NON È UN PAESE PER VECCHI – UNA DONNA DI 92 ANNI, SOPRAVVISSUTA ALL’OLOCAUSTO, È STATA PESTATA A SANGUE SU UN BUS DI MONTREAL, IN CANADA – A FERMARE IL PESTAGGIO È STATO L'AUTISTA DEL BUS CHE HA RACCONTATO: “LA SIGNORA ERA IN SILENZIO E STAVA FACENDO UN CRUCIVERBA QUANDO È STATA PICCHIATA” – AD AGGREDIRLA BRUTALMENTE È STATO…

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Davide Falcioni per "www.fanpage.it"

 

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Un'anziana sopravvissuta all'Olocausto è stata brutalmente picchiata in un mezzo di trasporto pubblico. Hanka Fogelman, una donna di Montreal di 92 anni, due mesi fa aveva richiesto un passaggio per andare a fare una visita a sua figlia: un minivan della Société de transport de Montréal (STM) era andato a recuperarla nella sua abitazione, e al suo interno l'anziana aveva trovato altre due persone, una donna e un uomo.

 

Sarebbe stato quest'ultimo – stando a quanto spiega il New York Post – ad aggredire la novantaduenne per futili motivi. L'anziana è stata ripetutamente colpita al volto e solo l'intervento dell'autista ha scongiurato conseguenze che, vista la sua età, avrebbero potuto essere ben più gravi.

 

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Il conducente ha raccontato: "L'aggressore ha picchiato quella donna senza nessuna ragione. Lei era in silenzio e stava facendo un cruciverba". A quanto pare l'uomo che ha colpito la signora Fogelman soffrirebbe di una grave forma di disabilità psichica.

 

La notizia dell'aggressione alla donna ha suscitato profonda indignazione: oltre alla comprensibile rabbia per un atto violento nei confronti di una novantaduenne indifesa, infatti, è stata la storia di Fogelman a destare commozione.

 

Quando aveva appena 13 anni, infatti, la donna viveva in Polonia e la sua città venne invasa dai nazisti: di famiglia ebrea, fu rinchiusa in un campo di concentramento e tutta la sua famiglia venne giustiziata.

 

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Hanka Fogelman riuscì a sopravvivere all'orrore dell'olocausto me venne obbligata a lavorare in una fabbrica dove si cucivano uniformi per i soldati tedeschi e divise per i detenuti dei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau e Bergen-Belsen. La donna venne liberata solo nell'aprile del 1945, a pochi giorni dal suo diciannovesimo compleanno: pochi mesi dopo emigrò in Svezia quindi si trasferì in Canada.

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