1. IL PORNO PIACE NEL RETRO MA ANCHE RETRO’: SI ALLARGA IL CONSUMO DI HARD VINTAGE
2. LA PASSIONCELLA PER I FILMINI OLD STYLE NON SI DIFFONDE SOLO SUI SITI PORNO, MA ANCHE GRAZIE AL BRITISH FILM INSTITUTE CHE HA DIGITALIZZATO E MESSO ONLINE L’INTERA COLLEZIONE “THE PLEASURE PRINCIPLE” CON FILMATI ZOZZINI, DAL 1896 AI PRIMI DEL '900
3. LE ICONE CHE DURANO SONO JOHN HOLMES, MARINA LOTAR, KARIN SCHUBERT, MOANA POZZI, RON JEREMY, LILLI CARATI. ALCUNI DI LORO SONO MORTI DA TEMPO MA IL PIACERE DI VEDERE I LORO CORPI IN AZIONE SFIDA ANCHE L’IDEA CHE CHI STIA SCOPANDO SIA GIA’ TRAPASSATO

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THE PLEASURE PRINCIPLE THE PLEASURE PRINCIPLE

Andrea Di Consoli per il “Corriere della Sera”

 

I numeri della pornografia online sono impressionanti. Nel 2015, sui siti di PornHub, sono stati registrati 21 miliardi di accessi. L'Italia è nel G8 dei consumi di video hot, dietro a Usa, Inghilterra, India, Canada, Germania, Francia e Australia.

 

L' aspetto globale più interessante, però, è che il porno è consumato anche nel mondo arabo, dove l' alta percentuale dei click mette a nudo i desideri remoti di quanti, pur aderendo in superficie a ideologie anticonsumistiche e moralistiche (o affrontando i rischi della dissidenza), sono avvinti dalla sfacciata libertà dell'hardcore (i Paesi che consumano maggiormente materiale pornografico nel mondo arabo sono il Pakistan, l' Egitto, l' Iran, l' Arabia Saudita e la Turchia).

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La filosofia, la letteratura e i cultural studies si stanno sempre di più occupando del fenomeno, uno dei più pervasivi, radicali e profondi della società delle Reti. Negli Usa ci sono corsi universitari dedicati al tema. In Italia il consumo è alto, gli studi meno, ma ci sono evidenti segnali di come il porno sia entrato nei circuiti culturali ufficiali.

 

vintage erotica vintage erotica

Prendiamo il romanzo Candore (Einaudi) di Mario Desiati. O il saggio Porno di carta (Iacobelli) di Gianni Passavini. Se Desiati racconta l'ossessione per il porno di un giovanissimo militare di leva, Passavini ricostruisce la storia di Saro Balsamo, avventuroso pioniere in Italia di riviste hard leggendarie come Men e Le ore. Storicizza, e l'eterno presente di ieri diventa passato prossimo.

vintage vintage

 

Cosa ci suggeriscono i due libri? Il porno sta creando una tradizione. Questi film, mentre quotidianamente allargano visioni, cambiano mentalità, destabilizzano immaginari e valori tradizionali, essi, giorno dopo giorno, sotterraneamente, si depositano nel fondale della memoria collettiva, divenendo storia, filologia, finanche nostalgia, ovvero archeologia sentimentale.

 

PORNO VINTAGE PORNO VINTAGE

La pornografia video divenne industria di massa negli Anni 70, è un fenomeno relativamente recente. Ma oggi si sta allargando la categoria vintage, quella dei filmati antecedenti, diffusi oggi non solo da siti porno, ma persino da istituti seri come il British Film Institute, che ha digitalizzato e messo online, prima di Natale, la collezione The Pleasure Principle. Le icone vintage sono attori e attrici come John Holmes, Marina Lotar, Karin Schubert, Moana Pozzi, Ron Jeremy, Lilli Carati... Alcuni di loro non ci sono più, altri si sono chiusi a riccio nella loro tormentata eclissi.

 

Cosa significa oggi fare i conti con corpi che continuano a essere nudi ed esposti nonostante l' assenza del loro correlativo reale? Che effetti produce sul nostro immaginario? E cosa diventerà il porno fra qualche decennio, quando gli attori morti saranno più di quelli vivi? Saranno ancora eccitanti le prodezze di chi si porta dietro temi abissali come la giovinezza perduta e la morte? E cosa sarà il porno tra qualche secolo, quando la sua tradizione sarà inserita nella generale storia dell' umanità?

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Certo permetterà di studiare meglio i costumi di una data epoca: già oggi si nota la differenza di approccio, di abbigliamento, di fantasie tra le scene Anni 80 (delicate, generose, sensuali) e quelle più recenti (esibizionistiche, muscolari, estreme).

La rivoluzione pornografica come tutte le rivoluzioni è destinata a diventare una tradizione. E viene da chiedersi se e dove emigrerà l' immaginario collettivo quando, dopo la fuga dai corpi reali, si proverà il bisogno di fuggire anche dai corpi teatralizzati nel porno, che un giorno saranno appesantiti di troppi significati.

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Certo si contaminerà, nell' orizzonte cangiante di una viziosa realtà virtuale resa tangibile dall' interazione con i robot, pensati per soddisfare e stimolare desideri non più solo umani, ma ibridi, uomo-macchina. Forse, allora, guarderemo al porno delle origini con una sconfinata tenerezza.

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