metoo woody allen

IL #METOO? NON È SERVITO A NIENTE - SECONDO LA MAGGIOR PARTE DEGLI AMERICANI, NONOSTANTE L'ONDATA DI DELAZIONI, PROCESSI MEDIATICI, EPURAZIONI E CAMPAGNE DIFFAMATORIE CONDOTTE DALLE FEMMINISTE, LE DONNE NON HANNO RILEVATO UN SIGNIFICATIVO MIGLIORAMENTO DELLA LORO CONDIZIONE - UN SONDAGGIO DI NBC E WALL STREET JOURNAL HA RIVELATO CHE SOLAMENTE IL 46% DEI CITTADINI STATUNITENSI RITIENE CHE...

Alessandro Rico per “la Verità”

 

#metoo

Il Me too non è servito a niente. Secondo la maggior parte degli americani, nonostante l'ondata di delazioni, processi mediatici, epurazioni e campagne diffamatorie condotte dalle femministe da tappeto rosso, le donne non hanno rilevato un significativo miglioramento della loro condizione. Un sondaggio di Nbc e Wall Street Journal ha rivelato che solamente il 46% dei cittadini statunitensi ritiene che, negli ultimi dieci anni, il gentil sesso abbia ottenuto «conquiste rilevanti» nel campo dell' eguaglianza di genere.

 

Esattamente lo stesso risultato di un analogo sondaggio risalente al luglio del 1982: in 36 anni, dunque, non c' è stato nessun cambiamento nella percezione da parte degli americani. Un altro 46% degli intervistati ha invece affermato di considerare i passi in avanti solamente «marginali» (mentre il 7% ritiene che non ci sia stato proprio alcun miglioramento).

metoo wall street 2

 

Se le impressioni della gente comune negli Usa sono quelle, significa che i nostri sospetti erano fondati: il Me too, per usare il giudizio che Karl Marx riservava alla Rivoluzione francese, è stato essenzialmente un movimento «borghese». Una campagna partita nei salotti buoni, nella Hollywood patinata, ricca, viziosa e lontana dalla realtà che gli americani vivono ogni giorno nelle varie «cinture» industriali o agricole in cui è ripartito il Paese.

 

Ancora una volta, l' élite «illuminata» ha fatto tanto rumore per nulla. Clamorosi scoop giornalistici, passerelle delle attiviste con abiti listati a lutto per i Golden globe, talk show, il mezzo lancio della candidatura di Oprah Winfrey per le presidenziali 2020, i battibecchi tra Rose McGowan e Asia Argento, la «rieducazione sessuale» comminata ad Harvey Weinstein... Tutti avvenimenti amplificati dalla cassa di risonanza di politici e media progressisti, che però sulla quotidianità delle persone normali influiscono come il Frosinone sulla zona Champions della classifica di Serie A.

 

CAMPAGNA DI DENUNCIA DELLE MOLESTIE METOO

Tutto ciò ricorda quella scena del bellissimo film Sleepers, che descrive la difficile esistenza di un gruppo di ragazzini cresciuti nel popolare quartiere newyorkese di Hell's Kitchen, quando la voce narrante della pellicola descrive così i moti rivoluzionari del 1968: «L'invadente armata delle femministe marciava attraverso il Paese pretendendo l'eguaglianza, ma le nostre madri continuavano a cucinare e a far bucati per uomini che le maltrattavano. Per i miei amici e per me quegli sviluppi non avevano alcun peso, per quello che ci riguardava potevano succedere in un altro Paese, in un altro secolo».

 

Oggi l'«invadente armata» si è ridotta a un pugno di attrici e presentatrici di mezza età. Ma il discorso rimane valido: di quello che succede nei quartieri bene di Los Angeles, la maggior parte degli americani nemmeno si accorge.

CAMPAGNA DI DENUNCIA DELLE MOLESTIE METOO

 

Il sondaggio di Nbc e Wall Street Journal ha anche un altro risvolto. Effettivamente, le più pessimiste sulla loro condizione sono proprio le donne e, in particolare, le elettrici del Partito democratico: solo il 36% giudica che negli ultimi dieci anni si siano compiuti significativi passi in avanti sull' eguaglianza di genere, contro il 49% delle sostenitrici dei Repubblicani. Inoltre, anche per quanto riguarda il dato aggregato, la percentuale di chi ritiene di aver sperimentato «conquiste rilevanti» si ferma al 36% se il periodo di riferimento è l' ultimo anno. In buona sostanza, il recente fenomeno del Me too non solo sembra non aver migliorato affatto la situazione delle donne, ma, al contrario, pare aver aggravato la percezione che queste ultime hanno della loro situazione sociale.

 

metoo pussy hat

Declinando la questione delle pari opportunità nei termini di una vera e propria crociata di femministe fanatiche contro il genere maschile in quanto tale, alimentando una sciagurata guerra fra sessi, il Me too ha inasprito il risentimento e la delusione delle donne. E specialmente quelle di fede politica progressista oramai saranno sempre insoddisfatte.

Coltiveranno assiduamente il tarlo della discriminazione, il senso d' ingiustizia, la mania di persecuzione.

 

La martellante propaganda femminista, se non ha avuto alcun impatto sulla vita vera degli americani, ha però condizionato la loro visione dei fatti. Per cui, paradossalmente, i sondaggi saranno destinati a registrare un sempre crescente inappagamento delle donne, la loro crescente convinzione di appartenere a una minoranza vessata.

 

metoo vaticano

Gli episodi di sessismo saranno ingigantiti; la normale, spontanea alleanza tra uomo e donna nell' ambito della famiglia come del lavoro sarà occultata dalle cronache belliche di un assurdo conflitto pianificato a tavolino. Eccolo, il grande contributo delle talebane femministe da grande schermo. Chiuse nelle loro torri eburnee tra New York e la California, impegnate nel jihad «androfobo», non avevano nulla da offrire alla casalinga di Voghera. Anzi, del Michigan e dell' Arkansas.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."