“NON VORREI AVER FATTO UNA COSA COSÌ ORRIBILE” - PARLA IL 24ENNE CECENO RASSOUL BISSOULTANOV ARRESTATO PER AVER MASSACRATO A CALCI NICCOLO’ CIATTI IN UNA DISCOTECA DI LLORET DE MAR - ECCO LA RICOSTRUZIONE DI QUANTO SUCCESSO E I LATI OSCURI ANCORA DA CHIARIRE - IL VIDEO DELLA BRUTALE AGGRESSIONE

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Riccardo Bruno per www.corriere.it

 

Il ceceno

LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI

Il ventiquattrenne ceceno in carcere accusato di aver colpito a morte Niccolò Ciatti si chiama Rassoul Bissoultanov. Gli inquirenti stanno verificando se abbia un passato da paramilitare nella guerra civile in Cecenia. Di sicuro quella terribile sequenza di calci e pugni l’aveva provata in palestra, a Strasburgo. Bissoultanov infatti ha partecipato a gare di Mma, le cosiddette arti marziali miste, quelle che consentono l’utilizzo sia di tecniche di percussione (calci, pugni, gomitate e ginocchiate), sia di lotta. Trasferitosi in Francia, dove ha chiesto asilo politico, in passato risulta tesserato all’Academie Europenne di Strasburgo.

LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI

 

La confessione

Nell’interrogatorio davanti al giudice sarebbe scoppiato a piangere, pentendosi di quanto accaduto: «Non vorrei aver fatto una cosa così orribile» avrebbe detto. Mosvar Magamadov e Khabiboul Khabatov, gli altri due giovani ceceni fermati e poi rimessi in libertà perché non ritenuti direttamente responsabili delle percosse che hanno portato alla morte Niccolò, avrebbero ammesso che quella notte Bissoultanov era ubriaco e che aveva assunto droghe.

 

Sabato, ore 3

LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI

Sono quasi le 3 del mattino di sabato. Niccolò Ciatti, 22 anni, di Scandicci, è al St.Trop’, una delle discoteche di Lloret de Mar, insieme agli amici. Si muove tra la folla a pochi metri dall’amico Alessandro Cattani. Incrocia il gruppetto di ragazzi ceceni. Sono in tre. Una spinta, si ferma a discutere, viene aggredito. Cade a terra. Un calcio in faccia gli sarà fatale

 

La sicurezza carente

LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI

La discoteca può ospitare fino a 2.000 persone, dicono dal locale. Ci sono quattro piste. I buttafuori che dovrebbero garantire la sicurezza sono 9: uno per ogni 200 ragazzi. Durante la rissa, che dura poche decine di secondi, nessuno di loro interviene. Arriveranno quando tutto è finito. E accompagneranno gli amici di Niccolò, che è privo di sensi, in una piazzetta vicino al locale, in attesa dei soccorsi. I tre aggressori, sono già andati via indisturbati

 

L’indifferenza del pubblico

NICCOLO CIATTI NICCOLO CIATTI

Quando scoppia la rissa la folla si allarga creando una sorta di arena intorno ai ragazzi italiani aggrediti. Nessuno interviene, nonostante le richieste di aiuto dei giovani italiani. I tre ceceni si accaniscono con violenza, sembrano, raccontano gli amici di Niccolò, persone addestrate (uno di loro sarebbe un lottatore). Forse sono dei paramilitari, si ipotizza, che adesso vivono in Francia come richiedenti asilo

 

I ritardi del gestore del locale

La gravità dell’aggressione sembra che venga capita bene anche dai gestori del locale. Il dj spegne la musica. Vengono spente anche le luci da discoteca mentre si accendono, si intuisce dal video, quelle che illuminano a giorno le piste da ballo a fine serata. Ma nessuno del locale va tempestivamente in aiuto dei ragazzi a terra

 

NICCOLO CIATTI NICCOLO CIATTI

L’intervento della polizia

La polizia, i Mossos d’Esquadra, viene allertata alle 3. Secondo le prime ricostruzioni, prima che vengano chiamati i soccorsi. Arrivano in pochi minuti. Niccolò è già stato trasportato all’esterno del locale. Degli aggressori non c’è più traccia

 

Il ritardo dei mezzi di soccorso: Niccolò portato a braccia per 100 metri

L’ingresso della discoteca St. Trop’ è in un budello stretto e tortuoso. Non ci passa un’auto, figuriamoci un’ambulanza. Niccolò Ciatti, colpito a morte, privo di sensi, è stato fatto uscire dal locale e poi portato a braccia per oltre cento metri in quella viuzza stracolma di ragazzi nonostante fossero le 4 del mattino. In quattro lo hanno sollevato, due per le braccia, due per i piedi. Niccolò perdeva sangue dalla bocca, era già gravissimo. Una corsa interminabile fino alla piazzetta dove l’aspettava l’ambulanza, è passata almeno mezz’ora dall’aggressione. Nessuno può dire se evitandoli, nonostante la brutalità e l’insensatezza del pestaggio, potevano salvargli la vita. Il ragazzo è in coma a causa delle lesioni cerebrali. La sua agonia durerà quasi 24 ore.

NICCOLO CIATTI CON GLI AMICI NICCOLO CIATTI CON GLI AMICI

 

Il rilascio rapidissimo

A polizia ottiene una descrizione degli aggressori. Verranno fermati poco tempo dopo mentre camminano tranquillamente sul lungomare in mezzo alla folla. Uno di loro, quello che ha sferrato il calcio letale (inchiodato anche dal video) è in carcere. Gli altri due vengono rilasciati il giorno dopo.

 

Le sanzioni insufficienti

In Spagna arrivano quasi 60 milioni di turisti all’anno, soprattutto giovani che d’estate si concentrano nelle località di mare, tra locali e discoteche. A Lloret de Mar, come in molte altre cittadine, le forze dell’ordine, pur essendo molto attive, non riescono a tenere sotto controllo una massa di giovani così elevata. Risse, alcol e droghe sono una costante delle serate. Le sanzioni contro le «sbronze in strada» (multe tra i 100 e i 3mila euro) non portano i risultati sperati. In Spagna è nato un movimento di protesta contro il turismo low cost e quello che comporta, anche in termini di disagi e sicurezza

NICCOLO CIATTI NICCOLO CIATTI

 

L’inchiesta e la risposta degli avvocati della discoteca

LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI LA BRUTALE AGGRESSIONE A NICCOLO CIATTI

L’indagine penale appurerà le responsabilità, intanto quella amministrativa disposta dal sindaco di Lloret de Mar, Jaume Dulsat, ha appurato gravi carenze nella sicurezza del locale. Per questo lunedì pomeriggio, alla vigilia di Ferragosto, il St. Trop è stato chiuso in via cautelare. «Ogni anno tutte le strutture firmano una dichiarazione di responsabilità sul rispetto delle normative - ha spiegato il primo cittadino -. Ci siamo accorti che oggi probabilmente non erano più rispettate». Nella notte in cui è stato massacrato Niccolò al St. Trop’s, che può contenere quasi duemila persone, c’erano 9 addetti all’ingresso ma nessun vigilantes. Joaquim Boadas, avvocato della discoteca, ha affermato che la normativa prevede la presenza di «4 controllori e di 2 vigilantes. Proprio per garantire la sicurezza, il personale era stato raddoppiato». E ha aggiunto che «tutto è avvenuto in 40 secondi, non si poteva evitare neanche se fossero stati in 20». Ma, evidentemente, il Comune la pensa diversamente.

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