NON ROMPETE I MARÒ - MENTRE IN ITALIA, DA NAPOLITANO IN GIÙ, TUTTI A FARE RETORICA SUI FUCILIERI “TRATTENUTI” O “PRIGIONIERI”, IN INDIA LA FANNO FACILE: HANNO AMMAZZATO DUE PESCATORI

Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"

Cosa c'entra la liberazione dall'occupazione nazifascista con la liberazione dei fucilieri accusati di avere ucciso due pescatori indiani? Eppure il presidente Napolitano è riuscito a unire in un solo discorso due questioni che dovrebbero restare separate per rispetto alla storia e anche per mero calcolo politico: dopo due anni e due mesi di attesa c'è bisogno di una strategia diplomatica silenziosa non di proclami buoni solo per gonfiare il torace. Napolitano ieri prima ha celebrato in ordine sparso: "Il senso della patria; i valori della Resistenza; la scelta combattente, la dichiarazione di guerra alla Germania".

Poi ha salutato "i familiari dei 103 ufficiali del reggimento Regina trucidati nell'isola di Kos per non essersi piegati ai tedeschi". Infine ha virato sul giusto tributo alle missioni in Kosovo e Libano che "fanno onore all'Italia" ed è a questo punto che, legando idealmente la forza giusta di ieri (della Resistenza) alla forza giusta di oggi (le missioni di pace) ha ricordato i fucilieri. Così poco prima di "Viva la Resistenza, Viva le Forza Armate, Viva la Repubblica" ha scandito: "Desidero non far mancare una parola per come fanno onore all'Italia i nostri due marò a lungo ingiustamente trattenuti lontano dalle loro famiglie e dalla loro patria".

PREMESSO che va fatto di tutto per riportare i nostri militari in Italia al più presto e che quanto è accaduto nel 2012 deve essere ancora accertato, magari con un arbitrato internazionale, si può ancora dire, senza essere tacciati di anti patriottismo che il richiamo di ieri all'onore dei fucilieri nel discorso della Liberazione è un grave errore storico, politico e diplomatico? Si può dire che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, anche se devono essere liberati perché erano in missione in acque internazionali, non c'entrano nulla con i 103 ufficiali di Kos?

Prima di dire che i due fucilieri italiani fanno onore all'Italia, Napolitano dovrebbe provare a vedere la storia con gli occhi dell'India e della comunità internazionale. Tutti gli italiani dovrebbero provare a pensare alla reazione che può suscitare in India, un Paese che va alle elezioni a maggio, questo atteggiamento.

Chi si informa non su Libero o Il Giornale ma su Bloomberg e Bbc non vede la storia con gli occhi di Latorre e Girone, ma con quelli di Ajeesh Pink, un pescatore di 25 anni del villaggio di Eraiyumanthurai nel sud del Tamil Nadu. Suo padre, dopo un incidente che gli portò via due arti nel 2003, morì.

Una brutta malattia portò via anche la mamma nel 2005 e Ajeesh fu costretto a lasciare la scuola a 14 anni per mantenere le due sorelle minori. Viveva con la zia quando cominciò a lavorare nella pesca per portare il pane a casa. Amava il calcio e aveva un fisico da body builder. Secondo il racconto dei suoi compagni di pesca, che va verificato in un processo, il 15 febbraio 2012 era al suo nono giorno sul peschereccio St Anthony.

Come il timoniere, Jelestine Valentine, 45 anni, aveva chiuso gli occhi mentre il peschereccio purtroppo andava alla deriva. Scambiato per una minaccia terroristica, secondo gli indiani, il timoniere è stato colpito per primo alla testa. Ayesh invece correva con gli altri sotto la pioggia di colpi quando fu colpito sul petto. Secondo il racconto del suo capitano cominciò a sanguinare a destra poi cadde a terra gridando : "Mamma, mamma". La sorella più piccola aveva 17 anni e nell'intervista televisiva trasmessa da Bloomberg piangeva guardando una sedia di plastica con sopra la foto del fratello.

