1. MA CHI E’ LA MADRE DI LORIS? UNA VITTIMA, UNA DONNA FRAGILE O UNA SQUILIBRATA? 2. LA VITA DELLA 25ENNE PANARELLO NON E’ SEGNATA SOLO DA TRE TENTATIVI DI SUICIDIO MA LA DONNA IN PASSATO HA DENUNCIATO DUE TENTATIVI DI STUPRO, UN RAPIMENTO E HA CONFESSATO ALLA MADRE DI AVER AVUTO UNA RELAZIONE CON IL FIDANZATO DI SUA COGNATA 3. I VERBALI DEGLI INTERROGATORI DELLA MADRE E DELLA SORELLA ANTONELLA TRATTEGGIANO UNA VERONICA INSTABILE, INAFFIDABILE, CON DISTURBI DI CARATTERE, RAPPORTI BURRASCOSI IN FAMIGLIA E CON, ALLE SPALLE, I TANTI DUBBI SULL’IDENTITÀ DEL SUO VERO PADRE 4. UNO DEGLI INVESTIGATORI BUTTA LA’: “NON MI STUPIREI SE SCOPRISSIMO CHE LA MANCANZA DEGLI SLIP SUL CORPO DI LORIS NON È STATA UNA DIMENTICANZA MA UN DEPISTAGGIO, UNA BUGIA, COME LO ERANO QUELLE SUGLI STUPRI DI TANTI ANNI FA”

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1 - LE CARTE CHE ACCUSANO LA MAMMA «PERSONALITÀ SQUILIBRATA: HA UCCISO LORIS CON EFFERATEZZA»

Alberto Samonà per "Libero Quotidiano"

 

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Tre tentativi di suicidio (il primo all’asilo), antiche denunce ai carabinieri, manie di persecuzione e racconti di presunti stupri o addirittura rapimenti. È desolante il ritratto di Veronica Panarello che viene fuori dalle venticinque pagine del decreto di fermo, firmato dai magistrati della procura di Ragusa, Carmelo Petralia e Marco Rota.

 

I verbali degli interrogatori della madre Carmela Anguzza e della sorella Antonella tratteggiano il quadro di una giovane donna instabile, inaffidabile, con forti disturbi di carattere e con alle spalle una vita passata fra dubbi sull’identità del vero padre e rapporti burrascosi in famiglia.

 

Da martedì pomeriggio Veronica è rinchiusa in carcere con la pesantissima accusa di avere assassinato («con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo», come scrive il pm) il piccolo figlio Loris di 8 anni, ma è soprattutto la sua personalità ad emergere dal decreto di fermo, oltre alle perplessità degli investigatori sugli spostamenti della donna nella mattina del delitto, dovuti alle incoerenze del suo racconto rispetto alle riprese video.

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Veronica, secondo la madre Carmela, sarebbe sempre stata una ragazza violenta: «Io e mio marito ci siamo subito accorti che sin da bambina soffriva di manie persecutorie - ha raccontato agli investigatori - che era una bambina aggressiva e violenta sin dall’età di sette anni, tanto che quando ci trovavamo in Liguria l’abbiamo fatta seguire e curare da uno psicologo, ma col passare degli anni si è rifiutata di sottoporsi alle visite specialistiche».

 

E poi ci sono i tre tentativi di suicidio. Il primo quando era ancora una bambina: «So che Veronica - ha raccontato la sorella Antonella durante un interrogatorio - quando era più piccola e abitavamo ancora in provincia di Savona, voleva buttarsi dalla finestra dell’asilo che frequentava». E ancora. «Nel 2003 - ha spiegato la madre - tentò il suicidio ingerendo della candeggina solamente perché aveva litigato con i suoi compagni di scuola».

 

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L’anno seguente un altro tentativo «a circa 200 metri dalla casa dove abitavamo», ha specificato la sorella. Cioè in una zona di campagna non lontana dal luogo dove è stato ritrovato il corpo di Loris. Raccogliendo ancora il racconto della madre Carmela, i pm scrivono che l’episodio sarebbe avvenuto «a seguito della scoperta di una relazione extraconiugale intrattenuta dalla madre»: a quel punto, Veronica sarebbe andata «a riferire tutto al padre e avendo ricevuto dallo stesso per tutta risposta uno schiaffo, in preda allo sconforto si recava nei pressi di una serra e cercava di impiccarsi con un tubo per l’irrigazione».

 

È sempre la madre della ragazza, poi, a rivelare agli inquirenti che, in quella occasione, dopo essere stata ricoverata all’ospedale di Ragusa, Veronica le telefonò chiedendole di andarla a riprendere «perché mentre era sotto l’effetto di psicofarmaci, sarebbe stata violentata da un infermiere». Impossibile sapere se il racconto della ragazza fosse vero o se avesse inventato tutto per attirare l’attenzione della madre. Già.

 

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Nel frattempo però, due anni prima, la Panarello, a quel tempo adolescente, aveva già denunciato un uomo che stava frequentando: «In una occasione - ha rivelato la madre - Veronica tornò a casa piangendo e mi disse che era andata a casa di questi che aveva provato a violentarla, ma è riuscita a divincolarsi scappando».

