RECENSIONE SELVAGGIA DELL’EXPO - IL PADIGLIONE DELLA FRANCIA È COME LA SUA NOUVELLE CUISINE: BELLISSIMO MA DENTRO NON C’È NIENTE - L’INDIA NON METTE IL NOME PER COLPA DEI MARO’ - PADIGLIONI MESTIZIA: VINCE LA MOLDAVIA - TRA GLI OGGETTI SMARRITI 3 VIBRATORI - PER ENTRARE 39 EURO!

“Vari cartelli ci raccontano che la Russia ha la riserva d’acqua dolce più grande del mondo. Così ora sappiamo che oltre al gas ci possono togliere pure l’acqua - Il mistero dei misteri: “C’è gente che paga un biglietto per vedere 150 ristoranti con i sapori di tutto il mondo e poi si mette in fila per un panino da Mcdonald’s”... -

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Selvaggia Lucarelli per “il Fatto Quotidiano”

 

EXPO ALBERO DELLA VITA EXPO ALBERO DELLA VITA

Il padiglione del Qatar vi aspetta per farvi assaggiare il gelato molecolare al pomodoro!”. Inizia con questo proclama motivazionale all’altoparlante il mio ingresso a Expo, nel giorno in cui Renzi e Hollande si incontrano per discutere delle recenti frizioni dovute alla paura che le frontiere restino chiuse. Alla Nutella, naturalmente. Mi concentro sullo slogan di Expo “Nutrire il pianeta” e imbocco il vialone incorniciato dai padiglioni di tutto il mondo.

 

Il tema è il cibo. Ignoro l’invito all’assaggio del gelato molecolare e mi guardo intorno. Entrando da Triulza, ho subito la conferma che Expo ha centrato l’argomento. Sulla sinistra il primo padiglione è quello della nota azienda alimentare Oviesse, vado a visitarlo nel dubbio che abbiano inaugurato una linea di mutande commestibili al cacao equo e solidale della Costa d’Avorio, ma vedo solo normali vestiti su normali stampelle ed escludo che le commesse siano di marzapane perché una è uscita a fumarsi una sigaretta.

   

 

EXPO 1 EXPO 1

SULLA DESTRA mi appare il padiglione della Caritas: sul prato spicca un numero(795) scritto con la ghiaia, 795 milioni di persone nel mondo non hanno cibo a sufficienza. Di fianco c’è il box Technogym con tutti i suoi attrezzi.E sospetto il messaggio forte di Expo: ci sono 795 milioni di persone sul pianeta che osano essere magre senza correre sul tapis roulant Technogym. Scandaloso. Scopro che con quello che costa un vogatore Technogym si potrebbe risolvere il problema della fame in Ciad o dell’Angola e tiro dritto. Solo che mi imbatto proprio nel padiglione dell’Angola, una struttura faraonica costata qualche milione di euro con interni futuristici che illustrano il ruolo della donna nella politica del Paese.

   

EXPO EXPO

Esco certa del fatto che devo andare al più presto in Angola perché lì si mangia, si beve, c’è ricchezza e le donne costringono gli uomini a passare il folletto sul tappeto. Mi trovo davanti, dall’altro lato del vialone,la Madonnina del Duomo a grandezza naturale. È lo spazio dedicato all’ente col nome più brutto della storia, “La veneranda fabbrica del Duomo”, che si occupa di valorizzare la cattedrale. Peccato che la Madonna sia su una scalinata di cemento armato di quelle che solitamente hanno in cima i nomi dei caduti.

 

mesi. Da questo momento in poi realizzo che cercare di trovare un senso logico all’Expo senza una guida ragionata è un’impresa ardua,per cui l’ho visitato tutto e ho deciso di lasciare a chi dopo di me tenterà di capirci qualcosa, questa lista di indicazioni che, sono certa, non contribuirà a nutrire il pianeta,ma a non farlo vagare come una scimmia ubriaca ad Expo sicuramente.

