Barbara Costa per Dagospia
Si chiamano "jelqing" e sono gli esercizi fai-da-te per allungare e ingrossare il pene. Realizzerebbero il sogno di molti uomini e la fantasia di altrettante donne se non fossero una delle bufale che su internet riscuote più successo. A nulla servono le raccomandazioni dei medici sulla loro inutilità e sulla loro pericolosità: molti maschietti restano convinti di poter migliorare la lunghezza e la larghezza del loro "amico" semplicemente facendogli fare ginnastica.
In rete ci sono vari siti che ti spiegano come fare jelqing. Ci sono uomini che raccontano la loro esperienza e i loro metodi. Ti confessano di passare del tempo, a casa, ad allenare il loro pene nella speranza di allungarlo di qualche centimetro. Ti rivelano che seguono seri programmi di allenamento, a giorni alterni, da loro ideati dopo lunghe riflessioni e valutazioni. Ti spiegano che un pene non lo puoi allenare a freddo: prima lo devi sottoporre ad adeguato riscaldamento. Un pene si riscalda in diversi modi. Lo puoi avvolgere tutto, tranne lo scroto, in un panno caldo per 10 minuti e massaggiarlo attraverso il tessuto.
Oppure puoi strofinarci sopra un calzino scaldato nel microonde, riempito di riso cotto o crudo. C'è anche chi lo prepara alla "palestra" scaldandolo con una borsa dell'acqua calda o usando un termoforo. Dopo 10 minuti di cosiddetti "stiramenti manuali" da 30 secondi l'uno, si procede al jelqing vero e proprio. Fare jelqing è abbastanza difficile, molti praticanti ammettono di farlo "a sensazione", ma questo è il metodo più usato: in piedi, con una mano si afferra il pene alla base per mantenere la pelle ferma e con l'altra mano, con indice e pollice a forma di OK, lo si stringe delicatamente, soprattutto ai lati, "tirando" per trascinare il sangue dalla base alla punta.
La presa va lasciata all'altezza del glande. Ogni tirata (detta anche "mungitura" o "spremitura") non deve durare più di tre/quattro secondi. Se fai jelqing a secco, cioè senza lubrificante, vanno bene dalle 100 alle 250 mungiture. Se lo fai oliato, ne bastano 80. Il jelqing non va mai fatto con il pene troppo duro né troppo molle, bisogna mantenerlo tutto il tempo in semi erezione. E non bisogna mungere né troppo forte né troppo a lungo, altrimenti ti masturbi.
Molti infatti si "svuotano" prima di iniziare gli esercizi, per evitare incidenti. Fare jelqing correttamente è complicato, per questo alcuni si arrendono e al posto delle mani fanno jelqing con un apposito attrezzo. Ci sono uomini che invece pensano di allungare il pene facendogli fare "hanging", cioè gli appendono dei pesi ai lati e fanno esercizi a trazione con degli strumenti strani che non ho capito bene come funzionano nei video postati in rete, ma che sono molto pericolosi perché rischiano di bloccare la circolazione sanguigna. E niente, ripeto niente, dà risultati veri, riconosciuti dai medici e dalla scienza. Ma molti uomini non ci credono, e continuano imperterriti.
C'è la categoria dei pigri che, davvero convinti di avere un pene troppo piccolo, ricorrono a metodi alternativi quali creme, cerotti, unguenti agli ormoni, pastiglie varie. Anche queste sono tutte illusioni che vendono in rete, su siti scritti in italiano incerto, pieni di frasi come queste: "Se hai paura di avere il pene piccolo, allora vuol dire che ce l'hai! Se non rimedi subito la tua donna ti tradirà con un uomo che ce l'ha più grosso!".
Frasi piene di stupidaggini, che però possono angosciare un uomo già afflitto da paranoie sessuali. Molti allocchi ci cascano e comprano a prezzi esorbitanti cerotti che, se applicati sul pene ogni tre giorni, promettono un magico allungamento di tre centimetri e un ingrossamento di quattro. Fantomatici esperti ti assicurano che delle pastiglie contenenti "estratti di piante note", allungheranno il tuo pene "in modo permanente" di sei centimetri in meno di sei mesi. Ti fanno credere che se userai una crema miracolosa composta da "butea superba, uva ursina, alghe e vitamine", il tuo pene in breve tempo potrà rivaleggiare con quello di Rocco Siffredi.
C'è poi la categoria degli incoscienti che ricorrono agli estensori per peni e alle pompe a vuoto, come il pornoattore Franco Trentalance che nella sua autobiografia "Trattare con cura", racconta che una volta si è presentato sul set con il pene tutto nero perché due giorni prima aveva "giocato" con una pompa a vuoto per peni. Un attrezzo a forma di cilindro dove inserisci il pene, azioni una pompetta che gradualmente toglie l'aria all'interno, lasciandolo sottovuoto. In questo modo il pene diventa subito eretto e assume dimensioni molto più grandi del normale.
Ma pompando troppo forte Trentalance era riuscito a rompere i capillari, procurando al suo compagno di lavoro un grosso ematoma. Sul set pensarono di rimediare coprendo tutto con del fondotinta, ma alle prime leccate e succhiate dell'attrice, il trucco andava via. Alla fine decisero di cambiare la scena, con l'attrice che iniziava il pompino, poi simulando un improvvisa pazzia iniziava a prenderlo a morsi, fornendo così alla grossa macchia scura sul pene di Trentalance una plausibile giustificazione.