Certo, le sorelle hanno ricevuto 189 mila dollari di risarcimento dall'Italia per ritirare la causa civile ma preferivano il fratello. La moglie di Jelestine Valentine, 45 anni, si chiama Dora. Oltre ai soldi italiani ha ottenuto un lavoro al dipartimento della pesca del Kerala. È cattolica e ha perdonato. È convinta della colpevolezza dei due marò ma non vuole che siano condannati.

Su quello che è accaduto il 15 febbraio del 2012 esistono due versioni. Per il Governo italiano: "Alle ore 12 la petroliera italiana Enrica Lexie veniva avvicinata da un'imbarcazione da pesca, con a bordo cinque persone armate con evidenti intenzioni di attacco. I militari del battaglione San Marco in accordo con le regole d'ingaggio in vigore, mettevano in atto graduali misure di dissuasione con segnali luminosi fino a sparare in acqua tre serie di colpi d'avvertimento, a seguito dei quali il natante cambiava rotta".

SECONDO i pescatori indiani sul St Anthony dormivano tutti dopo una notte di pesca. La barca avanzava senza essere governata in rotta di collisione con la petroliera. Il capitano Freddy Louis, ha raccontato di essere stato svegliato dal suono della sirena e di avere scoperto il timoniere Jelestine già morto. Poi un ‘fuoco continuo a distanza di circa 200 metri' avrebbe ucciso anche Ajesh. Il rapporto - pubblicato da Repubblica - del capo del terzo reparto della marina italiana, inviato in India dopo l'incidente, non è molto favorevole ai marò.

Secondo l'ammiraglio Alessandro Piroli, le perizie balistiche eseguite dagli indiani davanti ai nostri Carabinieri, asseverano che "le munizioni sono del calibro Nato 5,56 mm fabbricate in Italia. Il proiettile tracciante estratto dal corpo di Valentine Jelastine è stato esploso dal fucile con matricola assegnata al sottocapo Andronico. Il proiettile estratto dal corpo di Ajiesh Pink è stato esploso dal fucile con matricola assegnata al sottocapo Voglino". Insomma, in un caso così complesso, prima di parlare di onore dell'Italia bisognerebbe ricordare una frase di Einstein: "Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell'umanità". Napolitano a 88 anni ne dovrebbe essere ormai immune.

 

Striscione per i Maro I due marò italiani in Indiapeschereccio st antony degli indiani kerala maroLA PETROLIERA ENRICA LEXIE NEL PORTO DI KOCHI IN INDIAI CADAVERI DEI PESCATORI INDIANI Massimiliano Latorre e Salvatore Girone MARO' - I FAMILIARI DEI PESCATORI MOSTRANO IL DOCUMENTO ITALIANO CONNO ALL'INDENNIZZO L'IMPEGMASSIMILIANO LATORRE SALVATORE GIRONE IN INDIA

Ultimi Dagoreport

rafael - palantir

DAGOREPORT - L’ENNESIMA PROVA CHE LA TECNOLOGIA SIA OGGI UN‘ARMA ASSOLUTA SI CHIAMA ‘’RAFAEL ADVANCED DEFENSE’’ - E’ UNA DELLE TRE MAGGIORI AZIENDE ISRAELIANE NEL SETTORE DELLA DIFESA, CHE HA CONTRIBUITO AL SISTEMA DI DIFESA AEREA IRON DOME - GRAZIE AL SUCCESSO DELL’ULTIMA ARMA LASER, IRON BEAM 450, CAPACE DI INTERCETTARE E ABBATTERE DRONI, RAFAEL HA CONQUISTATO I MERCATI DEGLI STATI UNITI, EUROPA, ASIA, MEDIO ORIENTE, AMERICA LATINA E AFRICA - OTTIMI SONO I RAPPORTI CON LA PALANTIR DI PETER THIEL, “ANIMA NERA” DI TRUMP E DELLA TECNO-DESTRA USA, GRAZIE A UN SISTEMA DI INTERCETTAZIONI RAFAEL CHE FA A MENO DI INOCULARE SPYWARE NEL TELEFONINO, SOSTITUENDOLO CON UN LASER - IN CAMBIO DELLA TECNOLOGIA RAFAEL, THIEL AVREBBE PRESO A CUORE IL TRACOLLO ECONOMICO ISRAELIANO, PER GLI ALTISSIMI COSTI DELLA GUERRA A GAZA, RACCOGLIENDO MILIONI DI DOLLARI NEGLI STATI UNITI PER FINANZIARE IL GOVERNO DI NETANYAHU - CHE COMBINA LA RAFAEL NEL PORTO DI RAVENNA - DRONI RAFAEL: COME LA STRAGE DI GAZA DIVENTA UNO SPOT PROMOZIONALE VIDEO