   

RENZI HOLLANDE EXPO RENZI HOLLANDE EXPO

IL PASSAPORTO. Anche se non siete mai usciti dalla tangenziale ovest, andando a Expo vi sentirete Marco Polo. A soli 3 euro e 50 infatti, potrete acquistare un passaporto farlocco da farvi timbrare in ogni padiglione. La collezione consiste in ben 53 timbri, solo che alcuni Paesi ancora non lo possiedono, per esempio gli Emirati Arabi: hanno le trivelle per il petrolio e non un euro e cinquanta per una minchiatina di timbro. Morale: c’è gente che torna appositamente a Expo per finire la raccolta con quello dell’Oman. Poi chiedi dove sia l’Oman e ti rispondono “Sotto la Puglia” ma grazie a Expo e il suo passaporto ci si sente tutti cittadini del mondo.

   

L’ONU. Una targa avverte: “Per la prima volta nella storia delle esposizioni universali Onu non avrà un singolo padiglione ma una presenza diffusa con contenuti diversi”. Appena si parla di Italia l’Onu smette di essere compatta pure se si tratta di costruire un padiglione, figuriamoci quando di tratta di decidere cosa fare di 150.000 profughi l’anno.

   

PADIGLIONE FRANCIA PADIGLIONE FRANCIA

OGGETTI SMARRITI. A parte le solite chiavi e documenti, nei bagni di Expo sono stati trovati anche tre vibratori regolarmente portati nell’ufficio lost&found della stazione metropolitana. Nessuno al momento è tornato a reclamarli anche perché occorrerebbe poi dimostrarne l’effettiva proprietà e non oso immaginare la prassi. Vista la nota oculatezza di Oscar Farinetti in fatto di spese, spero non siano riciclati nelle cucine di Eataly come sbattitori elettrici.

   

MCDONALDS EXPO MCDONALDS EXPO

MCDONALD’S. Del fatto che sia sponsor ufficiale s’è già discusso. È sempre pieno, quindi c’è gente che paga un biglietto per entrare ad Expo, si trova davanti 150 ristoranti con i sapori di tutto il mondo ma sceglie un Chicken Menu. Poi dice che non bisogna sperare in un meteorite che resetti il pianeta.

   

COLPA DEI MARÒ. È un’Expo che parla di nutrire il pianeta e manca all’appello l’India, ovvero il Paese col più grosso tasso di malnutrizione del mondo. O meglio, il “Padiglione Basmati” è suo, ma il nome non ce lo mette. Colpa dei marò e della tensione diplomatica con il nostro Paese. Gli unici con la scritta a penna “India regali” e “India souvenir”sono due baracchini che vendono parei e statue di Ganesh, i cui venditori però hanno da dire la loro. Ne avvicino uno: “L’India non c’è per via dei Marò?”.

BASMATI BASMATI

 

Il tizio sorride: “Sei la centesima italiana a farmi la battuta sui Marò. Io li incontravo spesso al bar dell’ambasciata in India perché frequentavo il corso di italiano nel vostro circolo culturale. Ho vinto una borsa di studio in Italia grazie a una tesi sui vostri marò, finito qui vado a studiare a Perugia.

 

Chiedete come stanno i marò ma non vi informate mai sulle famiglie dei pescatori che hanno ucciso. I marò non sono neanche mai stati in galera,vivono nell’ambasciata. Per voi saranno eroi ma non vi siete chiesti cosa facessero su un’imbarcazione privata!”. Se questo è il piglio di un indiano nel negozio di souvenir, non oso immaginare quello di un giudice indiano.

   

EATALY. L’area Eataly è la più anonima di tutto l’Expo. Grandi salegrigie consediedi plastica e neon al soffitto accolgono i ristoranti regionali che sembrano cucine d’albergo. All’esterno piccoli gazebi con tubi rossi e mattonelle da ospedale. Manca solo quello che ti mette venti eurodi diesel e sarebbe un autogrill. Sicilia e Sardegna dividono un’unica sala. Mistero fitto: la Sicilia è forse la regione in cui si mangia meglio ma non ha un suo spazio. I ristoratori si alternano e vengono chiamati a Expo direttamente da Farinetti in base a criteri mai chiariti.

 

Sarebbe interessante che ci spiegasse perché nello spazio Campania si trovi Rossopomodoro, il franchising della pizza cruda, roba che se i napoletani se ne accorgono fanno saltare in aria l’Albero della vita.

