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MARCIO SU ROMA – SE MAFIA CAPITALE INCONTRA LE BABY-SQUILLO DEI PARIOLI: UN ESTRATTO DA “PROFESSIONE LOLITA”, IL ROMANZO DI DANIELE AUTIERI, SFILA LA ROMA POTENTONA, TRA CLIENTI VIP E CENE “CON IL MINISTRO”

BABY ESCORT DEI PARIOLI INCONTRO CON UN CLIENTE BABY ESCORT DEI PARIOLI INCONTRO CON UN CLIENTE

1. ESCORT E MAFIA, L’INCONTRO È AI PARIOLI

Da “Il Fatto Quotidiano”

   

Ci sono luoghi a Roma dove confluiscono troppe realtà. È il ‘mondo di mezzo’, per dirla come Massimo Carminati, il presunto capo di mafia Capitale. Quel luogo dove tutti si incontrano senza differenziazione di ceto. Nell’arco di alcuni mesi, per imprenditori e dirigenti, ma anche per i meno facoltosi, Roma si chiudeva oltre un portone: quello del civico 190 di viale Parioli, finito al centro di un’inchiesta giudiziaria della Procura capitolina.

 

BABY ESCORT LA CASA AI PARIOLI BABY ESCORT LA CASA AI PARIOLI

Qui, due ragazze di appena 14 e 15 anni in uno spoglio appartamento iniziano a vendere il proprio corpo. In cambio volevano vestiti, cellulari e borse, volevano essere semplicemente ricche come gli uomini che frequentavano. Alcuni di questi sono stati accusati di sfruttamento della prostituzione minorile, più dure però sono state le condanne inflitte a chi è stato accusato di aver organizzato quel giro.

 

Altro caso, altra inchiesta. Perché quell’indirizzo di viale Parioli finisce anche nelle carte di mafia capitale, che ha scoperchiato un sistema di collusione tra una presunta organizzazione a delinquere, politica e funzionari infedeli a libro paga. E scritto in un’informativa dei Ros dei carabinieri: “Giovanni De Carlo giunge in viale Parioli 190, parcheggia e entra detto predetto civico”. Esce poco meno di 20 minuti dopo.

 

STEFANO DE MARTINO - GIOVANNI DE CARLO - BELENSTEFANO DE MARTINO - GIOVANNI DE CARLO - BELEN

De Carlo, noto a Roma come ‘Giovannone’, non è indagato per associazione a delinquere ma per intestazione fittizia. Che abbia bussato alla porta delle due minorenni non c’è alcun riscontro, ma i carabinieri annotano solo quell’indirizzo. Ma nelle vicende di viale Parioli, si intreccia anche un’altra vicenda giudiziaria: quella che ha portato all’arresto di Furio Fusco, fotografo romano accusato di violenza sessuale e prostituzione minorile. Perchè alcune delle sue modelle erano amiche proprio delle due minorenni di viale Parioli. Una storia questa scoperta da Daniele Autieri, giornalista di Repubblica e autore di un romanzo dove tutte queste storie prendono vita.

 

 

2. PROFESSIONE LOLITA

Estratto dal libro “Professione Lolita” di Daniele Autieri (in libreria da oggi) per Chiarelettere

   

 

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Nello spogliatoio il presidente si asciuga con una calma serafica. Poi indossa un abito blu scuro, camicia con i gemelli, cravatta di Hermès e infila Church’s lucide ai piedi. Esce e sale al ristorante. «Presidente, le abbiamo riservato il solito tavolo...» lo accoglie il direttore di sala. Il cameriere sposta la sedia e lo aiuta ad accomodarsi. Lui se ne sta lì, impettito, con i capelli bianchi perfettamente pettinati e il volto liscio e senza rughe. Un istante più tardi arriva l’insalata con arance di Sicilia e finocchi, accompagnata da qualche fetta di pane. Il presidente fa cadere una goccia di olio crudo nel piatto mentre il cameriere gli versa dell’acqua naturale a temperatura ambiente.

