selen

MEMORIE DI SELEN - “IL MERCATO DELL’HARD E’ UN MONDO DARK, SCURO. ERA BRUTTO VEDERE LE RAGAZZE DELL’EST COSTRETTE AL SESSO ESTREMO SEI ORE DI SEGUITO PER UN CAPRICCIO DEL REGISTA - GLI ULTIMI TEMPI SONO STATI UNA TORTURA, LA TRASGRESSIONE ERA DIVENTATA UN LAVORO ODIOSO. ROCCO SIFFREDI? ERA VIOLENTO…”

Andrea Zambrano per https://it.aleteia.org

SELEN

 

Il primo passo è chiamare le cose con il loro nome. «Il porno? Un errore». Quando Luce Caponegro ha dovuto ammettere davanti al figlio di 10 anni di essere stata una pornostar le parole sono scivolate via chiare e semplici senza sotterfugi, né giustificazioni. Un errore, che ha provocato conseguenze dolorose nell’animo per uscire dalle quali sono serviti molti anni. Luce Caponegro è conosciuta con il nome d’arte di Selen. Negli anni ’90 era una stella, era considerata l’erede di Moana Pozzi e di Ilona Staller. Poi ad un certo punto la decisione di farla finita.

 

SELEN

Il Corriere della Sera ha intervistato Luce che oggi vive in Romagna dove fa l’estetista. Un lavoro normale, lontano dai riflettori, ma anche lontano dalla concupiscenza di uomini che l’hanno sempre tratta come oggetto. L’intervista è del genere “redentivo”. No, non c’è una conversione di mezzo, che arriva come balsamo a spalmare e a consolare nel più classico degli happy end. Ma c’è piuttosto l’immagine di un lungo cammino, di una ricerca faticosa prima di tutto di se stessi. Che Luce ha iniziato a intraprendere quando ha chiamato le cose con il suo nome. Nella chiacchierata con il giornalista Valerio Cappelli si intravedono le tracce di un cammino doloroso che tocca i suoi punti più significativi quando parla di quel passato.

SELEN

 

«Il porno? Un errore, ci abbiamo messo una vita a rimediare». Il mercato dell’hard? «Si è rivelato un mondo dark, scuro, quasi gotico. Era brutto vedere le ragazze dell’Est costrette al sesso estremo sei ore di seguito per un capriccio del regista, con una scena guadagnavano la paga di un anno a Budapest. Lo squallore, la droga».

 

La carriera di pornostar? «Gli ultimi tempi sono stati una tortura, la trasgressione era diventata un lavoro odioso. Ho dovuto fare film quando volevo smettere, cercando di costruire ciò che ho sempre desiderato, una famiglia». Che cosa si cela dietro le star a luci rosse, considerate ormai modelli per le giovani generazioni? «Rocco Siffredi era violento».

 

SELEN

Pochi flash, che però mostrano l’altra faccia, quella vera, diabolica, di uno dei mercati più redditizi del pianeta, che annega nel nichilismo più squallido. E che indicano nel pornoattore un ingranaggio schiavo del sistema, dal quale, per dipendenza o per disperazione, spesso non riesce ad uscire. La testimonianza di “Selen” è un pugno in faccia alla cultura edonista e sessodipendente di oggi. Una cultura che, partita dalla liberazione sessuale è arrivata alla schiavitù del sesso sganciato dall’amore.

 

Come dimostra l’inchiesta del mensile di apologetica Il Timone del mese di maggio  dedicata proprio al mondo del porno. Un mondo che rende schiavi, non solo i producer, gli attori e chi ci lucra sopra, ma soprattutto i consumer, gli utenti di un mercato che ha cifre da capogiro e che si serve di ragazzi iperconnessi come carne da macello.

selen 14

 

I dati dell’Internet Filter Review calcolano oltre 28 mila persone che ogni secondo accedono a materiale hard-core tramite internet, 3 milioni e 75 mila sono i secondi spesi a navigare sui siti a luci rosse – si legge nell’indagine firmata da Benedetta Frigerio -. Addirittura 40 milioni di americani accedono a video e immagini erotiche regolarmente. Circa 200 mila americani ne sono gravemente dipendenti. Quest’anno uno dei canali internet dell’industria porno più frequentati ha dichiarato che nel 2016 sono state spese ben 4,6 miliardi di ore (oltre 500 anni) di fronte ai video pornografici con un traffico di gran lunga superiore a quello della Bbc o della Cnn».

 

rocco siffredi e selen 4

In Italia le cose non vanno diversamente: la ricerca più recente pubblicata l’anno scorso dal professor Carlo Foresta, dell’Università di Padova, ha rilevato che il 78 per cento dei giovani è un visitatore abituale di siti hard con collegamenti settimanali (63 per cento) e di una o più volte al giorno (8 per cento) e una media di permanenza che raggiunge anche i 30 minuti. Di questi ragazzi il 10 per cento si è dichiarato dipendente».

 

Ce n’è abbastanza per definire il porno una lussuria antisociale, che, rilasciando dopamina all’atto dello stimolo visivo, conduce alla dipendenza, esattamente come una droga. Gli stessi effetti degli oppiacei e alle droghe psichedeliche come l’Lsd.

 

selen 15

Anche gli effetti collaterali sono devastanti: dalla ridotta capacità di amare perché la sessualità diventa in un certo senso “deumanizzata” alle costanti delusioni e frustrazioni, che spingono ad atti violenti dove il partner, concepito come uno strumento, viene abusato. E poi ancora: depressioni, crisi d’astinenza, divorzi. Il porno è una catastrofe che può trascinare con sé tutto: affetti, relazioni, sentimenti. Fino a sprofondare nella disperazione col suicidio.

selen 16

 

Come difendersi? Anzitutto, spiega Padre Serafino Tognetti iniziando a resistere alle tentazioni e vivere la purezza, virtù che piace a Dio in modo straordinario, ma oggi vilipesa. «Il primo e più importante mezzo lo indica Gesù: custodire la vista. Il che vuole dire semplicemente: non guardare».

selen 3selen 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)