vittorino andreoli

“FACEBOOK ANDREBBE CHIUSO, E’ UNA FUGA DALLA REALTÀ” - LO PSICHIATRA VITTORINO ANDREOLI: “I GIOVANI DI UNA VOLTA LI DEFINIVAMO 'VIOLENTI', ORA SONO DISTRUTTIVI: FANNO MALE ANCHE A LORO STESSI - L’ITALIA? UN PAESE DI MASOCHISTI GIOIOSI - IL POTERE? È LA PIÙ GRANDE MALATTIA SOCIALE - LA MIA PAURA PIU’ GRANDE È NON AVERE PIÙ UN SENSO, NON ESSERE PIÙ UTILE”

Alessandro Belardetti per “il Giorno”

 

Professore Andreoli, nel suo nuovo libro il protagonista scopre nella vecchiaia il web. Qual è la ricetta per fare entrare le persone della terza età in Rete?

VITTORINO ANDREOLI

«Il vecchio nella mia opera è lontano dal mondo di Internet, ma lo usa. Alla fine tiene quattro lezioni che hanno successo ma si ferma: avverte il bisogno non solo di sapere quanti seguaci (followers) ha, ma anche di vederli e toccarli. Il mondo digitale si apra agli anziani, per occupare lo spazio dell' abbandono: il dramma dei vecchi».

 

Lei naviga in Rete?

«No, ma non la demonizzo. I social invece sì, sono una fuga dalla socialità tra le persone, una fuga dal concreto, per andare in un mondo che non c'è. Facebook andrebbe chiuso».

 

Cosa è cambiato dai ragazzi violenti di una volta ai baby bulli di oggi?

«Molto, anzi tutto. Si è passati dall' aggressività contro il nemico alla violenza contro il compagno di scuola. I giovani di una volta li definivamo 'violenti', ora sono distruttivi: fanno male anche a se stessi. Quando picchiano uno e lo riprendono per pubblicare il video sui social fanno una confessione: 'ecco la prova che ho infranto la legge'».

VITTORINO ANDREOLI

 

La morte è un concetto che terrorizza l'Occidente. Sarà mai possibile renderla 'normale'?

«Io odio la morte, perché l' uomo ha sempre qualcosa da fare. L'ultimo mio desiderio sarebbe aggiungere un' ora alla mia vita per chiedere scusa alle persone a cui non ho dato tutto. Amo questa terra e questo Paese anche se è fatto di masochisti gioiosi».

 

Di cosa ha paura Vittorino Andreoli?

«Sento molto la paura, ma è un meccanismo dell' uomo: serve a prevedere ed evitare i rischi. La mia paura è non avere più un senso, non essere più utile, capace di capire gli altri e ascoltarli».

 

DONATO BILANCIA

Si definisce non credente, ma non ateo. Le religioni diventeranno marginali per gli uomini?

«L' ateo manca di rispetto a chi crede e a chi potrebbe credere, come me. La fine delle religioni? Il mistero non è una domanda a cui la razionalità può rispondere e dunque fa parte dell' uomo. Ci sarà sempre».

 

Sostiene che tutti possono diventare 'matti' e negli assassini ci possono essere normalità e genialità. Lei stesso ha dovuto fronteggiare disturbi psicologici importanti?

«Ho le mie ansie, sono particolarmente fragile, mi piace lamentarmi, sono un pessimista attivo: insomma, sono un uomo comune. Ma bisogna fare una distinzione tra fragilità e patologia: il nostro tempo ha medicalizzato troppo, a ogni difficoltà applica una categoria clinica. Le fragilità sono legate alla condizione umana. Ma io non credo di essere inquadrabile in una categoria psichiatrica e, se lo fossi, pochi potrebbero fare diagnosi su di me».

 

pietro maso da costanzo

Pietro Maso, Donato Bilancia, Unabomber, Piazza della Loggia. Come ha fatto ad appassionarsi dell' uomo in questi casi?

«Sono punti della Storia, per me era un impegno doloroso: Piazza della Loggia, un incubo ma che rifarei. Donato Bilancia, un uomo che in sei mesi ha ucciso 17 persone, non mi ha mai fatto paura: andavo a vederlo ogni sera, l'ho fatto spostare di carcere e in lui ho intravisto umanità. E gli occhi di Pietro Maso mai li dimenticherò».

 

Quale la delusione più grande della carriera?

«Gli psichiatri, non i malati. Ho incontrato troppi mestieranti. La psichiatria è disciplina, serve passione, occorre amare l' uomo, non se stessi».

 

C'è un personaggio che avrebbe voluto avere in terapia?

vittorino andreoli

«Il mio sogno è curare il potere. Mi ero offerto per andare gratis a Palazzo Chigi, a Palazzo Madama, alla Camera: mi hanno risposto 'no, grazie'».

 

Non parla mai di politica. Che rapporto ha con destra, sinistra e populisti?

«Ho fatto una scelta precisa: dedicarmi a tutti i matti. Vado a votare, certo, ma amo l'uomo: i partiti giudicano, non esiste un schieramento se non esiste un nemico. La politica è una patologia, è guerra. Il potere è la più grande malattia sociale e il denaro è il simbolo del potere. Io non ho mai fatto in modo, anche nelle scelte politiche, di essere legato alla ricchezza».

 

Sarebbe in difficoltà ad avere come paziente Donald Trump?

«No, assolutamente. Se mi invitasse alla Casa Bianca, porterei il camice bianco con me».

 

Si è mai infatuato di una sua paziente?

PIAZZA DELLA LOGGIA

«Mai. La professione psichiatrica è la mia religione. Capita spesso nelle sedute? Lo so benissimo, conosco psichiatri che si giustificano: 'amo e vado a letto con la mia paziente, anche questa è terapia'».

 

Molti sostengono che scagionare un killer perché 'incapace di intendere e volere' non è giustizia. La perizia psichiatrica è da eliminare?

«È da cambiare: la formula attuale si giustifica nel 1930 col Codice Rocco. Il capire e il voler fare ora non bastano a spiegare un comportamento: vanno analizzate le caratteristiche non controllabili e non consapevoli. Se un malato di mente compie un reato, va curato. Se uno lo fa consapevolmente e senza disturbi, va condannato».

 

Qual è il sogno di Vittorino Andreoli?

«Tornare matricola all'università per studiare il cervello».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”