 

EXPO - PIANETA CIBO EXPO - PIANETA CIBO

I ristoratori non pagano l’affitto dello spazio ma devono il 30% degli incassi a Eataly. Quelli che hanno gli stand nei cluster devono dare a Expo il 12%. Farinetti, a Expo, dà il 5% sugli incassi. Per ragioni oscure, i ristoratori devono comprare molti dei prodotti per cucinare da Eataly (farina, olio…), alla Metro e frutta e verdura presso l’OrtoBra. Gli viene consegnata una lista che devono rispettare.

 

Per portare lì i prodotti, accreditare il loro veicolo costa4000 euro, altrimenti possono rivolgersi a tre corrieri indicati da Expo. Uno è di Bra. Comodissimo. Che Farinetti sia di Bra, è una coincidenza pazzesca. Le previsioni di incasso presentate ai ristoratori erano di circa 200/300 mila euro al mese. Qualcuno si dice contento se arriva a 90. È incredibile che per “Nutrire il pianeta” Farinetti non abbia già vinto l’appalto a tavolino.

   

vibratori al quarzo rosa vibratori al quarzo rosa

CIOCCOLATO. A girare per Expo, ci si imbatte a ogni angolo in stand a tema cioccolato. C’è perfino un Choco Kebab. Ferrero fornisce i visitatori di un passaporto che va timbrato in tutte le sette torrette disseminate nell’area Expo per avere un prodotto Ferrero in omaggio. A cosa servano le sette torrette Ferrero non è ancora chiaro, forse ci sono cecchini che sparano a chi va da Lindt. Se volevamo far sapere al mondo che siamo un Paese di cioccolatai, il messaggio è arrivato.

   

PADIGLIONI TUTTI IN FILA.

   Ormai s’è diffusa la voce che alcuni padiglioni siano più belli di altri e quindi per vederli bisogna affrontare file subumane. Per visitare il Giappone bisognerebbe inaugurare una nuova stagione di bombardamenti aerei sulle file di giapponesi. File ignobili anche per vedere il Kazakistan perché è tutto in 3D. Altro padiglione preso d’assalto è quello degli Emirati Arabi congli arabi che accolgono i turisti vestiti con l’abito tipico, tutti chiedono la foto come con i centurioni al Colosseo.

 

La fila più inspiegabile è quella per la Colombia. Ma quando si diffonde la voce che ci siano cose buone colombiane si riscontra sempre un certo entusiasmo. Affollati anche i padiglioni di Cina, Thailandia, Malaysia, Israele, Inghilterra e Austria, oltre che l’inarrivabile Brasile.

Padiglione-Moldova Padiglione-Moldova

   

PADIGLIONI MESTIZIA. La Moldavia vince a mani basse: c’è solo una gigantesca cartina che ti mostra dove sia la Moldavia, poi un’allegrissima esposizione di neon, dei video di gente che balla come se un suv fosse passato sopra gli alluci del corpo di ballo. Arrivi finalmente al loro ristorante e la specialità è il panino cotto e formaggio.

 

Al padiglione Cuba va peggio: c’è solo un bar dove bere e puoi acquistare i cavatappi con la faccia del Che. La Lituania presenta una gigantesca sfera con le foto dei famosi piatti lituani, tipo il Zemaitiskas Kastynis, per l’assaggio del quale, come saprete, si organizzano dei charter da tutto il mondo. Il Belgio ha una ressa incredibile fuori: c’è lo stand delle patatine fritte. All’interno non c’è nessuno, per motivi oscuri ci sono esposizioni di gioielli ovunque. O in Belgio si mangiano zaffiri o avevano capito che il tema dell’Expo fosse “Agghindiamo il pianeta”.

 

padiglione russia expo 2015 padiglione russia expo 2015

L’Argentina è unpadiglione di una mestizia siderale: un serpentone di lamiera senza nulla intorno, che uno esce e ha voglia di dire: non chiediamo a voi di nutrire il pianeta ma neanche di prenderlo per il culo, grazie.

   

PADIGLIONI IO SO’ IO. Sono i padiglioni di quelli che fanno a chi ce l’ha più lungo .La Russia ha un padiglione a specchio costruito per Vladimir Putin così quando viene in visita prima di entrare si controlla i punti del lifting. Dentro c’è un gigantesco bar al centro del quale ci sono fiale, ampolle e alambicchi.Probabilmente è dove fanno alcune specialità tipo il tè al polonio ma nessuno osa chiedere. Vari cartelli ci raccontano che la Russia è il Paese più grande del mondo, più bello del mondo, più saggio del mondo e che ha la riserva d’acqua dolce più grande del mondo.

