macron salvini

MACRON, DACCI I TERRORISTI - CHIESTI ALLA FRANCIA DODICI LATITANTI, PARIGI RESISTE: “VALUTEREMO CASO PER CASO”. SALVINI: “LI CONVINCEREMO, NON CI LIMITEREMO AGLI APPELLI, CHI PROTEGGE I TERRORISTI CE LI RESTITUIRÀ” - DAL MITRA AL MESTOLO: I CASI DI CASIMIRRI E PESSINA, I CRIMINALI CHE ORA SI ESIBISCONO IN CUCINA...

Cristiana Mangani e Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”

 

matteo salvini all arrivo di cesare battisti foto mezzelani gmt026

Ventisette in tutto, dei quali 12 solo in Francia. È questo il dato ufficiale che arriva dal Dipartimento di Pubblica sicurezza. Ne sono scappati a centinaia tra terroristi neri e rossi, negli anni di piombo, una cinquantina sono rimasti nella lista dei ricercati per moltissimi anni. Alcuni hanno scelto i paesi del centro e sud americani, Brasile, Nicaragua e Perù.

 

Altri il Giappone e la Gran Bretagna. Ora, dopo la cattura di Cesare Battisti, il numero di chi ancora avrebbe da scontare anni di carcere si è dimezzato. E su di loro le intenzioni del Governo sembrano chiare: «Riportarne indietro quanti più possibile». Ma tra il dire e il fare ci sono le varie condizioni imposte dagli stati che li ospitano.

 

EMMANUEL MACRON

Molti hanno la cittadinanza, alcuni sono diventati imprenditori di un certo rilievo, e difficilmente verranno ceduti all' Italia. Obiettivo, quindi, è puntare sulla Francia. Il ministro dell' Interno Matteo Salvini sembra convinto che questa volta le cose andranno diversamente. E infatti dice: «Sarà più che un appello, saremo convincenti. Se qualcuno protegge i terroristi, siano rossi, siano neri o bianchi, fa il piacere di restituirli all' Italia. Otterremo la galera per gli assassini che se la godono altrove».

 

Proprio in queste ore, infatti, il Viminale sta lavorando alla nuova documentazione che verrà consegnata alla Francia. Dossier e informazioni aggiornate che saranno trasmesse a breve.

 

MATTEO SALVINI PREGA IN CHIESA

IL DOSSIER «Le richieste di estradizione che riceveremo nei prossimi giorni dalle autorità italiane, saranno oggetto di analisi approfondite, caso per caso, come accade da una quindicina di anni», è la replica indiretta del ministero della Giustizia francese.

L' arresto di Battisti ha riaperto un dossier che ciclicamente torna sul tavolo delle diplomazie franco-italiane. Delle diplomazie e non dei giudici o della polizia: i casi ancora aperti sono tutti legati a fatti accaduti prima del 1993, non rientrano quindi nelle norme del mandato d' arresto europeo, ma in quelle dell' estradizione classica.

 

Le decisioni sono dunque prevalentemente politiche. Per questo fonti legali tradizionalmente vicine ai rifugiati italiani fanno sapere che «quarant' anni dopo dovrebbe valere la prescrizione morale. Queste persone hanno tutti documenti francesi, hanno un' altra vita. Sono casi chiusi». Per i diretti interessati, non si tratta più di giustizia ma di «vendetta». Anche perché - dicono - c' è chi aperto un ristorante, come Maurizio di Marzio, chi fa il traduttore e insegna l' italiano come Giovanni Alimonti, c' è chi ha lavorato per una casa editrice di fumetti ed è stato per anni rappresentante dei genitori a scuola, come Roberta Cappelli, chi è stato già graziato (da Nicolas Sarkozy) per motivi di salute, come Marina Petrella. Insomma, la battaglia italiana parte in salita. I francesi, infatti, non sembrano essere d' accordo nemmeno sul numero delle persone che andrebbero rimpatriate. «Non c' è alcuna lista», affermano.

EMMANUEL MACRON IN PREGHIERA

 

Negli anni Ottanta se ne contarono anche 400, erano gli anni in cui la Dottrina Mitterrand sembrava intoccabile, la parola d' onore di un paese che apriva le porte a chi scappava prima di tutto da una fase storica chiusa e non da una condanna. Nel 2002, con il mandato europeo entrato in vigore, Berlusconi e Chirac ai vertici, ci fu la svolta: Paolo Persichetti venne riconsegnato all' Italia. Anche allora venne fuori una lista: comprendeva settanta nomi. Nel tempo si sono ridotti: le prescrizioni, i decessi, e poi quelli che sono tornati spontaneamente.

matteo salvini e alfonso bonafede foto mezzelani gmt056

 

DAL MITRA AL MESTOLO Diversa la questione per chi ha scelto paesi molto più lontani.

L' Italia ha più volte tentato di riavere indietro Alessio Casimirri, il brigatista che faceva parte del commando che ha sequestrato Aldo Moro e ucciso gli uomini della scorta. «Nel 1993 eravamo a un passo dal farlo rientrare in Italia - racconta Carlo Parolisi, agente del Sisde, ora in pensione - Poi un maledetto scoop giornalistico ha fatto saltare tutto». Condannato a sei ergastoli, Casimirri non ha mai passato un giorno in cella e da 37 anni vive in Nicaragua, dove ha moglie e figli oltre che una fiorente attività da ristoratore. Talmente fiorente che nella capitale, a Managua, il suo locale Gastronomia El Buzo (Il sub) ha guadagnato il primo posto nella classifica di Trip advisor. Viene indicato per l' ottimo pesce, e lo chef è proprio Casimirri.

 

salvini

Se ci si sposta di paese, in Brasile, si trova un altro terrorista che ho scelto di esibirsi in cucina: Luciano Pessina, esponente di punta di Prima linea, condannato a 12 anni e 4 mesi per reati che comprendono rapina, furto e detenzione illegale di armi. «I miei reati sono stati prescritti - dice - L' Italia ha chiesto la mia estradizione ma il Brasile l' ha negata e la cosa è finita lì». A Rio, ha preferito il mestolo al mitra. Oltre 20 anni fa ha aperto un ristorante, Osteria all' angolo, che ha chiuso i battenti l' anno scorso. Ma solo perché l' attività si è spostata a Copacabana, con Pasta&Vino, un piccolo negozio dove viene venduta pasta fatta in casa. Perché in Italia, Pessina si guarda bene dal tornare, ma sui prodotti del suo paese ci guadagna, eccome.

Alessio Casimirri ieri Alessio Casimirri oggi salvini con giacca della polizia

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?