PENSIONE, QUESTA SCONOSCIUTA - IL CASO DI UNA DONNA DI 55 ANNI, CON 37 ANNI DI CONTRIBUTI, LICENZIATA DALLA SUA AZIENDA - ECCO LE STRADE PER PENSIONE ANTICIPATA, APE SOCIALE, RENDITA INTEGRATIVA TEMPORANEA ANTICIPATA 

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Patrizia Del Pidio per https://www.investireoggi.it

 

Buongiorno signora Patrizia, ringrazio Dio per aver visto la sua mail così le scrivo sottoponendo la mia situazione. Ho cominciato a lavorare in una multinazionale il 22 marzo 1979. L’azienda ha esternato parecchi uffici nel mondo e così anche nell’unica sede in Italia…eravamo in 500 in unica sede a Cinisello Balsamo (Mi).

Sono stata ‘licenziata’ il 31 MARZO 2013 poi con mobilità di 3 ANNI. Totale 37 anni di anzianità…

 

All’inizio mi avevano proposto il pagamento dei contributi volontari ma…non parliamo delle cifre…un salasso…. tuttora ricevo i bollettini ma…sono lì nel malloppone INPS. Cosa ne sarà di me? Ho compiuto i 55 anni essendo nata il 24 ottobre 1962. Grazie in anticipo per la risposta che aspetterò con tanto piacere. Se ha bisogno del mio numero telefonico me lo faccia sapere. Grazie infinite e un caro saluto.

 

Risposta

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Purtroppo con la sua età e la sua contribuzione la possibilità di accedere nell’immediato a qualsiasi tipo di pensionamento sembra impossibile a meno che non abbia versato capitale in fondi di previdenza complementare durante la sua vita lavorativa.

 

Vediamo, quindi, quali sono le possibilità di pensionamento anticipato cui potrebbe accedere.

 

PENSIONE ANTICIPATA

Al momento per le donne sono richiesti 41 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica (che nel 2019 diventeranno 42 anni e 3 mesi), questo significa che dovrebbe versare 4 anni e 10 mesi di contributi volontari per accedere a questa forma  di pensionamento.

TRENTENNI E LA PENSIONE TRENTENNI E LA PENSIONE

 

APE SOCIALE

Vi rientrerebbe a causa dello stato di disoccupazione ma sono richiesti 63 anni di età e anche standoci dentro con i contributi le mancano 8 anni per raggiungere l’età anagrafica attualmente richiesta.

 

QUOTA 41

Vi rientrerebbe poiché da quello che dice, essendo nata nel 62 e avendo iniziato a lavorare nel 1979 avrebbe contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età e si trova in stato di disoccupazione. Ma purtroppo le manca il requisito contributivo richiesto di 41 anni di contributi versati, e anche in questo caso dovrebbe versare 4 anni di contributi volontari per potervi rientrare.

 

RITA

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Con la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata potrebbe avere un anticipo sulla pensione facendo ricorso al capitale accumulato nei fondi di previdenza complementare (attraverso TFR, contributo datoriale e aggiuntivo del lavoratore) se ne è in possesso. Questo tesoretto, in sostanza, può essere riscosso in anticipo quale rendita mensile per attendere la maturazione della pensione pubblica obbligatoria.

 

Dal 2018 potranno accedere alla RITA 2 tipologie di lavoratori:

 

a) lavoratori che cessino l’attività lavorativa e maturino l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza entro i 5 anni successivi, nonché abbiano maturato alla data di presentazione della domanda di accesso alla RITA un requisito contributivo complessivo di almeno 20 anni nei regimi obbligatori di appartenenza;

 

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b) lavoratori che risultino inoccupati per un periodo di tempo superiore a 24 mesi e che maturino l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza entro i 10 anni successivi.

 

Lei, nel caso abbia una previdenza complementare, potrebbe rientrarvi per il secondo caso. Le consiglio, in ogni caso, di rivolgersi ad un patronato per verificare la sussistenza dei requisiti nel caso potesse intraprendere questa strada che, nelle sue condizioni, ritengo essere l’unica percorribile.

 

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