 

PUTIN A EXPO 2015 PUTIN A EXPO 2015

Così ora sappiamo che oltre al gas ci possono togliere pure l’acqua. Ma l’acme della megalomania lo raggiunge il padiglione del Turkmenistan, dittatura comunista il cui tiranno Gurbanguly Berdymukhammedov fa sembrare KimJong Un Fabrizio Frizzi. Ha ribattezzato interi villaggi col suo nome e i mesi dell’anno con quelli dei parenti.

 

All’ingresso del padiglione c’è un ritratto del dittatore alto fino al soffitto. In apposite vetrine i suoi volumi sulla cui copertina c’è lui che sorride, lui che va a cavallo, lui col costume tipico.

 

padiglione kazakhistan padiglione kazakhistan

Al piano di sopra ci sono foto di oleodotti, taniche di benzina e altre vetrine contenenti i prodotti tipici turkmeni: il diesel, il gasolio, l’olio per il motore e così via, tanto che alla fine ti chiedi se i turkmeni nell’Expo sull’alimentazione siano andati fuori tema o pasteggino a carburante. Comunque il dittatore Gurbanguly a me pare un uomo illuminato eritengoilculto di sé appena sfumato, non sia mai qualcuno gli traduca l’articolo. Saluto i responsabili del padiglione Gurbanguly e vado oltre.

   

 

PADIGLIONI CAZZARI. La Corea ha un padiglione bellissimo. Entri e c’è un bel pannello dal titolo “I Sapori e la saggezza della Corea”. Poi ti rammentano che il loro concetto dello slow food è antichissimo. E allora ti viene voglia di chiedergli se per loro saggezza e chilometro zero significhi mangiare il cane del vicino di casa ma ti mordi la lingua. Anche l’Iran ha un padiglione notevole, solo che ci sono dei giganteschi schermi che ti raccontano che lì il vento soffia forte 120 giorni l’anno.

 

expo albero della vita a expo albero della vita a

Quindi una tipa mi si avvicina e mi chiede se voglio il cd in cui mi si spiega che in Iran tira molto vento. Le dico “No grazie, pure ad Alghero tira vento ma non c’hanno fatto un cd”. Allora lei mi spiega che il vento in Iran favorisce l’energica eolica che è pulita. Le vorrei ricordare che l’Iran è tra i principali produttori di petrolio, ma chiudo la polemica.

   

 

La Slovenia ha un bellissimo ingresso cosparso di sale perché ne produce in quantità, dentro c’è una mostra di miele,la loro è la capitale verde d’Europa e se proprio non t’hanno convinto alla fine ci sono i volantini dei casinò. L’America ha un padiglione enorme pieno di nulla: con una serie di filmati vogliono convincerci di mangiare sano (la parola healthy è ripetuta a mo’ di nenia), che i tacchini del thanksgiving sono felici, che il cibo americano è il migliore del pianeta. La solita zuppa: col cinema ci convincono che i buoni sono sempre loro.

 

Il padiglione del Brunei è la vera sòla. Di notevole c’è solo la gigantografia del sultano vestito in stile Principe cerca moglie, un rumore d’uccellini in sottofondo  equalche foto della foresta pluviale. Il padiglione della Francia è un perfetto sunto della sua nouvelle cuisine: bellissimo padiglione, bellissima presentazione, ma dentro non c’è niente.

EXPO EXPO

   

La nutrizione del pianeta sta così a cuore al visitatore medio di Expo che il padiglione Save the Children, l’unico a spiegare cosa si fa per aiutare chi ha fame nel mondo con un percorso divertente e istruttivo, ha 700 visitatori al giorno. Il Brasile in cui ci si diverte camminando su delle reti come Indiana Jones ne ha 17 000. Con la chiusura delle scuole il numero dei visitatori è calato vertiginosamente per cui pare che Renzi introdurrà a giorni un anuova riforma: riaprirà le scuole a luglio.

 

Vibratori di lusso Vibratori di lusso

MCDONALDS EXPO MCDONALDS EXPO

 

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