eros di Berlino. A Vicenza, lo scorso aprile, una supplente appena entrata in carica in un istituto tecnico industriale perse la cattedra dopo che i suoi alunni avevano trovato delle sue fotografie inequivocabili pubblicate su siti con annunci di escort. La scuola in quel caso fu chiara: «Libertà sessuale e privacy vanno tutelate. Ma non si può transigere sulla sua seconda vita».

 

Nel 2015, poi, c' era stato il caso di Cloè, insegnante di fisica di San Donà di Piave (Venezia) che si era presentato in classe vestito da donna. La scuola lo sollevò dall' incarico per alcuni giorni, lui presentò ricorso al tribunale, ma il provvedimento venne confermato.

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Nel caso di Freddi, invece, solo un silenzioso imbarazzo. La legge che dovrebbe disciplinare questo tipo di casi, a dire il vero, c'è. A emanarla, nel 2010, fu l'allora ministro Mariastella Gelmini, che pur trasferendo ai singoli atenei la responsabilità di emanare e far rispettare regolamenti disciplinari per i professori, richiamò i principi, validi per tutti i dipendenti pubblici, a cui questi dovrebbero ispirarsi. Come l'obbligo «di essere da esempio, di comportarsi in modo da favorire la fiducia e collaborazione con il pubblico e di mantenere la dignità anche fuori servizio».

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Ma se le istituzioni preferiscono sorvolare sulla spinosa questione lui, Freddi, le proprie idee invece ci tiene ad esprimerle. Attraverso la sua pagina Facebook, per esempio, dove si diverte a postare immagini di drag queen seminude, accompagnate da commenti del tipo: «Ecco il mio ingresso alla seconda lezione di oggi».

 

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O anche in diretta, con gli studenti, come quando alla fine di una lezione invitò, come lui stesso scrive, gli studenti della sua classe a partecipare al Gay pride di Roma del giugno 2017. «Devo dire che il brivido di essere un piccolo rivoluzionario esercita ancora un grande fascino su di me. Mi piace pensare di essere stato il primo a supportare ufficialmente un gay pride in facoltà di ingegneria alla Sapienza durante una lezione istituzionale», annunciava in un post lo scorso aprile.

 

Mentre qualche settimana fa, ripreso (tardivamente) dal direttore del dipartimento per l' iniziativa, aggiungeva: «Evidentemente, in controtendenza con le più prestigiose università al mondo, La Sapienza ritiene preferibile non dare un messaggio di solidarietà, uguaglianza e rispetto nei confronti delle persone Lgbt».

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Comunque sia, Freddi è uno che non demorde: proprio ieri in un' intervista rilasciata all' agenzia Dire ha annunciato di voler «organizzare in occasione della giornata mondiale contro l' Aids il primo dicembre un incontro in facoltà», dedicato al tema. La scrittrice Lucetta Scaraffia, storica e giornalista ospitata su molte testate, già docente di storia contemporanea alla Sapienza e ora collaboratrice fissa dell' Osservatore Romano (dirige per la testata vaticana il supplemento Donne Chiesa mondo), commenta: «Mi astengo dal giudicare scelte sessuali estreme come quelle del professor Freddi. Dico però che vi sono forme di comportamento che un docente non può tenere.

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Questo è un concetto che, come insegnante della Sapienza per molti anni, oggi pensionata, ho sempre avuto ben presente. Un professore non insegna solo la sua materia. Quando sta in cattedra, insegna anche chi è, attraverso la sua persona, attraverso quello che fa nella vita. Poniamo che arrivasse sempre in ritardo alle lezioni: la sua condotta sarebbe riprovevole, perché la puntualità è un valore, denota rispetto.

 

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Lo stesso dicasi per altri tipi di condotte ben più delicate, che sono per di più sotto gli occhi di tutti su Intenet. A giudicare dai film pornografici che mi sono stati descritti, il minimo che si possa dire è che questo docente ha una concezione del sesso estrema, rischiosa, violenta e totalmente materialista. Se avessi un figlio o una figlia che frequentano La Sapienza e lo avessero per insegnante, come cittadina e come donna lo considererei uno sbaglio, un modello di comportamento non condivisibile imposto ai giovani».

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