 

Di fronte al suo tavolo c’è la collezione dei trofei vinti dagli sportivi del circolo: le coppe del mondo, i campionati europei, i tornei di tennis. Li guarda e pensa che non basterebbe una parete per raccogliere tutti quelli che ha conquistato lui nella sua vita. Soprattutto nel lavoro. Mentre scorre i suoi successi con la mente, la forchetta d’argento affonda con eleganza in un succoso pezzo di ananas. Terminato il piatto si umetta con delicatezza gli angoli della bocca. Piega il tovagliolo e lo poggia sul tavolo. Intorno a lui siedono imprenditori facoltosi, alti dirigenti dello Stato, sottosegretari, numeri uno della finanza e dell’industria, grotteschi sopravvissuti della nobiltà romana. Non li guarda, ma li pesa con curiosità e superbia.

BABY ESCORT DEI PARIOLI UN CLIENTE ENTRA NELLA CASA IN CUI RICEVONO LE DUE RAGAZZE BABY ESCORT DEI PARIOLI UN CLIENTE ENTRA NELLA CASA IN CUI RICEVONO LE DUE RAGAZZE

 

Nessuno di loro supera l’esame. Nessuno è migliore di lui. Sotto i suoi occhi scorre il Tevere. I platani si riflettono sulle acque verdi e un vento tiepido che soffia dal mare porta alle narici un’aria salmastra di pensieri leggeri. È il migliore e sta da dio. Prende il cellulare dal taschino della giacca, digita un numero e invia un messaggio: «?». Quindi lo posa accanto al piatto e aspetta. Pochi secondi e il cellulare vibra, un messaggio: «Ore 16, solito posto». Un ghigno di soddisfazione. Rilegge il messaggio, poi lo cancella e ripone il telefono nella giacca. Paga e lascia il circolo.

 

Attraversa il sontuoso ingresso in ciliegio e scende la piccola scalinata che porta al parcheggio. L’autista lo aspetta nella Lancia Thesis grigio scuro. Il presidente apre lo sportello posteriore e si accomoda sui sedili di pelle. «Viale Parioli, solito civico» ordina. Arrivato a destinazione, butta un occhio fuori dal finestrino. Valerio Crispi è lì ad aspettarlo. «Chiami Manuela in ufficio – dice all’autista – le dica che oggi pomeriggio non torno. E che avvisi mia moglie: stasera è confermata la cena dal ministro.»

 

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Apre lo sportello, mette un piede fuori e conclude: «Dimenticavo... torni a prendermi tra un’ora». Crispi lo riconosce e si precipita ad aprirgli la portiera. «Buonasera presidente» lo saluta ossequioso. Lui esce dall’auto e si guarda intorno con attenzione. «È tutto a posto?» L’uomo annuisce. «Mi raccomando Crispi, mi dimostri che tutta l’esperienza fatta nell’esercito è servita a qualcosa.» «Non si preoccupi presidente. Il territorio è pulito.» «Bene, allora faccia la telefonata.» Il dirigente prende di scatto il telefono e scorre con il dito la rubrica. Sta per lanciare la chiamata, ma all’improvviso si ferma. Il presidente lo guarda con aria interrogativa.

 

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«Allora, che succede?» «Mi scusi presidente, non voglio mancarle di rispetto, ma se qualcuno dovesse risalire al mio numero sarei rovinato.» L’uomo non si scompone. La postura elegante gli dà un’autorevolezza naturale. «Lo so Crispi. È per questo che chiama lei, e non io.» «E infatti non mi tiro indietro, ma...» «Ma non si preoccupi. Lei è un nostro uomo e l’azienda le sarà sempre grata per quello che fa. Qualunque cosa succeda.» Crispi sorride. È un tipo scaltro e di grande esperienza. Ha sempre saputo che lavorare nella security di una grande società impone di sporcarsi le mani. E non intende tirarsi indietro.

 

L’importante è che qualcuno lo ricompensi per questo. Il presidente lo guarda infastidito, fissa il cellulare. «Avanti amico mio, adesso faccia questa telefonata.» L’uomo chiama. Jenny risponde. «Sono qui sotto – dice lui – apri il portone.» Un istante e la porta si apre. Crispi spinge l’anta con forza lasciando il passo. Quando sono uno di fronte all’altro il dirigente china il capo e lo saluta. Il presidente non risponde. Balza dentro come un leone. E si perde nella penombra del pianterreno.

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