RAPIMENTI S.P.A. - L’ISIS PAGA GLI STIPENDI AI SUOI “DIPENDENTI” GRAZIE AI SEQUESTRI - IL GRUPPO DEL CALIFFO INCASSATO 65 MILIONI DI DOLLARI E SOLO LA FRANCIA NE HA SGANCIATI 18 - A GESTIRE OPERAZIONI E TRATTATIVE IN SIRIA E’ IL GRUPPO “AL NUSRA”

Maurizio Molinari per “la Stampa”

 

LA DECAPITAZIONE DI TRE MONACI FRANCESCANI DA PARTE DEI RIBELLI SIRIANI DI AL NUSRA LA DECAPITAZIONE DI TRE MONACI FRANCESCANI DA PARTE DEI RIBELLI SIRIANI DI AL NUSRA

Sessantacinque milioni di dollari: è l’ammontare delle entrate registrate dallo Stato Islamico nell’anno appena trascorso grazie a sequestri in Siria ed Iraq. A documentare il business dei rapimenti da parte del Califfato è il recente rapporto «The Islamic State» confezionato dal Soufan Group di New York grazie a una task force guidata da Richard Barrett, l’ex analista dell’MI5 britannico che per nove anni ha condotto la task force dell’Onu sul contro-terrorismo.

LA DECAPITAZIONE DI TRE MONACI FRANCESCANI DA PARTE DEI RIBELLI SIRIANI DI AL NUSRA LA DECAPITAZIONE DI TRE MONACI FRANCESCANI DA PARTE DEI RIBELLI SIRIANI DI AL NUSRA

 

Le informazioni raccolte descrivono come Abu Bakr al Baghdadi gestisca un business capillare sui circa 250 mila chilometri quadrati di territorio controllato dai propri miliziani. L’intento è di sequestrare, stranieri o locali, al fine di ottenere denaro liquido e ciò avviene spesso attraverso gruppi jihadisti alleati o apparentati allo Stato Islamico, come nel caso di Jubhat al Nusra in Siria. Se è Isis a gestire i sequestri con maggiori risvolti politici o di propaganda spetta infatti a questi gruppi jihadisti condurre trattative di ostaggi tese a ottenere riscatti necessari ad alimentare le casse dell’organizzazione.

 

I migliori pagatori

abu bakr al baghdadiabu bakr al baghdadi

Fra gli stranieri più «ambiti» vi sono quelli di Paesi noti per pagare i riscatti, come per esempio la Francia dalla quale i gruppi jihadisti hanno ottenuto una cifra stimata attorno ai 18 milioni di dollari. Si tratta del Paese considerato il «migliore pagatore», non solo in Medio Oriente ma anche in Nordafrica, seguito dai sequestri di facoltosi leader locali - in Siria o in Iraq - perché clan, tribù e famiglie non esitano a versare le cifre richieste.

 

Al Baghdadi era convinto che anche l’amministrazione Obama avrebbe accettato di pagare per ottenere la liberazione dei connazionali catturati - da James Foley a Steven Sotloff - fino al punto da aver comunicato alle rispettive famiglie l’entità dei riscatti che, secondo fonti arabe non confermate, si aggiravano sui 15 milioni di dollari a testa.

 

Solo dopo la formale presa di posizione del Segretario di Stato, John Kerry, contro ogni tipo di trattative, lo Stato Islamico ha dato luce verde alle esecuzioni affidando poi all’ostaggio britannico John Cantile il compito di ricostruire in un video la dinamica dell’impossibilità di raggiungere un’intesa sul riscatto tanto con il governo di Washington che con quello di Londra. Anche a esecuzione di Foley avvenuta, il Califfo ha tuttavia continuato a tentare di ottenere soldi dagli Stati Uniti, facendo sapere di essere disposto a restituire le salme dei decapitati in cambio di almeno un milione di dollari a persona.

JAMES FOLEY DECAPITATO JAMES FOLEY DECAPITATO

 

Le trattative con gli Usa

Tale determinazione nell’ottenere liquidi nasce dalla necessità, documentata nel rapporto del Soufan Group, di avere il denaro necessario per pagare gli stipendi ai miliziani jihadisti, ognuno dei quali riceve mensilmente una cifra fra 200 e 600 dollari in base a grado e mansioni svolte. Se le entrate dello Stato Islamico conseguenti alla vendita di greggio servono per mantenere l’organizzazione - a cominciare dagli acquisti di armi - grazie a entrate stimate in 3 milioni di dollari al giorno, sono i proventi di riscatti, vendita di opere d’arte trafugate e imposizione di dazi sulle merci a far affluire nelle casse jihadiste quanto serve per alimentare le forze paramilitari ed anche una struttura amministrativa cresciuta di dimensione grazie alle 18 province (Welayat) che oggi si estendono dalla periferia di Aleppo in Siria a quella di Baghdad in Iraq.

James Wright Foley James Wright Foley

 

La propaganda in Rete

Quando gli ostaggi hanno un valore politico o appartengono a nazioni che non pagano, la gestione passa nelle mani del «Consiglio della Shura», i sei misteriosi membri che affiancano il Califfo, che prima di dare l’ordine per l’esecuzione affida la comunicazione al «Media Council» del Califfato al fine di ottimizzare la gestione su Internet per promuovere propaganda ideologica e reclutamento di volontari. È questa la genesi della scelta che ha portato il «Media Council»a diffondere una lunga confessione scritta di Muath Safi al-Kaseasbeh, il pilota giordano abbattuto sulla Siria, ricorrendo poi ad un hashtag per chiedere via Twitter suggerimenti su «come ucciderlo» con il risultato di ottenere oltre mille retwitts, a dimostrazione della popolarità dell’iniziativa.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."