elly schlein giorgia meloni marche matteo ricci acquaroli

DAGOREPORT - SOTTO L’ALA DEL MASOCHISMO-HARD, IL PD DI ELLY AFFRONTA DOMENICA L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLE MARCHE - UN VOTO CHE VEDE IL MELONISSIMO FRANCESCO ACQUAROLI CONTRO UN BIG RIFORMISTA DEL PD, MATTEO RICCI, CHE I SONDAGGI DANNO IN SVANTAGGIO DI UNA MANCIATA DI PUNTI - MOLTO DIPENDERÀ DALL’ASTENSIONE, MALATTIA CHE HA CONTAGIATO UNA BELLA MAGGIORANZA DI ELETTORI DI CENTROSINISTRA, CHE NE HANNO PIENE LE SCATOLE DELLE ZUFFE E SCISSIONI E RIVALITÀ DA COMARI DI COLORO CHE DOVREBBERO DAR VITA A UN’ALTERNATIVA SALDA E UNITA ALL’ARMATA BRANCA-MELONI - PERDERE LE MARCHE PER LA DUCETTA SAREBBE UNO SCHIAFFO TALE CHE L'UNICA ''RICOMPENSA" SAREBBE IL CANDIDATO DI FDI ALLA REGIONE VENETO, DOVE LA LISTA DI LUCA ZAIA, CHE ALLE REGIONALI 2020 INCASSÒ IL 42% DEI VOTI, E' DIVENTATA UNA VARIABILE CHE NE' MELONI NE' SALVINI RIESCONO PIÙ A CONTROLLARE...

almasri carlo nordio alfredo mantovano matteo piantedosi

CASO ALMASRI: I MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI HANNO RACCONTATO SOLO MENZOGNE AL PARLAMENTO – NON SERVE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER CAPIRLO, BASTA LEGGERE I LORO INTERVENTI ALLA CAMERA - 5 FEBBRAIO 2025, NORDIO: ‘’IL MANDATO D'ARRESTO DELLA CORTE DELL'AJA NEI CONFRONTI DI ALMASRI ERA NULLO: È ARRIVATO IN LINGUA INGLESE SENZA ESSERE TRADOTTO E CON VARI ALLEGATI IN LINGUA ARABA, CON UNA SERIE DI CRITICITÀ CHE AVREBBERO RESO IMPOSSIBILE L'IMMEDIATA ADESIONE DEL MINISTERO ALLA RICHIESTA ARRIVATA DALLA CORTE D'APPELLO DI ROMA’’ - 7 AGOSTO 2025: IL GOVERNO INGRANA UNA CLAMOROSA MARCIA INDIETRO CHE SMENTISCE NORDIO E PIANTEDOSI, LEGITTIMANDO L'ILLICEITÀ DEI LORO ATTI: '’AGITO A DIFESA DELL'INTERESSE DELLO STATO” - DEL RESTO, SECONDO QUANTO SI LEGGE DALLA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE DEI GIUDICI, "APPARE VEROSIMILE CHE L'EFFETTIVA E INESPRESSA MOTIVAZIONE DEGLI ATTI E DELLE CONDOTTE TENUTE" DA NORDIO, PIANTEDOSI E MANTOVANO SIANO LEGATE ALLE "PREOCCUPAZIONI PALESATE" DAL DIRETTORE DELL'AISE CARAVELLI SU "POSSIBILI RITORSIONI PER I CITTADINI E GLI INTERESSI ITALIANI IN LIBIA" - IL VOTO DELLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE DELLA CAMERA È PREVISTO PER IL 30 SETTEMBRE…

