isis libia

IN LIBIA CLAN TRIBALI E GRUPPI SALAFITI FANNO GUERRA AI MILIZIANI ISIS - LA SCINTILLA È STATA L'UCCISIONE DI UN PREDICATORE GIUDICATO “ERETICO” DAGLI ISLAMISTI - SCONTRI A SIRTE CON GRANATE SULLE CASE E DECINE DI MORTI CIVILI - IL GOVERNO DI TOBRUK: "LI AIUTEREMO CON I RAID"

Maurizio Molinari per "La Stampa"

 

Isis - libiaIsis - libia

Battaglia nel porto di Sirte e scontri nella periferia di Derna: i miliziani jihadisti dello Stato Islamico (Isis) combattono su due fronti in Libia contro alleanze di clan tribali e gruppi salafiti rivali. Quanto sta avvenendo descrive il momento di difficoltà militari di Isis in Libia dove il «Wilayat Tarabulus» (Provincia di Tripoli) ha perso a fine giugno il controllo di Derna, sua prima roccaforte, e ora fronteggia una rivolta interna a Sirte dove tenta di creare una «capitale» tipo Raqqa in Siria.

 

Isis - libiaIsis - libia

A Sirte gli scontri sono iniziati quando un gruppo salafita locale, assieme a uomini armati di clan tribali, ha attaccato alcuni edifici controllati da Isis uccidendo due suoi comandanti. L' offensiva dei clan ha sorpreso Isis: i loro uomini si sono trovati circondati. Ne è scaturita una violenta battaglia, in un'area vicino al porto, nella quale secondo fonti locali citate da Reuters sarebbero morti almeno 30 combattenti, su entrambi i fronti.

 

ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIAISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA

Salafiti e tribù avrebbero lanciato l'attacco per rappresaglia contro la scelta di Isis di uccidere un noto predicatore locale, considerandolo un «apostata» perché contrario a sottomettersi al Califfo Abu Bakr al-Baghdadi. La violenza dei combattimenti si spiega con il fatto che Isis in giugno ha perso il controllo di Derna - la prima città che occupò in Libia, nel settembre precedente - per effetto di una rivolta dei clan iniziata in maniera simile dalla «Brigata del martire Abu Salim» e divenuta poi una sollevazione guidata dal «Consiglio della shura dei mujaheddin» locali.

 

L'altra similitudine con la battaglia di Derna è nel ruolo delle forze libiche del governo di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale: come in giugno avevano eseguito raid aerei contro Isis anche ora sono intervenute, con elicotteri, contro i miliziani del Califfo. La lezione La conferma arriva da Ali al-Hassi, portavoce dell' aviazione di Tobruk: «Abbiamo colpito le posizioni di Isis nell' area di Sirte». Da qui l' ipotesi che il generale Khalifa Haftar, capo delle forze governative libiche, stia sostenendo clan e tribù locali per riconquistare le aree urbane in mano a Isis.

ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA

 

I jihadisti da parte loro, proprio ieri, sono tornati ad aprire il fuoco sulla periferia di Derna con l' artiglieria per tentare di riguadagnare terreno prezioso. Ma a Sirte lo Stato Islamico sembra aver tratto lezioni tattiche dagli errori di Derna, dandosi un assetto più solido sul territorio.

 

Anzitutto ha cooptato i miliziani delle cellule locali di «Ansar al-Sharia», facendogli giurare fedeltà al Califfo, e in secondo luogo ha conquistato i vicini centri di al-Nawfaliyah e Harawa, la base aerea di al-Qardabiya e la centrale elettrica creando una cintura di difese attorno a Sirte, dove ha stabilito la propria base nel Centro di conferenze Ougandougou, ovvero il luogo dove il colonnello Muammar Gheddafi ospitava i leader africani. Dentro Sirte le bandiere del Califfo sventolano sulle sedi di radio, tv, centro dell' immigrazione, ospedale Ibn Sina, Università e ministeri.

ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA  ISIS BOMBARDA SIRTE IN LIBIA

 

Il modello Raqqa A governare il tutto è stato designato Usamah Karamah, parente di un ex ufficiale dell' intelligence di Gheddafi, dimostratosi capace di reclutare veterani del deposto regime per respingere il tentativo dei clan dei Misurata di prendere la città con la brigata «Fajr 166». Ciò che più conta è l' approccio di Isis alla popolazione di Sirte che ripete quanto visto a Raqqa, in Siria, con misure amministrative tese a garantire stabilità e normalità assieme all' assoluta obbedienza al Califfo. Al fine di costruire consenso nella popolazione locale.

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