 

Anche gli ultimi anni, quelli con il marito Davide, non sono stati semplici. Né fedeli. «Nel 2006 - ha spiegato la madre Carmela - Veronica mi telefonò piangendo... che il marito l’aveva picchiata perché l’aveva accusata di una relazione che aveva avuto con tale..., fidanzato della sorella di David (il marito n.d.r.). Nell’occasione mia figlia, sebbene avesse negato con il marito, mi confessò che in effetti aveva avuto un rapporto carnale con... all’epoca fidanzato di sua cognata».

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Dai verbali contenuti nel decreto dei pm emergono poi rapporti tesi soprattutto fra le due sorelle Panarello: Antonella racconta ai magistrati che Veronica sarebbe sempre stata «la figlia prediletta dei genitori» ed è sempre lei a rivelare che, dopo essere andata a vivere con Davide Stival, la ragazza avrebbe rotto i ponti con la madre, accusandola di «averla abbandonata», «mentre - sostiene la sorella - è stata lei a lasciare sola nostra mamma \ una madre affettuosa e presente con i suoi figli».

 

Ed è sempre Antonella Panarello a rivelare particolari ulteriori che metterebbero in luce anomalie comportamentali e psichiche di Veronica anche dopo l’omicidio del bambino: «Giunti nella caserma dei carabinieri il pomeriggio del 29 novembre una volta appresa la notizia del ritrovamento del cadavere di Loris - dice la sorella - notata la mia presenza, Veronica mi ha detto “Non ti preoccupare, ora me lo portano a casa”. Non ho capito se si era resa conto che Loris era morto. A seguito dell’insistenza di Veronica un carabiniere mi ha invitato a uscire. A quel punto sono andata via».

 

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Non solo. «Veronica ha detto al carabiniere che non aveva né fratelli né sorelle». La sorella ha svelato, inoltre, agli inquirenti altri dettagli dei giorni scorsi, da cui emerge il surreale quadro di una donna che invece di preoccuparsi della morte del figlio, avrebbe accusato la propria madre, rivolgendole domande assurde: «Dal 2004 Veronica dice che non è figlia di nostro padre, mia madre mi ha anche detto che lunedì scorso, mentre era a Santa Croce da Veronica, quest’ultima aveva proferito al suo indirizzo la frase “dimmi chi è mio padre”.

 

Presumo che Veronica non ragioni più in modo corretto, perché anziché chiudersi nel dolore per la morte di Loris, la rimproverava di non averle dato la possibilità di battezzare mia figlia». C’è poi l’episodio della consegna delle fascette, ovvero la presunta arma del delitto, alle maestre di Loris: Antonella Panarello a questo proposito ha parlato di una sorta di sceneggiata messa in atto dalla sorella: «Veronica era sdraiata sul divano, ha chiesto alla maestra se fosse vero che a scuola stavano facendo degli esperimenti di scienze.

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Ottenendo risposta affermativa la stessa chiedeva di che tipo di esperimenti si trattasse: la maestra raccontava che si trattava di esperimenti fatti con la carta, con la colla e con l’acqua. A questo punto Veronica diceva che per fare tali esperimenti, Loris aveva chiesto della fascette di plastica. La maestra, sorpresa, ribadiva che la scuola non aveva chiesto nessuna fascetta anche perché tali oggetti sono pericolosi per i bambini.

 

A quel punto Veronica rivolgendosi al marito diceva: Davide vai a prendere le fascette. Davide è andato nello sgabuzzino ed è tornato con un pacchetto di fascette, che era aperto e ne mancavano almeno la metà: ricordo che erano fascette bianche e lunghe.

 

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A questo punto Veronica, nonostante poco prima si fosse collassata, si è alzata di scatto, ha strappato le fascette dalle mani di Davide e le ha consegnate alla maestra dicendo: queste sono le fascette che mi aveva chiesto Loris. La maestra le prese ribadendo che non aveva chiesto a Loris alcuna fascetta». Bugie, invenzioni, paranoie, litigi, tradimenti. E infine il dramma di sabato 29 novembre: la morte di Loris. Per la quale è finita in carcere proprio lei, con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere.

 

2 - I DEPISTAGGI, LE INVENZIONI E IL TELEFONINO SEGRETO: VERONICA SECONDO I PM

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Giusi Fasano per il “Corriere della Sera

 

Una linea di confine tracciata nel 2004. Veronica, 16 anni, lascia la sua famiglia d’origine e, come dice sua madre, «diventa una Stival». Non soltanto perché costruisce una nuova vita con Davide, oggi suo marito, ma perché in qualche modo prova lasciarsi alle spalle la ragazzina infelice che era. 


I verbali e le intercettazioni del decreto di fermo da un lato scagionano definitivamente il cacciatore Orazio Fidone, dall’altro raccontano, attraverso le parole della madre Carmela e della sorella Antonella, la vita segreta di questa donna che è diventata grande senza essere mai stata adolescente. Carmela e Antonella parlano di una fragilità psicologica evidente per la vecchia famiglia ma inconfessabile per Veronica, e fino a due giorni fa ignota ai suoi amici e parenti, Davide compreso. 