charlie kirk melissa hortman

FLASH! - MELONI E SALVINI, CHE OGGI PIANGONO COME PREFICHE PER L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, GRIDANDO ALL’’’ODIO E VIOLENZA DELLA SINISTRA’’, DOVE ERANO QUANDO IL 15 GIUGNO SCORSO LA DEPUTATA DEMOCRATICA DEL MINNESOTA, MELISSA HORTMAN, 54 ANNI, È STATA UCCISA INSIEME AL MARITO DA COLPI D’ARMA DA FUOCO, CUI SEGUÌ UNA SECONDA SPARATORIA CHE FERÌ GRAVEMENTE IL SENATORE JOHN HOFMANN E SUA MOGLIE? L’AUTORE DELLE SPARATORIE, VANCE BOELTER, ERA IN POSSESSO DI UNA LISTA DI 70 NOMI, POSSIBILI OBIETTIVI: POLITICI DEMOCRATICI, IMPRENDITORI, MEDICI DI CLINICHE PRO-ABORTO - PERCHÉ MELISSA HORTMAN NON È STATA COMMEMORATA ALLA CAMERA, COME KIRK?

beatrice venezi teatro la fenice venezia alessandro giuli gennaro sangiuliano giorgia meloni nicola colabianchi

DAGOREPORT - VENEZIA IN GONDOLA PER DARE IL BENVENUTO A BEATRICE VENEZI, NOVELLA DIRETTORE MUSICALE DEL TEATRO LA FENICE – LA NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA” DI FRATELLI D’ITALIA, FIGLIA DI UN EX DIRIGENTE DI FORZA NUOVA, HA FATTO ESULTARE IL MINISTRO GIULI-VO (ETTECREDO, L’HA DECISA LUI!), PASSANDO PER BRUGNARO E ZAIA, FINO AL SOVRINTENDENTE DELLA FENICE, NICOLA COLABIANCHI, CHE PER PARARSI IL SEDERINO METTE IN MEZZO IL CRITICO MUSICALE DI “REPUBBLICA”, ANGELO FOLETTO – L’ASCESA DELLA BIONDA E FATALE VIOLINISTA È STATA SEMPRE BOMBARDATA DI POLEMICHE, A PARTIRE DAGLI ORCHESTRALI: “LA POLITICA NON C’ENTRA, NON SA PROPRIO DIRIGERE” -  AL CONCERTO DI CAPODANNO DEL 2024 A NIZZA, FU PRESA DI MIRA DA QUATTRO SPETTATORI AL GRIDO: “NON VOGLIAMO I FASCISTI” - QUANDO VIRGINIA RAFFAELE SCODELLÒ SUGLI SCHERMI RAI UNA STREPITOSA IMITAZIONE DELLE PRODEZZE SANREMESI E PUBBLICITARIE DI VENEZI (SPOT “TIRA FUORI IL TUO LATO BIOSCALIN”), L’ALLORA MINISTRO DELLA CULTURA SANGIULIANO PERSE LA TESTA PER LA SUA “CONSIGLIERE PER LA MUSICA”: AVREBBE ADDIRITTURA CHIESTO UN INTERVENTO DEI VERTICI RAI SUL CAPO DELLA STRUTTURA RESPONSABILE DEL PROGRAMMA DELLA RAFFAELE (FATTO CHE SCATENÒ LA “GELOSIA” INSTAGRAMMABILE DI MADAME BOCCIA AL PUNTO CHE “BEA-TROCE” LA QUERELÒ…)