PORDENONE, CACCIA AL KILLER DELL’EST – “UN PREGIUDICATO CHE OGNI TANTO VIENE IN PALESTRA MI HA DETTO CHE SECONDO LUI TRIFONE È STATO UCCISO PERCHÉ ERA INTERVENUTO IN DISCOTECA A SEDARE UNA RISSA FRA DUE ALBANESI FINITI POI IN OSPEDALE”

E se fosse solo una banale vendetta? Facendo il giro del palasport, cioè dalla parte opposta della pesistica olimpica dove si allenava Trifone, scopri che esiste un’altra palestra, questa di body building, frequentata da molti albanesi, romeni, da alcuni buttafuori e, fino a martedì scorso, da Teresa....

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1. GLI ALBANESI

TERESA COSTANZA GIALLO PORDENONE TERESA COSTANZA GIALLO PORDENONE

Andrea Pasqualetto per Corriere della Sera

 

Cinque piste aperte, nessun solido movente, nessun indagato all’orizzonte. A quattro giorni da quel tragico 17 marzo il delitto di Pordenone sembra avvolto nel mistero più assoluto, nonostante la task force messa in campo dagli inquirenti: i carabinieri del reparto operativo del capoluogo friulano, le squadre speciali di Ris e Ros, due medici legali, un perito balistico.

 

TRIFONE RAGONE E TERESA GIALLO PORDENONE TRIFONE RAGONE E TERESA GIALLO PORDENONE

Com’è possibile che non si escluda ancora alcuna ipotesi? Una spiegazione cerca di darla l’investigatore scientifico per eccellenza, Giampiero Lago, comandante del Ris di Parma. Ha mandato a Pordenone i suoi uomini per radiografare il brutale assassinio del soldato Trifone Ragone e dell’ex bocconiana Teresa Costanza, i due fidanzati venuti dal Sud e morti al Nord con 5 pallottole sparate a bruciapelo.

trifone ragone 2 trifone ragone 2

 

L’anomalia 
«Non mi sono mai trovato di fronte a un delitto del genere, caratterizzato da una così marcata sproporzione fra il profilo normale delle due vittime e le modalità di esecuzione che fanno pensare alla criminalità più spietata - spiega Lago -. È questa l’anomalia che rende difficile la soluzione del giallo, a meno di sorprese dell’ultima ora». Il Ris farà analisi di tipo balistico, biologico e dattiloscopico su ogni traccia già repertata, come impronte e proiettili. «Penso che il contributo scientifico e tecnico, in questo caso, abbia un valore decisivo». 
 

trifone ragone trifone ragone

Le cinque ipotesi 
Cercando di capire «in quale grosso guaio si erano cacciati i due fidanzati», gli inquirenti indagano su tutto lo scibile criminale. Con un occhio di riguardo alla pista passionale e a quella dei locali notturni; perché Teresa e Trifone erano belli, perché arrotondavano i loro stipendi con lavori che potevano provocare invidie e gelosie, lei ballerina, lui animatore di addii al nubilato, accompagnatore di signore agée . Ci sta dunque il marito tradito, lo spasimante respinto, lo stalker, l’ex inconsolabile. Ma un’esecuzione in stile mafioso e due morti sembrano troppi per un movente del genere. 


Poi c’è la pista finanziaria che porta a Milano, dove lei ha fatto l’assicuratrice e la ragazza immagine e aveva agganci con vari imprenditori, anche del mondo della movida meneghina. Le origini siciliane di Teresa, con il precedente dello zio vittima vent’anni fa di «lupara bianca», ha poi fatto pensare a Cosa Nostra. «Ma è troppo datato l’episodio», sospetta l’investigatore. Infine il mondo della palestra, il traffico di anabolizzanti, il doping. Trifone era un pesista e voleva raggiungere certi risultati. Si è pensato allora al coinvolgimento in un traffico di sostanze proibite. Ma non sembra un business così lucroso da giustificare un duplice delitto. 

trifone ragone 1 trifone ragone 1

 

Gli albanesi 
Fin qui le ipotesi più sofisticate. E se fosse solo una banale vendetta? Facendo il giro del palasport, cioè dalla parte opposta della pesistica olimpica dove si allenava Trifone, scopri che esiste un’altra palestra, questa di body building, frequentata da molti albanesi, romeni, da alcuni buttafuori e, fino a martedì scorso, da Teresa.

