L’OLIERA DEI FURBETTI VA IN PENSIONE - DA OGGI AL RISTORANTE È D’OBBLIGO IL TAPPO ANTI RABBOCCO PER IMPEDIRE CHE LE BOTTIGLIE SIANO RIEMPITE DI PRODOTTI DIVERSI DA QUELLI INDICATI DALL’ETICHETTA: PER CHI NON SI ADEGUA MULTE FINO A 8MILA EURO

A guadagnarci sarà anche il gusto: pare che sul fondo delle care vecchie oliere si depositassero residui stantii che pochissimi provvedevano ad eliminare coscienziosamente - Per tutelare il made in Italy prevista una più accentuata rilevanza cromatica per quegli oli che arrivano da altri stati…

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Irene Maria Scalise per “la Repubblica

 

Oliera Oliera

Inutile cercarle sul tavolo di ristoranti, pizzerie e bar. Da oggi le vecchie oliere non esistono più. Al loro posto tecnologici contenitori dotati di tappo anti-rabbocco che diventano, ufficialmente, i raccoglitori per l’olio extra vergine d’oliva. Quelle panciute fiaschette, che per anni ci hanno fatto compagnia, saranno buone solo per il museo del vintage. A stabilirlo è la legge europea 2013 bis (pubblicata sul numero 83 della Gazzetta ufficiale 261) che stabilisce anche sanzioni molto salate per i trasgressori.

 

Per tutti coloro che non si adeguano immediatamente la multa può arrivare sino a 8 mila euro. Il rabbocco viene salutato come una novità anti-furbetti: lo scopo della norma è soprattutto impedire che le bottiglie siano riempite di prodotti diversi da quelli indicati dall’etichetta. Non solo. A guadagnarci sarà anche il gusto: pare che sul fondo delle care vecchie oliere si depositassero residui stantii (dal sapore poco gradevole) che pochissimi provvedevano ad eliminare coscienziosamente. A salvarsi dalla rivoluzione saranno solo le oliere usate per scopi di cucina e per le preparazioni dei pasti.

 

Oliera Oliera

Per tutto il resto addio rabbocco: contenitori etichettati e che potremo definire a prova di scasso. Il nuovo dispositivo di chiusura, infatti, impedisce che il recipiente possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e saranno dotati di un sistema di protezione che non ne permette il riuso una volta esaurito il contenuto originario. Quello indicato nell’etichetta, per intenderci. Ma c’è dell’altro. L’articolo 18 della Legge comunitaria impone anche l’indicazione del termine “miscela” per gli oli originari di più di uno stato membro della Ue. Questo per evitare l’uso della griffe “made in Italy” per oli non interamente prodotti in Italia.

 

Oliera Oliera

Sono molti ad esultare per il de profundis dell’oliera. «Ci sarà meno olio con il passamontagna in circolazione», ha commentato il presidente di Unaprol (Consorzio olivicolo italiano), David Granieri, «è un gesto di civiltà ma soprattutto di tracciabilità del vero olio d’oliva italiano che d’ora in poi potrà competere con i criteri della qualità sulle tavole dei consumatori».

 

Soddisfatti anche in casa Coldiretti. «Lo stop alle oliere truccate nei locali pubblici salvaguarda un prodotto base della nostra dieta mediterranea», ha dichiarato il presidente Roberto Moncalvo, «che offre un contributo determinante alla salute dei cittadini che può offrire importanti sbocchi per l’occupazione e opportunità di sviluppo sostenibile». Il futuro del olio può regalarci però ancora qualche sorpresa. È infatti prevista una più accentuata rilevanza cromatica per l’etichettatura di quegli oli che sono prodotti con miscele provenienti da uno o più stati diversi.

 

oliveti italiani oliveti italiani

Le varie norme a tutela dell’extravergine made in Italy arrivano in un momento particolarmente delicato per la produzione nazionale che, quest’anno, dovrebbe scendere del 35 per cento. Una produzione attorno a 300mila tonnellate, secondo la Coldiretti. «In queste condizioni il mercato europeo dell’olio di oliva — allerta Moncalvo — con produzioni stimate attorno a 1,85 milioni di tonnellate rischia di essere invaso da produzioni che arrivano dal nord Africa e dal Medio Oriente e che non sempre hanno gli stessi requisiti di qualità e di sicurezza». Sono infatti aumentate, nell’ultimo anno, le importazioni di olio d’oliva dall’estero del 45 per cento. Ma almeno, grazie alle nuove norme, sapremo riconoscerle.

 

olive dopo il passaggio della mosca olearia olive dopo il passaggio della mosca olearia

 

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