MEGLIO DI UN B-MOVIE! “SESSO CON IL SECCHIONE DELLA CLASSE” - L'INSEGNANTE (41 ANNI) ORA RISCHIA IL PROCESSO - GLI SMS DI LEI, L’IMBARAZZO DI LUI (16 ANNI): “STAVO MALE, PRENDEVO VALERIANA...” - -

L’insegnante di italiano e lo studente più bravo della classe. Una donna di 41 anni e un giovane di 16: il caso in un istituto professionale della periferia di Palermo - La procura ha chiuso l'indagine: adesso, la professoressa rischia un processo: atti sessuali con un minorenne -

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Salvo Palazzolo per “repubblica.it”

 

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L’insegnante di italiano e lo studente più bravo della classe. Una donna di 41 anni e un giovane di 16. La loro relazione, neanche troppo segreta a scuola, è diventata un’indagine della squadra mobile diretta da Rodolfo Ruperti.

 

E nei giorni scorsi il sostituto procuratore Ilaria De Somma ha chiuso l’inchiesta: adesso, la professoressa rischia un processo per l’articolo 609 quater del codice penale: "Atti sessuali con un minorenne". Reato che chiama in causa chi, "per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia" abbia un minore in affidamento.

La vicenda risale al 2012, si dipana fra le classi e i corridoi di un istituto professionale della periferia di Palermo. Lei è un’insegnante brillante, ai suoi ragazzi parla di cinema e musica. Lui ha ottimi voti, gestisce anche un corso di teatro per la scuola, è affascinato dalle lezioni della prof di italiano. Un giorno decide di scriverle una lettera. Una lettera carica di sentimento. Lei risponde, con altre parole appassionate. Nelle settimane successive, l’insegnante e lo studente iniziano a scambiarsi sms. Sempre più intensi. Fino a quando, una mattina, decidono di saltare le lezioni. Si danno appuntamento vicino alla scuola.

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Lei passa a prenderlo con la sua auto. Vanno nel piazzale davanti allo stadio delle Palme. Poi nel garage del condominio di lei. Un mese dopo, si incontrano a casa di un’amica dell’insegnante. Sono due i rapporti sessuali contestati alla donna, che adesso, dopo la notifica del provvedimento di chiusura dell’indagine, ha venti giorni di tempo per chiedere alla procura di essere interrogata ed eventualmente consegnare una memoria difensiva.

Alla fine del 2012 diversi esposti anonimi avevano sollevato il caso. Alla procura di Palermo e anche al provveditorato agli studi. Venivano denunciati presunti abusi sessuali commessi da un’insegnante nei confronti di uno studente. Ma una prima verifica da parte della scuola si era chiusa con un nulla di fatto. Poi le indagini della sezione minori della squadra mobile hanno delineato tutti i contorni della storia.

 

INSEGNANTE STUDENTE INSEGNANTE STUDENTE

Intanto, lo studente iniziava ad avvertire un disagio sempre più profondo rispetto a quella relazione. Si era confidato con alcuni compagni, e pure con un’insegnante. Che finì per avvertire la coordinatrice della classe e poi i genitori del ragazzo. Giorni di grande imbarazzo a scuola. Il papà affrontò l’insegnante, le intimò di interrompere al più presto quella relazione. E così fu. Ma la vicenda correva già sulla bocca di tutti.

Giorni di imbarazzo, ma anche di angoscia per i protagonisti di questa vicenda. "Stavo male", ha raccontato lo studente durante una drammatica audizione, alla presenza di una psicologa: "Prendevo valeriana". In quei giorni, lei gli aveva chiesto di restituirle alcune lettere che si erano scambiati nei mesi precedenti. Lettere d’amore, lettere di passione, diventate compromettenti dopo le polemiche e l’inchiesta.

 

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