 

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E lì c’è un atleta che fa un discorso di questo tipo: «Un pregiudicato che ogni tanto viene da queste parti mi ha detto che secondo lui Trifone è stato ucciso perché era intervenuto in discoteca a sedare una rissa fra due albanesi finiti poi in ospedale». 


Secondo il pregiudicato si sarebbe trattato di una spietata vendetta. In questo caso alcune cose tornerebbero: l’arma, la poco professionale 7.65 usata però all’Est, la freddezza e «la mano professionista» che ora ipotizzano. Ma anche in questo caso la domanda non cambia: possibile che per una rissa si arrivi a premeditare un’esecuzione? 

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Nel frattempo, di qua del palasport, il fratello di Trifone, Gianni, lascia qualche riga fra i fiori: «Mi hai sempre preso in giro perché non mi dedicavo alla palestra però sappi che ho sempre sognato di diventare come te... Ciao fratello mio, stai accanto alla tua amata per sempre, eravate uno splendore». Dopo una vita di viaggi, di traslochi e di sogni, Trifone e Teresa torneranno a riposare nelle loro terre, a Bari e a Lodi, per stare vicino ai propri cari. 
 

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2. PORDENONE, CACCIA AL KILLER DELL’EST LA CHIAVE NELLA PALESTRA DI TRIFONE

Franco Vanni per La Repubblica

 

Fra i frequentatori della palestra della Fabian ci sono diversi pregiudicati, stranieri dell’Europa dell’est. Fra loro, un russo del 1989 con denunce, almeno un arresto e obbligo di firma per estorsione, pestaggi su commissione e commercio di anabolizzanti. Un affare in cui era coinvolto un culturista di Nuoro, morto suicida a 33 anni due mesi fa.

 

Il russo su Facebook è amico del fratello di Ragone e di decine di giovani appassionati di proteine sintetiche, arti marziali e violenza «Un brutto giro», taglia corto un atleta del centro pesi. «Gente che si vanta di maltrattare le prostitute e di avere parenti che fanno i mercenari».

coppia uccisa pordenone coppia uccisa pordenone

 

Mentre sale a 50 il numero di persone sentite dai carabinieri, arrivano i primi (deludenti) risultati delle analisi di telefoni, chat e social network. Le famiglie hanno intanto deciso di fare i funerali dei giovani separatamente. Teresa sarà sepolta a Zelo Buon Persico, dove vive la famiglia, Trifone ad Adelfia nel Barese. Questa sera, fiaccolata a Cordenons, dalla caserma di Ragone.

 

Un’inversione di marcia. L’ennesima, dall’inizio dell’indagine. «La 7.65 non è un’arma da professionista», diceva mercoledì il procuratore di Pordenone, Marco Martani. «È stato un professionista. Bisogna capire in quale guaio si era cacciata la coppia», sostengono ora i carabinieri, forti dei risultati dell’autopsia: colpi troppo precisi per essere esplosi da chi non è abituato a sparare.

 

teresa costanza trifone ragone teresa costanza trifone ragone

Il sicario entra nella ricostruzione della dinamica dell’uccisione di Trifone Ragone e Teresa Costanza, assassinati alle 19.45 di martedì scorso a Pordenone, con cinque colpi di pistola, nel parcheggio della palestra dove lui si allenava. E la bussola delle indagini si sposta dal movente passionale - considerato fino a ieri probabile - a quelle che ora gli investigatori definiscono «le ipotesi serie».

 

Vale a dire, «legate al denaro». Droga, commercio di anabolizzanti, riciclaggio di contanti, ricatti, criminalità dell’Europa dell’est. E arriva un elemento a complicare il quadro: dieci giorni fa Trifone fu coinvolto in una rissa fuori Pordenone, finita con due albanesi in ospedale. E albanesi sono molti dei frequentatori della “altra” palestra, su cui i carabinieri fanno verifiche.

 

Non la sala degli atleti, riconosciuta dal Coni e frequentata da appassionati, ma il fitness club dall’altra parte dell’edificio, dove era iscritta Teresa. Due mondi diversi, una sola gestione: la presidente del club è Maria Rosa Fabian, moglie di Dino Marcuz, titolare del centro di allenamento.

 

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