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Chi è Veronica Panarello? La madre che ha ucciso «con sorprendente cinismo», come dicono i magistrati, oppure «la mamma speciale» che tutti (ancora adesso) descrivono? 
 

I COLLEGAMENTI 
C’è una specie di refrain continuo che lega la vita di Veronica a quella di suo figlio Loris. Tanti fatti che hanno segnato l’esistenza di lei sono uguali o molto simili a episodi che lei stessa racconta sulle ultime ore di vita di Loris. «Nel 2003 Veronica tentò il suicidio bevendo candeggina solo perché aveva litigato con i suoi compagni di scuola» spiega sua madre Carmela agli inquirenti.

 

Sarà un caso ma la mattina in cui Loris sparì, Veronica raccontò che aveva fatto i capricci poiché «non voleva andare a scuola perché lo prendevano in giro». «Nel 2004 – è sempre Carmela che parla – io ero al telefono con un amico e lei ascoltò la conversazione. Andò da mio marito che dormiva per dirgli che io avevo l’amante ma lui non si interessò della cosa e le disse di lasciarlo in pace, addirittura le diede uno schiaffo. Lei uscì e poco dopo vidi arrivare una pattuglia dei carabinieri...».

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Avevano soccorso Veronica che aveva provato a impiccarsi con un manicotto di plastica in una serra vicino casa, «in preda alla disperazione per paura che sua madre potesse abbandonare la famiglia», si legge nel fermo. Anche qui: agli investigatori non sfugge il collegamento fra il suo tentativo di suicidio con un cappio di plastica e l’omicidio di Loris, con una fascetta plastificata. 


GLI ABUSI SESSUALI 
Dopo l’episodio del 2004 Veronica fu ricoverata in psichiatria, nell’ospedale di Ragusa, ma chiamò sua madre: «Ti prego vieni a prendermi, c’è un infermiere che mi ha violentato mentre ero sotto gli effetti di psicofarmaci». Versione poi non confermata dai fatti. Un altro presunto stupro risale invece al 2002. Carmela racconta: «Frequentava un ragazzo che, mi disse, aveva provato a violentarla ma lei era riuscita a scappare».

 

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Il ragazzo fu denunciato, nessuna condanna per le accuse sessuali. Ancora una volta un collegamento: la pista degli abusi sessuali è stata la prima battuta dagli investigatori per il delitto di Loris che è stato trovato senza gli slip addosso e con i pantaloni un po’ abbassati. «Non mi stupirei – dice un investigatore – se scoprissimo che la mancanza degli slip non è stata una dimenticanza ma un depistaggio, una bugia, come lo erano quelle sugli stupri di tanti anni fa». 


IL FILM E IL RAPIMENTO
Quando cercano di ricostruire eventuali litigi fra Veronica e suo figlio Loris, i magistrati scoprono che l’unico screzio raccontato da Veronica subito dopo il delitto riguarda una sgridata la sera prima della morte. Lui voleva guardare fino alla fine un film e lei invece voleva che andasse a letto prima.

 

Il film non è proprio consigliato ai minori. Si intitola «Il segreto», storia di un pedofilo che esce dal carcere e cerca di ricostruire la sua vita. La deposizione della madre di Veronica rivela una ragazzina che «soffriva di manie di persecuzione», come dice lei. Come quella volta che si inventò un rapimento. «Era il 2003. Eravamo io, mio figlio Paolo e lei. Io e Paolo siamo scesi dall’auto lasciandola sola e quando siamo tornati ci ha raccontato che un uomo era salito e aveva cercato di mettere in moto e partire assieme a lei». 

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LA SORELLA E IL CELLULARE
Alla domanda «come sono i rapporti fra sua sorella Veronica e sua madre?» Antonella risponde «pessimi (...) Lei dice che nostra madre l’ha abbandonata ma non è così, è stata le ad abbandonarla». Quella fra le due sorelle è una storia di inimicizia e indifferenza alimentata spesso da piccole cose.

 

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«Dal 2004 non ho più rapporti con lei» spiega Antonella «nonostante lei mi avesse chiesto più volte l’amicizia su facebook». Rivela di quanto Veronica se la fosse presa per non aver fatto da madrina al battesimo di sua figlia, racconta i dettagli delle offese subite e svela che «quando era più piccola e abitavamo ancora in provincia di Savona voleva buttarsi dalla finestra dell’asilo». 

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Venendo ai giorni della tragedia di Loris: «Veronica è stata colta da malore tanto che Davide l’ha fatta sdraiare sul divano. Credo si sia trattato di una sceneggiata». E in questo scenario già troppo affollato di episodi c’è anche un giallo. Antonella dice: «Mi risulta che Veronica aveva più utenze telefoniche. Ha detto di aver nascosto bene il cellulare che conteneva video e foto di Loris». Ma finora nessuno ha saputo o trovato un secondo telefonino. 

 

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